Una piattaforma pubblica e aperta per garantire la tracciabilità e catene di fornitura più efficienti e sostenibili

Presentata al World Economic Forum la prima piattaforma di tracciabilità indipendente e pubblica, in grado di visualizzare i dati della catena di fornitura basati su blockchain provenienti da più aziende e fonti

Pubblicato il 24 Gen 2020

Blockchain8


Mentre i settori manifatturiero e produttivo rappresentano il 16% del Pil globale, e sono i principali motori delle economie di tutto il mondo, la loro complessa rete di catene di fornitura presenta importanti questioni economiche e sociali, e rischi ambientali, che vanno affrontati in modo innovativo e collaborativo.

Le tecnologie blockchain hanno il potenziale per ridurre questi difetti e rischi, migliorando la trasparenza e la tracciabilità di operazioni e prodotti, per creare catene di fornitura più efficienti e sostenibili. Per sfruttare questo potenziale è necessaria un’adozione accelerata delle tecnologie blockchain, ma anche nuove piattaforme collaborative e indipendenti, per visualizzare e condividere i dati di tracciabilità.

In pratica, si tratta di sviluppare sistemi blockchain per consentire una cultura della trasparenza e della responsabilità reciproca, attraverso queste reti globali, fornendo allo stesso tempo ai consumatori le informazioni richieste.

Una piattaforma pubblica e indipendente

Una soluzione del tutto inedita, un primo modello di rete di questo tipo, arriva dal Wef2020 di Davos: il World Economic Forum, in collaborazione con Everledger, Lenzing Group, Textile Genesis e l’International Trade Centre, ha creato la prima piattaforma di tracciabilità indipendente e pubblica, in grado di visualizzare i dati della catena di fornitura basati su blockchain provenienti da più aziende e fonti. Con questa piattaforma innovativa, i dati di tracciabilità di due sistemi diversi basati su bloackchain possono essere estratti, aggregati e visualizzati da una piattaforma indipendente di terze parti.

Secondo gli esperti del World Economic Forum, e delle altre strutture che hanno sviluppato la soluzione, “questo è un enorme passo avanti nelle principali sfide che le catene di fornitura globali di oggi affrontano”, innanzitutto in tema di trasparenza, sostenibilità e tracciabilità negli ecosistemi produttivi e della manifattura.

Questa nuova piattaforma aperta è gestita dall’International Trade Centre (ITC), un’organizzazione per lo sviluppo del commercio globale che fa capo alle Nazioni Unite (Onu). In questo modo, l’ITC può garantire a tutte le parti coinvolte che i loro dati non saranno condivisi all’esterno, e che i dati sensibili possono essere ospitati presso i data center dell’Onu, così da beneficiare della neutralità, delle immunità e dei privilegi dell’Onu.

Tutto ciò, “unito alla capacità del World Economic Forum di accelerare e amplificare la cooperazione tra pubblico e privato”, spiegano gli esponenti del Wef2020, “consente alla piattaforma di essere un luogo neutrale e sicuro per ospitare il sistema di tracciabilità, incoraggiare la collaborazione tra i vari settori, e utilizzare gli input del settore pubblico e privato per plasmare il futuro della tracciabilità, della trasparenza e della sostenibilità della catena di fornitura”.

I quattro trend delle catene di fornitura

Il commercio mondiale e il sistema di scambi a livello planetario sono ora a un punto critico in cui le imprese devono agire per rispondere a quattro principali tendenze che influenzano il futuro delle catene di fornitura:

1) la crescente complessità delle catene di fornitura;

2) la crescita della domanda di trasparenza da parte dei consumatori;

3) la necessità e l’obiettivo di migliorare sostenibilità;

4) lo sviluppo di catene di fornitura sempre più dinamiche e mutevoli.

La crescente complessità della catena di fornitura è ormai non solo per l’azienda acquirente uno dei suoi principali rischi d’impresa, ad esempio per i costi collegati, gli eventuali imprevisti e disservizi, ma rappresenta anche un rischio ambientale, quando il suo funzionamento non è ottimizzato, ma anzi produce uno spreco di risorse, di attività, di energia. E aumenta quindi i costi e l’inquinamento.

In più, con l’aumentare della complessità della catena di fornitura, fatta di tanti fornitori e percorsi diversi, la sua visibilità e il monitoraggio diventano ancora più difficili per le aziende e i marchi che vendono il prodotto finale. Un rischio direttamente collegato al secondo trend: l’aumento delle aspettative dei consumatori per quanto la trasparenza dei prodotti e servizi che acquistano.

Valuta la qualità di questo articolo

C
Stefano Casini

Giornalista specializzato nei settori dell'Economia, delle imprese, delle tecnologie e dell'innovazione. Dopo il master all'IFG, l'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Milano, in oltre 20 anni di attività, nell'ambito del giornalismo e della Comunicazione, ha lavorato per Panorama Economy, Il Mondo, Italia Oggi, TgCom24, Gruppo Mediolanum, Università Iulm. Attualmente collabora con Innovation Post, Corriere Innovazione, Libero, Giornale di Brescia, La Provincia di Como, casa editrice Tecniche Nuove. Contatti: stefano.stefanocasini@gmail.com

email Seguimi su

Articoli correlati

Articolo 1 di 3