L’integrazione tra sensori e IT apre nuove prospettive all’automazione industriale

Il dialogo tra sensori e mondo IT è oggi indispensabile per trarre il massimo vantaggio dai dati generati in produzione. La soluzione migliore è naturalmente disporre di sensori intelligenti di nuovissima generazione. Tuttavia, quando questo non è possibile, sono disponibili sistemi in grado di abilitare questa connessione.

Pubblicato il 02 Nov 2022

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Il ricorso a soluzioni di automazione industriale è in forte crescita grazie al loro apporto in termini di efficienza e produttività e alla spinta delle agevolazioni previste dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), tra cui il Piano Transizione 4.0.

Soffermandoci sul piano tecnico, un ruolo di primaria importanza è ricoperto dai sensori. Questi ultimi hanno infatti un compito ben preciso, e cioè quello di formare i dati e, dunque, dare origine a informazioni.

I dati e le informazioni sono il primo step per attuare una trasformazione digitale in modo agile e automatizzato: una lettura attenta dei dati di produzione permette di migliorare consapevolezza e trasparenza sull’andamento della produzione e di avere a disposizione tutte le informazioni necessarie per una gestione ottimizzata ed efficiente dello shopfloor. Ma si tratta di processi che richiedono un collegamento in rete di tutte le macchine, degli impianti e dei sensori. Disporre di dati e informazioni selezionati è dunque un indiscutibile prerequisito per aumentare il valore aziendale.

Il che pone l’attenzione su un tema particolarmente dibattuto: non tutti i sensori sono evoluti e intelligenti, dunque predisposti per essere connessi con l‘IT tramite protocolli tipici di questo mondo e pertanto non tutti possono dialogare con “un mondo superiore”, un esempio per tutti il cloud. In altri termini, quindi, tutti i sensori, anche i più semplici, hanno la capacità di fornire dati significativi, ma talvolta manca la possibilità di aggregarli e connetterli con l’esterno. Esistono però dispositivi di connessione capaci di fare da collettore e, al contempo, di aggiungere valore al dato. Per scegliere il sistema più pertinente occorre avere chiaro che cosa aspettarsi dal dato in modo da convogliare solo quelli significativi, magari già parzialmente elaborati.

In quest’ottica, esistono soluzioni diverse per avere la possibilità di integrare diversi tipi di sensori, che danno diverse informazioni e che fanno già delle elaborazioni locali, da un unico punto verso l’IT.

L’integrazione tra sensori e IT

L’integrazione tra sensori e IT è dunque un tema al contempo sentito e complesso, perché ha delle ricadute importanti in termini di efficienza.

Un sensore intelligente capace di dialogare con tutti i sistemi, cloud compreso, offre infatti vantaggi facilmente intuibili: il famoso cruscotto digitale a cui oggi tutte le aziende ambiscono, infatti, prende forma in maniera facile ed efficiente. Ma, come si diceva, non tutti i sensori sono predisposti a dialogare con i sistemi “alti”.

Per comprendere al meglio questa problematica, occorre una breve digressione su come storicamente i sensori hanno risposto al loro compito di consegnare il dato alla macchina o all’impianto di produzione: i destinatari erano sistemi di controllo e supervisione locali. Con l’evolversi della trasformazione digitale e con l’avvento dell’industria 4.0, il sensore è oggi chiamato a dialogare anche con sistemi gestionali o sistemi cloud, dunque sistemi remoti.

Tra i player che operano da sempre nel mondo dei sensori e nel mondo dell’automazione industriale non può non essere menzionata Sick, la quale vanta un’ampia offerta sia in termini di sensori intelligenti (fotocellule, sistemi di visone, sistemi per la sicurezza ecc.) dunque già predisposti a rilevare dati e analizzarli in tempo reale, nonché a comunicarli in rete per la gestione affidabile ed efficiente dei processi, sia di dispostivi in grado di abilitare i sensori più semplici a dialogare con lIT. I primi, inutile sottolinearlo, sono sempre da preferire per diversi motivi, innanzitutto perché consentono di implementare funzionalità avanzate. I secondi, invece, sono soluzioni che si rilevano utili per trarre il meglio anche da soluzioni datate, dunque in tutte quelle installazioni in cui esistono già numerosi sensori, e non tutti sono di ultima generazione.

In ogni caso, il principio che accomuna lofferta di sensori Sick è dunque la predisposizione, nativa o non, alla connessione con il mondo IT.

Si possono connettere anche i sensori non intelligenti

Alcuni sensori possono nativamente essere interrogati non soltanto con protocolli tipici dell’automazione industriale (i bus di campo), ma anche con quelli tipici del mondo IT, quindi protocolli quali OPC-UA e MQTT che si stanno sviluppando come canali per questo tipo di interconnessione.

Quando il sensore di suo non può essere connesso direttamente con il mondo IT, perché si tratta di sensori semplici o per via dell’architettura del sistema di automazione, Sick ha sviluppato dei sistemi in grado di abilitare sistemi di vecchia generazione, integrare diversi tipi di sensori che forniscono informazioni diverse, dunque aggregare e connettere.

Nel merito, si tratta di Sensor Integration Machine (SIM), ossia dispositivi Edge che da un lato “parlano” con il sensore, dall’altro comunicano le informazioni rilevate al mondo IT. La famiglia di prodotti Sensor Integration Machine (SIM) comprende diverse potenze di calcolo, numeri di collegamento dei sensori e funzionalità, che vanno dai semplici ingressi digitali, all’hub per sensori IO-Link fino ai bus di campo locali basati su ethernet. Ciò consente di fondere, analizzare, archiviare e trasferire i dati dei sensori e delle telecamere Sick. Pertanto, le SIM offrono soluzioni adatte per tutte le applicazioni, anche nell’ambito dell’industry 4.0.

La Sensor Integration Machine SIM4000

In alternativa Sick ha in portfolio i sistemi gateway TDC, Telematic Data Collector, che permettono di realizzare il collegamento tra sensore e mondo IT quando non è possibile farlo direttamente. Tra i vantaggi l’utilizzo semplice, rapido, economico e vantaggioso di dati, l’impiego flessibile grazie a una pluralità di possibilità di collegamento e comunicazione. Inoltre TDC si rivela un investimento valido per il futuro che si avvale di standard aperti.

Oltre all’offerta di prodotto, c’è un altro aspetto da rilevare: Sick, consapevole della crescente richiesta di questa tipologia di soluzioni, oggi si pone non più solo come fornitore di hardware e software, ma anche come consulente e gestore del progetto.

L‘approccio è dunque consulenziale: se storicamente il cliente di Sick erano il costruttore di macchine e gli integratori di sistema, oggi sempre di più l’azienda si rivolge anche al mondo degli end user industriali. In questi casi, va da sé, il cliente sa di avere un’esigenza, ma non sa quale sia la soluzione per soddisfarla: in questi casi Sick si pone come il partner ideale sia a individuare il prodotto più idoneo, sia a fornirlo.

Il dialogo tra sensori e mondo IT è oggi indispensabile per trarre il massimo vantaggio dai dati generati in produzione. La soluzione migliore è naturalmente disporre di sensori intelligenti di nuovissima generazione. Tuttavia, quando questo non è possibile, sono disponibili sistemi in grado di abilitare questa connessione. Non solo: oltre a trasmettere i dati dei sensori, queste macchine permettono anche di eseguire una prima “sgrossatura” dei dati, in modo da inviare al cloud solo dati utili.

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Emanuela Stifano

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