Dell’industria automobilistica è sempre stato apprezzato il fatto di rappresentare un settore particolarmente dinamico. A chi opera al suo interno, sia essa una casa produttrice o una delle realtà che forniscono i componenti, è richiesta grande flessibilità. Perché la fase progettuale e la successiva produzione regalino i risultati attesi, permettendo a un marchio di primeggiare sulla concorrenza, è necessario sapersi distinguere per efficienza, personalizzazione e adattabilità. Al tempo stesso, l’Industrial Internet of Things e i nuovi modelli della cosiddetta “fabbrica intelligente” hanno spinto l’asticella verso l’alto. E “innovazione” è la parola chiave degli operatori che hanno scelto di indirizzare totalmente o in parte la propria produzione sui veicoli elettrici. Tra le case automobilistiche aperte a questa opportunità, Smart si è fatta strada anche grazie alla scelta di offrire, a partire dal 2020, esclusivamente modelli rivolti a chi è alla ricerca di una auto elettrica Smart.
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Gli Smart Center al centro della produzione
L’azienda, appartenente al gruppo tedesco Mercedes-Benz, è approdata sul mercato con il modello Fortwo, lanciato nel 1998, ed è ritenuta un pioniere della mobilità sostenibile.
Lo spirito innovativo messo in mostra nei primi 25 anni di vita ha permesso al marchio di testare già nel lontano 2007 ben 100 prototipi elettrici tra le strade di Londra.
La filosofia di Smart ha la sua perfetta espressione negli Smart Center, la cui diffusione in Europa (all’alba del nuovo Millennio se ne contavano già 150, dislocati in 11 Paesi differenti) è aumentata di anno in anno. Racchiusi nelle riconoscibilissime Tower Center, questi open space di forma circolare sono dotati di aree espositive e offrono la possibilità di prenotare test drive. L’attenzione del brand verso l’ambiente, invece, ha spinto la dirigenza a organizzare i lavori di produzione nel pieno rispetto di quanto previsto dalle normative ecologiche. Gli scarti vengono separati accuratamente e destinati, a seconda dei casi, al corretto smaltimento o al riciclaggio.
Joint venture e nuove fabbriche
Smart ha puntato fin dall’inizio della propria avventura sulle joint venture. La Smart Fortwo, citata in precedenza, è il risultato della collaborazione tra la celebre fabbrica di orologi svizzera Swatch e Mercedes-Benz.
La Smart #1, a sua volta, è il primo veicolo del marchio progettato e realizzato da “Smart Automobile”, ossia la joint venture che ha visto come protagonisti Daimler (che ha assunto la decisione di trasferire la produzione Smart in Cina) e Geely Holding. Un modello che ha consentito al marchio di approdare nell’era della mobilità elettrica.
Spesso le joint venture hanno condotto all’apertura di nuove fabbriche. Un esempio? La fabbrica di Xian (la capitale della provincia cinese dello Shaanxi) inaugurata nel 2021. Realizzato in seguito della joint venture Geely-Mercedes, lo stabilimento ha richiesto un investimento pari a 2,7 miliardi di yuan (poco meno di 390 milioni di dollari) per ognuno dei due attori protagonisti.
Le Sustainable Experience Architecture
La volontà di riposizionarsi nella fascia premium, evitando di incentrare la produzione esclusivamente su modelli a “vocazione” urbana, ha convinto la casa automobilistica a ideare un SUV di classe compatta: lo Smart #3.
Per tale modello il marchio ha sfruttato una variante della piattaforma SEA (Sustainable Experience Architecture), nello specifico la SEA2.
Il sito si è distinto per una capacità produttiva che, a pieno regime, garantisce una produzione limite di 300.000 veicoli nell’arco di 12 mesi.
Smart presta grande attenzione anche al monitoraggio dei processi produttivi, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza energetica. Confrontando il consumo energetico per la produzione di ciascun veicolo dei primi sei mesi del 2022 con quanto registrato nel semestre precedente è emersa una riduzione del 6%. La casa privilegia, infine, i componenti a basso impatto e l’attività di riciclaggio a ciclo chiuso dei materiali di scarto. In tale ambito, la percentuale di materie prime riciclate nella fabbrica di Geely ha toccato a fine 2022 una media del 25%.