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Transizione 5.0, a giugno decreto attuativo e circolare, novità per imprese energivore e soggetti certificatori

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha completato il lavoro sul decreto attuativo del Piano Transizione 5.0, che passa ora al vaglio di MASE e MEF e poi della Commissione UE. Decreto e circolare ministeriale arriveranno a giugno. Le nuove misure includono l’ampliamento dei soggetti certificatori. Si lavora per dare la possibilità di accedere agli incentivi anche alle imprese energivore .

Pubblicato il 28 Mag 2024

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Arriverà per giugno il decreto attuativo del Piano Transizione 5.0, con alcune novità sulle imprese a cui si rivolge la misura e sui soggetti abilitati a rilasciare le dichiarazioni ex ante ed ex post: a confermarlo è Raffaele Spallone, dirigente del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) nel corso del suo intervento alla plenaria di apertura di SPS Italia.

Spallone ha spiegato che proprio in questi giorni il decreto passerà al concerto del Mef, con cui il Mimit sta già lavorando proprio per sciogliere alcuni nodi e rendere la misura più efficace.

Al centro del lavoro tre temi principali: l’applicazione del principio DNSH (Do No Significant Harm), strettamente connessa al secondo tema, quello della fruizione del Piano da parte delle imprese che rientrano nell’ETS – il “sistema di scambio di quote di emissione” europeo – e, infine, la platea dei soggetti che potranno rilasciare le certificazioni che andranno ad attestare la riduzione dei consumi energetici.

Al decreto attuativo seguirà a stretto giro una circolare operativa che servirà a dare alle imprese indicazioni chiare sia su come accedere agli incentivi del Piano Transizione 5.0 che a fare il punto sulle agevolazioni legate a Transizione 4.0, alla luce di tutte le revisioni che si sono susseguite in questi anni.

In mattinata è arrivata anche la conferma del Ministro Adolfo Urso sia sui tempi di uscita dei decreti attuativi che sui temi su cui ci si può aspettare alcune novità. Facciamo il punto della situazione su cosa emerge dalle dichiarazioni di Spallone e di Urso.

Transizione 5.0 anche per le imprese energivore

Ricordiamo che il Piano Transizione 5.0 è stato introdotto dall’articolo 38 del Decreto-Legge 39 del 2 marzo 2024, che delineava le regole di accesso agli incentivi per la transizione energetica e le opportunità di agevolazione delle imprese.

Nonostante il ministero abbia chiarito da subito che la norma si applica retroattivamente agli investimenti realizzati a partire dal 1° gennaio 2024 che permettono di raggiungere i target di risparmio energetico fissati dalla norma (il 3% sulla struttura produttiva o il 5% sul processo), i ritardi nella pubblicazione dei decreti attuativi hanno creato una situazione di stallo per gli investimenti, come lamentano le associazioni di rappresentanza dei costruttori di macchine.

Ritardi che, ha spiegato Spallone, sono attribuibili sia alla complessità del Piano che alla volontà del Ministero di allargare la disciplina anche alle imprese altamente energivore che in linea di principio non potevano rientrare nella misura.

Infatti, essendo un piano finanziato dai fondi del PNRR – che a loro volta sono a valere sul piano Next Generation EU –, le policy contenenti devono essere in linea con il principio europeo del DNHS, vale a dire che non possono essere agevolati investimenti che creano un danno significativo all’ambiente e che quindi allontanerebbero l’UE dal raggiungimento dei target di riduzione delle emissioni.

“Per noi questo era un tema centrale, sentito dalle associazioni di categoria, ma anche un tema di policy fondamentale. Noi dobbiamo lavorare sulla riduzione dei consumi energetici e quindi è importante considerare come potenziali beneficiari della misura anche le aziende energivore, che rientrano nel meccanismo dell’ETS”, ha spiegato il Dirigente.

Sono infatti queste imprese, ha spiegato Spallone, a incidere pesantemente sui consumi energetici dell’industria italiana, e conseguentemente sulle emissioni generate dalla nostra economia.

“Sarebbe stato surreale promuovere una misura volta alla decarbonizzazione che lasciasse fuori i grandi protagonisti. Non è necessario solo per raggiungere il target di risparmio cumulativo di 0,4 Mtep nei consumi energetici nel periodo 2024-2026, ma è indispensabile per il futuro del nostro Paese”, ha spiegato.

Si amplia la platea dei soggetti certificatori

Altro punto su cui sta lavorando il Ministero e che verrà definito dal decreto attuativo riguarda i soggetti certificatori che dovranno rilasciare i la certificazione ex ante – a dimostrazione che il progetto, così come immaginato, porta una riduzione dei consumi energetici sulla struttura o sul processo interessato – e la certificazione ex post, che deve attestare che l’investimento è stato realizzato conformemente a quanto inizialmente immaginato.

La legge stabilisce che le due certificazioni devono essere realizzate dagli Esperti in Gestione dell’Energia (EGE) certificati da organismo accreditato secondo la norma UNI CEI 11339 e dalle Energy Service Company (ESCo) certificate da organismo accreditato secondo la norma UNI CEI 11352.

Spallone ha confermato che per non creare colli di bottiglie nel decreto attuativo si amplierà la platea dei soggetti che potranno rilasciare queste certificazioni senza le quali, ricordiamo, le imprese non possono accedere agli incentivi previsti dal Piano.

Transizione 5.0, dopo il decreto in arrivo anche la circolare operativa

Subito dopo il decreto dovrebbe arrivare la circolare operativa che fornirà linee guida sia per le imprese che per i certificatori. Si tratterà, come ha spiegato Spallone, di un documento molto corposo, che fornirà esempi concreti di applicazione degli incentivi e dei cosiddetti scenari controfattuali, necessari per le imprese di nuova costituzione, ma anche per le aziende che realizzano un investimento in linee e impianti che non hanno un valido riferimento interno.

All’interno della circolare, inoltre, ci sarà un riordino della disciplina di Transizione 4.0, per mettere alcuni punti fermi dopo le modifiche che si sono susseguite negli ultimi anni: “Saranno riordinate le diverse circolari operative che sono uscite sul 4.0 nel corso degli anni, mentre su transazione 5.0 una guida con degli esempi, ad esempio su come stimare il fabbisogno per l’autoproduzione, su come calcolare il risparmio e un focus sugli scenari controfattuali”.

La conferma del Ministro Urso: decreti attuativi pronti per giugno

In mattinata è arrivata anche la conferma del Ministro Urso sui tempi di pubblicazione di decreto attuativo e circolare.

“I decreti per Industria 5.0 saranno definiti per giugno e le imprese possono programmare i loro investimenti per la seconda parte dell’anno”, ha dichiarato il Ministro al termine dell’incontro con il presidente di Confindustria Emanuele Orsini.

“Siamo riusciti a definire un provvedimento che superasse alcuni vincoli che avrebbero escluso le imprese dei settori energivori italiani che sono importanti per il nostro Made in Italy”, ha aggiunto.

L’intervista a Raffaele Spallone, Dirigente del Mimit

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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