La Corte dei Conti ha registrato, dopo i dovuti controlli, il decreto attuativo del credito d’imposta per le attività di ricerca, sviluppo e innovazione che il ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli aveva firmato a fine maggio. Per la piena operatività si attende ora solo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Il decreto attuativo dà piena operatività al nuovo Piano Transizione 4.0. Patuanelli ha dato la notizia con grande enfasi. “Oggi la Corte dei Conti ha registrato il decreto che riscrive gli incentivi 4.0. Da oggi dunque parte il nuovo piano Transizione 4.0 che ha l’ambizione di essere il primo step, il primo mattone su cui costruire la nuova politica industriale dell’Italia”.
Indice degli argomenti
Patuanelli: “Daremo alle imprese la possibilità di scegliere”
Il Piano Transizione 4.0, che sfrutta 7 miliardi di euro stanziati nella scorsa legge di bilancio, ha sostituito i precedenti incentivi per il sostegno all’innovazione delle imprese, introducendo un meccanismo basato su crediti d’imposta sia per l’acquisto di beni materiali ed immateriali, sostituendo super e iperammortamento, sia per le attività di ricerca, sviluppo, innovazione e design ora definite con il decreto ministeriale firmato dal ministro.
“Abbiamo investito 7 miliardi di euro mantenendo le qualità del vecchio piano impresa 4.0 e migliorando alcuni aspetti”, sottolinea Patuanelli. “In primis la platea: con Transizione 4.0 aumenta del 40% la platea dei potenziali beneficiari del mondo 4.0. Con l’adozione del credito d’imposta come strumento unico di accesso agli incentivi garantiamo un effetto leva tra innovazione ed ecosostenibilità preservando il pieno automatismo delle misure”.
Poi il ministro – forse recependo parte dei suggerimenti del Piano Colao, forse ascoltando le richieste delle imprese – dà un’importante anticipazione. “Valuteremo l’efficacia di questo passaggio al sistema dei crediti d’imposta, magari pensando sin d’ora a un meccanismo ad opzione tra il nuovo metodo e il vecchio sistema basato sulla maggiorazione degli ammortamenti (superammortamento e iperammortamento, ndr) che le imprese conoscono bene”.
A chi servirebbe il “vecchio sistema”? Per esempio alle aziende che, cumulando diversi crediti d’imposta, potrebbero terminare la “capienza” delle poste compensabili. E, più in generale, alle aziende che prevedono di chiudere i bilanci in utile e che avrebbero quindi convenienza ad abbattere il reddito imponibile, riservandosi le compensazioni dei crediti d’imposta per altri incentivi.
Tornando al piano, Patuanelli ne elenca gli ulteriori vantaggi, tra cui “un importante anticipo dei tempi di fruizione” e l’eliminazione dei “vincoli tra investimenti in beni materiali e immateriali”, oltre che la “maggiore attenzione all’innovazione, agli investimenti Green e per le attività di design e ideazione estetica. Il tutto per valorizzare ulteriormente la produzione del nostro made in Italy”.
La proroga del piano
Il Piano attualmente è stato finanziato e disposto per il solo 2020, ma una sua triennalizzazione e potenziamento è tema al centro del dibattito di questi giorni, in cui il Governo sta definendo la strategia per rilanciare l’economia nazionale dopo la crisi da Covid-19.
Le modalità per rendere stabile e più incisivo (con un aumento delle aliquote e dei tetti di spesa) questo strumento sono allo studio del Ministero (qui abbiamo illustrato le proposte in campo): il Governo ha infatti inserito nel documento programmatico “Progettiamo il rilancio” (sottoposto al confronto delle associazioni di categoria durante gli Stati Generali) la “conferma per il prossimo triennio” e il “potenziamento del Piano Transizione 4.0”.
E un’ulteriore conferma arriva dalle parole che oggi ha detto il ministro Patuanelli: “Quello che da oggi dobbiamo fare come governo è abbracciare stabilmente una politica economica che stimoli gli investimenti, la crescita, la sostenibilità e l’innovazione. Oggi più che mai serve una prospettiva economica e industriale di lungo respiro. Il Piano Transizione 4.0 va in questa direzione e nulla ci vieta di ragionare nei prossimi mesi ad un suo ulteriore potenziamento, rendendo strutturali le misure 4.0 grazie a programmazioni pluriennali, almeno triennali”.
I contenuti del decreto attuativo
Il decreto ministeriale definisce quali attività siano da considerarsi:
- di ricerca e sviluppo premiate con credito d’imposta al 12% delle spese agevolabili nel limite massimo di 3 milioni di euro (articolo 2)
- di innovazione tecnologica premiate con credito d’imposta al 6% delle spese agevolabili nel limite massimo di 1,5 milioni di euro (articolo 3)
- di design e ideazione estetica premiate con credito d’imposta al 6% delle spese agevolabili nel limite massimo di 1,5 milioni di euro (articolo 4)
Individua inoltre, nell’ambito delle attività di innovazione tecnologica, quali siano gli obiettivi di innovazione digitale 4.0 e gli obiettivi di transizione ecologica rilevanti per la maggiorazione dal 6% al 10% dell’aliquota del credito d’imposta (articolo 5).
Vengono determinate infine le spese ammissibili al credito d’imposta e la documentazione necessaria per beneficiarne (articolo 6).
In questo articolo potete trovare tutti i dettagli del decreto attuativo
Credito d’imposta per ricerca, sviluppo e innovazione, ecco il testo del decreto attuativo
Qui di seguito invece potete consultare e scaricare in PDF ufficiale contenente il testo del decreto attuativo del Piano Transizione 4.0 registrato dalla Corte dei Conti.