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Tecnologia, cultura e competenze: dal Cim4.0 uno studio per promuovere l’adozione dell’AI nelle PMI

Nel corso dell’evento inaugurale di A&T 2024, il Competence Center Cim4.0 ha presentato uno studio sull’AI per l’industria, enfatizzando l’importanza dell’adozione consapevole di queste tecnologie per le PMI italiane, con l’obiettivo di guidarle verso una trasformazione digitale e sostenibile in linea con Industria 5.0.

Pubblicato il 14 Feb 2024

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Non bisogna lasciarsi spaventare dall’impatto disruptive dell’intelligenza artificiale, ma occorre capirne le potenzialità e coglierne le opportunità, per cavalcare una trasformazione da cui non ci si può sottrarre: è questo il messaggio che viene dal palco della conferenza di apertura della fiera Automation and Testing, giunta quest’anno alle sue 18ª edizione.

Nel corso della conferenza inaugurale della fiera, che si svolgerà all’Oval di Lingotto fino a venerdì 16 febbraio, il Competence Center Cim4.0 ha presentato lo studio inedito “L’Intelligenza Artificiale per l’industria, Scenari e linee guida per le imprese del Made in Italy”.

“L’obiettivo di questo studio è quello di fornire e alle piccole e medie imprese italiane uno strumento concreto di conoscenza e di puntuale orientamento rispetto all’applicazione dell’intelligenza artificiale, sfatando i falsi miti, ridimensionando le paure legate a questa nuova tecnologia e andando a generare una nuova e coraggiosa ondata di realismo funzionale allo sviluppo della competitività del nostro Paese”, spiega Enrico Pisino, Ceo del Competence Center Cim4.0.

Il legame tra Industria 4.0, AI e Industria 5.0

Il documento parte dall’analisi del contesto italiano per individuare opportunità e gap nell’adozione dell’AI.

Un’adozione che, hanno sottolineato gli esperti del Cim4.0, deve avvenire lungo le direttive di Industria 5.0, partendo quindi con le tecnologie e i paradigmi implementati da Industria 4.0 per guardare a un futuro più sostenibile e competitivo.

I numeri dell’AI in Italia

Il mercato globale dell’AI è stato valutato 150,2 miliardi di dollari nel 2023 e si prevede una sua progressiva affermazione con un tasso di crescita annuo composto (CAGR) del 36,8% sino al 2030.

Si stima che l’industria manifatturiera otterrà il maggior beneficio finanziario dall’adozione dell’AI, con un guadagno atteso di 3,8 trilioni di dollari entro il 2035, alterando drasticamente l’impatto economico del settore, aprendo le porte a nuove opportunità di efficienza, innovazione e competitività.

Inoltre, si prevede che l’AI creerà circa 97 milioni di nuovi posti di lavoro, potenzialmente contrastando le preoccupazioni legate al licenziamento in massa della forza lavoro.

I gap e le motivazioni legate all’adozione dell’AI

Dai dati che emergono dallo studio del Cim4.0, si desume che l’intelligenza artificiale impatti in modo significativo sulla riduzione dei costi di produzione introducendo efficienze, migliorando la precisione e ottimizzando l’intero processo produttivo.

Rimane forte, tra grandi imprese e PMI, il gap rispetto all’adozione di queste tecnologie intelligenti che consentono alle macchine di apprendere da esperienze passate, adattarsi a nuove situazioni e prendere decisioni complesse in tempo reale.

Infatti solo l’8% delle piccole e medie imprese utilizza l’AI nella produzione e il 6% nella logistica, mentre nelle grandi aziende tali percentuali raggiungono rispettivamente il 26% e il 32%.

Le motivazioni che rimarcano la distanza applicativa degli algoritmi intelligenti da parte soprattutto delle PMI sono da ricondurre a:

  • una difficoltà/impossibilità di misurazione del valore monetario dell’AI
  • una complessa percezione del valore finale dell’AI in termini di efficientamento della produzione o dell’ottimizzazione dei processi
  • una scarsa confidenza rispetto alla digitizzazione, ovvero la conversione di informazioni e dati analogici in digitale, processo necessario prima di trasferire i dati agli algoritmi intelligenti

Queste criticità rappresentano quasi il 62% della totalità dei problemi che l’industria affronta quando considera l’avvio di iniziative legate all’intelligenza artificiale.

L’adozione tempestiva delle tecnologie emergenti, con l’AI generativa in prima linea, è essenziale per mantenere una posizione competitiva e preservare quote di mercato.

Per raggiungere questi obiettivi lo studio – attraverso una roadmap analitica e la narrazione di casi applicativi di successo – definisce il percorso più adeguato da compiere: digitizzazione, digitalizzazione, trasformazione dei processi verso Industria 4.0 già proiettata al 5.0.

Le raccomandazioni per una corretta applicazione dell’AI

Tra le raccomandazioni evidenziate dal Cim4.0 verso tutte le imprese che desiderano adottare l’intelligenza artificiale nei loro processi industriali, vi è in primo luogo l’avvio di un processo di trasformazione digitale.

A seguire è importante puntare su una formazione specialistica e sull’aggiornamento continuo delle competenze dei lavoratori sempre più focalizzate a progettare, implementare e gestire sistemi di Artificial Intelligence.

Completano il quadro la scelta di corrette e competitive infrastrutture tecnologiche (approccio cloud versus edge) flessibili soprattutto nell’ambito dell’implementazione – in questo caso le PMI in particolare possono essere supportate dai Centri di Competenza Nazionale, come ad esempio il Cim4.0 – e  una cultura aziendale orientata all’innovazione, con il coinvolgimento del personale e l’adozione di adeguati modelli di governance che tengano conto anche di tutti gli aspetti di carattere regolatorio che riguardano l’AI.

“Dobbiamo rivoluzionare il modo di fare impresa in modo che la transizione digitale e green rappresenti una nuova opportunità per il nostro Paese. Quindi affidarci ai giovani, dargli responsabilità per farli confrontare sul mercato globale”, commenta Pisino.

“Il mio invito, quindi è quello di considerare che bisogna cambiare approccio allo sviluppo industriale. Cavalcare sì le nuove tecnologie, ma guardano al 5.0, alla sostenibilità. È lì che l’AI diventa la leva per restare competitivi. Non affoghiamo nelle nuove tecnologie ma vediamo la linea 5.0 come quella che porterà la manifattura italiana ed europea ad essere competitive nei prossimi anni”, aggiunge.

Inaugurata la Casa dell’intelligenza artificiale

L’evento di apertura dell’edizione 2024 di A&T è stata anche l’occasione per inaugurare la Casa dell’intelligenza artificiale,  la prima grande novità di A&T 2024 progettata dal Cim4.0.

Uno spazio dimostrativo frutto dello sforzo congiunto di 19 tra grandi imprese internazionali, PMI e startup protagoniste della quinta rivoluzione industriale, che presentano all’interno di uno spazio interattivo e tridimensionale, 17 soluzioni applicative e tecnologie di ultima generazione, basate sugli algoritmi intelligenti, dedicate al mondo della manifattura e della supply chain.

Dal robot cognitivo al rover per le esplorazioni lunari, dagli algoritmi intelligenti a supporto della qualità e della sicurezza dei lavoratori, all’uso di ChatGTP per le manutenzioni predittive.

Una scelta, quella di realizzare per la prima volta in Italia una grande area dimostrativa dedicata all’intelligenza artificiale, che nasce da due esigenze ben precise: da una parte offrire agli imprenditori italiani e al business industriale internazionale un plafond di opportunità tecnologicamente sostenibili, sulle diverse applicazioni legate al 4 e 5.0.

Dall’altra sottolineare come Torino e il Piemonte siano pronti a cogliere la sfida, già confermata dal Governo, di essere sede del Centro Nazionale sull’intelligenza artificiale.

“La Regione sta mettendo a terra notevoli investimenti perché sappiamo che le persone hanno bisogno di essere accompagnate. Torino punta a diventare la capitale dell’AI, con la speranza che anche sul tema semiconduttori le azioni intraprese possano portarci a una posizione di rilievo”, commenta Andrea Tronzano, Assessore Regionale del Piemonte deleghe Bilancio, Finanze, Programmazione
economico-finanziaria, Patrimonio, Sviluppo delle attività produttive e delle piccole e medie imprese.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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