Aumento delle aliquote in vista per il piano Transizione 5.0. È uno dei punti emersi dall’incontro tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, al quale hanno preso parte anche il vice presidente di Confindustria per la politica industriale e il Made in Italy, Marco Nocivelli, il Direttore Generale di Confindustria, Maurizio Tarquin, e il responsabile della segreteria tecnica del ministro Marco Calabrò.
Ricordiamo che gli industriali avevano presentato una serie di richieste di chiarimenti, semplificazioni e integrazioni per consentire alle imprese di fruire degli incentivi del piano, che nei primi mesi non ha riscosso il successo sperato.
Il ministro e il presidente di Confindustria hanno dichiarato che stanno “lavorando in sintonia per fornire chiarimenti alle imprese e facilitare l’accesso al nuovo pacchetto di incentivi dedicato agli investimenti in digitalizzazione, transizione green e formazione del personale”.
L’aumento delle aliquote
Urso ha poi annunciato che nei prossimi giorni verranno presentate alcune modifiche al piano richieste dal tessuto produttivo per “aumentarne l’accessibilità, tra cui l’innalzamento delle aliquote, chiarimenti e ulteriori semplificazioni delle procedure”.
Si parla dunque esplicitamente di un prossimo aumento di aliquote. Ricordiamo che attualmente il piano prevede aliquote comprese tra il 35% e il 45% per gli investimenti fino a 2,5 milioni, tra il 15% e il 25% per la fascia compresa tra 2,5 e 10 milioni e tra il 5% e il 15% per gli investimenti tra 10 e 50 milioni.
La scelta del Governo appare quindi quella di lavorare alla semplificazione e all’apertura richieste da Confindustria e, per compensare le complessità e rigidità residue non superabili (dal DNSH all’elenco delle merceologie incluse negli allegati A e B), offrire alle imprese un maggior appeal dal lato delle aliquote.
La cornice di questi interventi potrebbe essere la conversione in legge del DDL di Bilancio oppure una norma ad hoc. Ricordiamo infatti che la variazione di elementi fondamentali del piano, come appunto le aliquote e gli scaglioni, deve passare per un intervento normativo avente forza di legge.