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Transizione 5.0, ecco tutte le modifiche in arrivo in legge di bilancio (e oltre)

L’interesse delle imprese per il piano Transizione 5.0 è in crescita: a novembre i crediti d’imposta richiesti sono raddoppiati rispetto ai due mesi e mezzo precedenti. Il tasso di adozione dell’incentivo resta però ancora basso rispetto alle risorse disponibili. Per questo il Governo è al lavoro per rendere il piano più accessibile e conveniente. In arrivo aliquote più alte, incentivi maggiorati per il fotovoltaico, una mini-proroga, alcune semplificazioni e un ammorbidimento del divieto di cumulo. Ne abbiamo parlato con Marco Calabrò, Capo della segreteria tecnica del Ministro delle Imprese e del made in Italy, in occasione di un incontro organizzato da F-engineering Consulting.

Pubblicato il 02 Dic 2024

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L’interesse delle imprese per il Piano Transizione 5.0, pensato per accompagnare le imprese italiane verso un futuro più verde, è in crescita. “Da quando abbiamo pubblicato le FAQ del 2 novembre le adesioni sono significativamente aumentate”, spiega Marco Calabrò, Capo della segreteria tecnica del Ministro delle Imprese e del made in Italy, durante un incontro organizzato da F-Engineering Consulting con il patrocinio dell’Ordine degli Ingegneri di Bologna e di Confapi Emilia. “Le imprese che hanno deciso di avvalersi del piano sono ora circa 500 per un credito d’imposta richiesto di circa 152 milioni di euro”.

Numeri in crescita, dunque, ma ancora bassi per un piano che mette a disposizione ben 6,3 miliardi da utilizzare entro il 2025.

“Noi vogliamo che tutte le risorse vengano utilizzate dalle imprese – assicura Calabrò – e per questo siamo al lavoro per mettere a punto una serie di interventi mirati a semplificare e rendere più appetibile il Piano”.

All’incontro, oltre ad Andrea Gnudi, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Bologna e a Alberto Meschieri, Presidente di Confapi Emilia, hanno partecipato Maurizio Fiasché, CEO di F-engineering Consulting Srl, tra gli esperti di riferimento nel settore della consulenza e della finanza agevolata, che ha organizzato l’incontro e curato la presentazione degli aspetti tecnici del piano, e il professor Francesco Timpano, Ordinario di Politica Economica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha fatto un’analisi della misura sotto l’aspetto delle policies.

I punti da migliorare nel Piano Transizione 5.0

Progetti e termini

Tra i principali punti che finora hanno frenato il ricorso delle imprese ai crediti d’imposta previsti dal piano spicca la complessità del meccanismo di accesso agli incentivi. Una complessità che più che procedurale è di pianificazione. “Il Piano 5.0 richiede un approccio strategico e una capacità di programmazione degli investimenti che molte imprese, soprattutto le più piccole, faticano a gestire”, osserva Calabrò.

C’è poi il nodo dei tempi stretti. “Stiamo ragionando a una possibile proroga della scadenza per il completamento degli investimenti, per dare maggiore flessibilità alle imprese”, dice Calabrò. “Dall’attuale termine del 31 dicembre 2025 per l’ultimazione degli investimenti potremmo arrivare al 30 aprile 2026”.

Le maggiorazioni per le rinnovabili

Altro punto che finora ha reso meno del previsto è l’incentivo per l’acquisto di energie rinnovabili come investimenti trainati. “Finora solo il 6% delle risorse prenotate è relativo a investimenti in FER”, spiega Calabrò. Il motivo dello scarso successo di questa parte della misura va ricercato nella scarsa disponibilità di pannelli fotovoltaici europei di fascia b) e c) – quelli con le aliquote più incentivanti – e nella concorrenza sul prezzo dei pannelli cinesi per quanto riguarda la fascia entry level.

Per questo nelle modifiche che il governo presenterà, nell’ambito dei lavori parlamentari di approvazione della legge di bilancio, c’è uno schema di maggiorazioni più alte che premia anche gli investimenti nei pannelli di prima fascia (al 130%) oltre ad aumentare la premialità per le altre due tipologie (rispettivamente al 140% e al 150%).

Nuove aliquote e scaglioni

Si aggiunga poi che l’attuale configurazione delle aliquote e degli scaglioni ha sofferto la “concorrenza” interna del credito d’imposta previsto dal piano Transizione 4.0.

Sul punto Calabrò rassicura che si provvederà a una revisione sia degli scaglioni, che scenderanno dagli attuali tre a due (fino a 10 milioni e da 10 a 50 milioni) sia delle aliquote, anche se in misura inferiore a quanto originariamente previsto. “Nell’emendamento Gelmetti le aliquote salivano al 50% e al 60%, ma si prevedeva solo il cumulo con la ZES. La nostra idea è invece di aumentare le possibilità di cumulo e per questo aumenteremo le aliquote in misura probabilmente inferiore”.

Il cumulo

Tornando sulla quesitone del cumulo con altri incentivi, Calabrò spiega infatti che sono in corso trattative con la Commissione per superare il divieto di cumulo con tutte le misure finanziate con risorse non nazionali.

“Su questo punto va detto che l’attuale sistema non funziona perché pone a carico delle imprese la verifica sulla provenienza delle provviste che alimentano i diversi incentivi”, ammette Calabrò.

La sostituzione dei macchinari obsoleti

Per quanto riguarda le semplificazioni, arriverà una norma che consentirà di semplificare il calcolo del risparmio energetico per la sostituzione dei macchinari più vecchi, che abbiano cioè superato di almeno due anni il periodo dell’ammortamento.

“Si tratta di introdurre una sorta di presunzione di efficientamento in prima fascia per quei macchinari che, a seconda del periodo di ammortamento, avranno di fatto almeno 7, 8 o 9 anni. Abbiamo infatti verificato che anche considerando solo la parte di movimentazione, comparando l’attuale classe di efficienza energetica dei motori con quella di qualche anno fa il target del 5% di risparmio energetico sarebbe ampiamente garantito”, spiega Calabrò.

Il DNSH

Ultimo, ma solo in ordine di esposizione, c’è il nodo dei vincoli imposti dal principio DNSH che escludono alcuni attivi e attività connesse con l’uso, anche a valle, dei combustibili fossili.

Su questo Fiaschè lancia una proposta: “Attualmente sono esclusi anche i macchinari che utilizzano solo biocarburanti perché potenzialmente potrebbero funzionare anche con combustibili fossili”, spiega. “Potremmo invece ragionare sull’uso effettivo invece che su quello teoricamente possibile rispettando in tal modo nella sostanza il principio DNSH”.

La proposta è quindi di “mettere un vincolo dell’utilizzo prevalente o esclusivo a biocarburante per questi macchinari. In questo modo, si garantirebbe il rispetto del principio DNSH e si permetterebbe di includere nel Piano anche questa tipologia di beni, ampliando le possibilità di investimento per le imprese”.

Sul punto Calabrò si è detto possibilista, spiegando che il DNSH è costantemente all’ordine del giorno nelle riunioni tra i tecnici del Mimit e quelli della Commissione Europea.

Passaggio da 4.0 a 5.0

C’è infine un’ultima novità che potrebbe arrivare in relazione a quegli investimenti già avviati sul binario della Transizione 4.0 e che potrebbero essere arricchiti e potenziati spostandoli sul binario della Transizione 5.0.

Si tratterebbe di un meccanismo di anticipazioni e ‘conguagli’ “simile a quello che abbiamo già messo in atto al tempo del super e iperammortamento, quando l’azienda iniziava a fruire del superammortamento per poi prendere la differenza una volta interconnesso il bene”, spiega Calabrò. “Purtroppo, con il piano Transizione 5.0 non è così semplice riuscire a fare la stessa cosa per ragioni sia fiscali sia tecniche. È comunque un tema sul quale siamo al lavoro”, conclude.

Quando arriveranno le modifiche

Le modifiche su scaglioni, aliquote, maggiorazioni per le rinnovabili, sostituzione semplificata dei macchinari obsoleti e divieto di cumulo dovrebbero trovare posto in un nuovo emendamento al disegno di legge di bilancio.

Per quanto riguarda invece la partita DNSH e il passaggio dei progetti dal piano Transizione 4.0 al Transizione 5.0 invece al momento non ci sono certezze né sull’esito né sulle tempistiche.

Un passo verso la sostenibilità

Il Piano Transizione 5.0 rappresenta un’opportunità importante per le imprese italiane che vogliono investire in un futuro più sostenibile. Con le modifiche in arrivo il Governo intende rendere questo percorso più accessibile e vantaggioso, contribuendo alla transizione ecologica del sistema produttivo italiano.

Come ha sottolineato il professor Timpano durante l’incontro, “la sostenibilità non può essere solo un adempimento burocratico. Le imprese devono comprenderne il valore strategico per la loro competitività”.

Appuntamento a Bologna il 13 dicembre

In conclusione dell’incontro Fiasché ha dato appuntamento alle imprese il 13 dicembre pomeriggio a Bologna. Per quella data infatti è fissato un nuovo appuntamento (in presenza) organizzato sempre da F-Engineering Consulting con il patrocinio dell’Ordine degli Ingegneri di Bologna e di Confapi Emilia e con la partecipazione di Marco Calabrò ed altri eminenti ospiti, dove saranno approfonditi quegli aspetti che durante il webinar sono stati appena accennati per questioni di tempo.

“In quell’occasione – dice Fiaschè – ci auguriamo di poter commentare le novità presentate dal Governo nella manovra di bilancio”.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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