I dettagli del piano

Transizione 5.0, i quattro scenari per calcolare il risparmio energetico

Il piano Transizione 5.0 sarà pienamente operativo entro metà luglio. La conferma arriva da Marco Calabrò del MIMIT, che ha spiegato che è servito tempo per risolvere con la Commissione Europea i nodi legati alla disciplina DNSH. Calabrò ha poi illustrato i quattro scenari per il calcolo della riduzione dei consumi energetici: imprese esistenti con dati storici disponibili, imprese esistenti senza dati storici per il processo, imprese di recente costituzione con dati parzialmente disponibili e imprese di nuova costituzione che dovranno ricorrere allo scenario controfattuale.

Pubblicato il 02 Lug 2024

risparmio energetico

L’iter per il varo del decreto attuativo del piano Transizione 5.0 è sostanzialmente concluso. A confermarlo è Marco Calabrò, responsabile della segreteria tecnica del del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, nell’ambito di un’intervista rilasciata ad Andrea Gallo, editore del portale FASI.eu.

“Abbiamo impiegato qualche giorno in più, ma sono giorni ben spesi, perché abbiamo chiuso il negoziato proprio questa mattina (l’1 luglio, ndr) con la Commissione Europea, in particolare sul cosiddetto criterio del ‘non arrecare danno significativo all’ambiente’ (DNSH)”, dice Calabrò. “Abbiamo cercato di concordare con Bruxelles qualche apertura rispetto all’applicazione rigida di questi criteri, che avrebbe portato di fatto all’esclusione di interi settori, come l’agricoltura e i settori energivori (carta, ceramica, vetro, chimica, e così via). Credo che abbiamo ottenuto un buon equilibrio, ma questo ha comportato ancora qualche giorno di confronto con la Commissione Europea”.

L’ultimo passo è ora un momento di confronto finale con gli altri ministeri. “Dopo un ultimo giro di concerto con le altre amministrazioni, in settimana il decreto verrà trasmesso alla Corte dei Conti per la registrazione. Nel frattempo, abbiamo già predisposto la piattaforma di comunicazione per le imprese, quindi lo stesso giorno in cui avverrà la registrazione saremo pronti per andare online”. L’auspicio è che “entro metà luglio tutto possa essere pienamente operativo”.

Qui trovate l’articolo con le novità previste nella versione finale del decreto attuativo

Le quattro situazioni per il calcolo del risparmio energetico

Nel corso della chiacchierata con Gallo, Calabrò ha toccato diversi temi di interesse, dalle tempistiche alle certificazioni, alla cumulabilità e al mantenimento dei requisiti, ribadendo quanto avevamo già anticipato in questo articolo.

Su un aspetto però si è soffermato con maggiore dettaglio e cioè sulle quattro situazioni che il decreto attuativo prevederà per il calcolo del risparmio energetico.

La prima situazione è quella relativa alle imprese operative da più di 12 mesi che dispongono dei dati sui consumi energetici dell’anno precedente. “Qui il confronto è relativamente semplice. Basta paragonare i consumi energetici derivanti dal nuovo investimento con quelli registrati nell’anno precedente. Questo scenario è il più diretto e trasparente, poiché si basa su dati storici facilmente disponibili”, dice Calabrò.

Poi c’è il caso delle imprese che, pur essendo operative da più di 12 mesi, non hanno mai rilevato specificamente i consumi energetici dei processi produttivi interessati. “Queste imprese devono fare una stima basata su documentazione tecnica e dati tracciabili, come schede tecniche dei macchinari, prove in situ, dati di letteratura tecnica, analisi di mercato e volumi produttivi. Un tecnico certificatore con esperienza in diagnostica energetica deve validare questa stima, assicurando che sia basata su dati accurati e tracciabili”.

Il terzo caso è relativo alle imprese costituite da meno di 12 mesi ma da almeno 6 mesi, che quindi non dispongono di un anno completo di dati sui consumi energetici. “In questo caso è necessario proiettare i consumi energetici dei mesi disponibili su un periodo di 12 mesi. Questo approccio aiuta a ridurre l’impatto della stagionalità sui consumi, offrendo un quadro più realistico”, spiega Calabrò.

E infine c’è il caso delle imprese di nuova costituzione, che includono – stando alla definizione contenuta nel decreto attuativo, quelle costituite da meno di 6 mesi e quelle che hanno variato significativamente i propri processi. “In questo caso, le aziende devono costruire uno scenario controfattuale. Per ogni bene parte del proprio progetto di innovazione, occorre individuare almeno tre beni alternativi disponibili sul mercato europeo negli ultimi 5 anni, calcolare la media dei consumi energetici di questi beni alternativi e utilizzare questa media come base di confronto. La somma dei consumi così individuati costituirà lo scenario di riferimento”.

È una soluzione – aggiunge Calabrò – che dovrebbe consentire a tutte le imprese di avere una certa libertà nell’identificare lo scenario controfattuale. Tuttavia, “se le imprese non riuscissero a trovare tutti e tre i beni ma soltanto due o uno, la scelta – se adeguatamente motivata – si può anche ridurre a un confronto limitato ai ai beni alternativi disponibili sul mercato”, dice.

Volendo realizzare uno schema sintetico di quanto appena esposto abbiamo quindi il seguente quadro.

  • Per le imprese che sono operative da più di 12 mesi e che hanno a disposizione i dati sui consumi energetici dell’anno precedente, occorre confrontare i consumi energetici del nuovo investimento con quelli dell’anno precedente per verificare la riduzione dei consumi.
  • per le imprese che, pur essendo operative da più di 12 mesi, non hanno mai rilevato specificamente i consumi energetici dei processi produttivi interessati, occorre fare una stima basata su dati tracciabili e documentazione tecnica. Questa documentazione può includere:
    • Schede tecniche dei macchinari.
    • Prove in situ.
    • Dati di letteratura (es. BAT – Best Available Techniques).
    • Analisi di confronto di mercato.
    • Volumi produttivi.
  • per le imprese costituite da meno di 12 mesi ma da almeno 6 mesi, che quindi non hanno un intero anno di dati sui consumi energetici, occorre verificare i consumi energetici dei mesi disponibili e proiettarli su un periodo di 12 mesi. L’orizzonte temporale di 6 mesi è stato scelto per ridurre l’impatto della stagionalità sui consumi.
  • per le imprese costituite da meno di 6 mesi o quelle che hanno significativamente variato il proprio processo produttivo nello stesso arco temporale, occorre costruire uno scenario controfattuale:
    • individuare almeno tre beni alternativi disponibili sul mercato europeo negli ultimi 5 anni per ogni bene del proprio progetto di innovazione.
    • calcolare la media dei consumi energetici di questi beni alternativi.
    • La somma dei consumi medi di questi beni alternativi costituisce lo scenario controfattuale.
    • Se l’impresa non riesce a trovare tre beni alternativi, può ridurre il confronto a due o un bene, purché la scelta sia adeguatamente motivata.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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