Spada (Assolombarda): “Cresce la volatilità delle materie prime e i prezzi si mantengono elevati. Introdurre con urgenza il tetto al prezzo del gas”

L’analisi del Centro Studi di Assolombarda sull’andamento del prezzo delle materie prime mostra che la corsa alle quotazioni è entrata in una nuova fase, con i prezzi che sono diminuiti rispetto al picco determinato dallo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina ma che rimangono, comunque, su livelli molto elevati rispetto al pre-Covid. A preoccupare è l’aumento della volatilità, che rappresenta un’ulteriore preoccupazione per le imprese. Per tutelare l’attività delle imprese il Presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, chiede che il Governo introduca subito un tetto al prezzo del gas naturale.

Pubblicato il 16 Giu 2022

Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda

La corsa delle quotazioni delle materie prime è entrata in una nuova fase, con i prezzi che sono diminuiti rispetto al picco determinato dallo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina ma rimangono, comunque, su livelli molto elevati rispetto al pre-Covid: è quanto riporta l’ultima analisi del Centro Studi di Assolombarda.

Dall’analisi emerge che resta comunque alta la pressione sui margini delle imprese, soprattutto a causa degli aumenti di gas naturale (+647%) e petrolio Brent (+104%), a cui si aggiunge una consistente e diffusa volatilità sui mercati delle commodity, che rappresenta un ulteriore elemento di preoccupazione.

Gas naturale, energia e petrolio: aumenta la volatilità dei prezzi

I prodotti energetici sono tra le materie prime che hanno registrato i maggiori rialzi nel recente passato. In particolare, il prezzo del gas naturale europeo, dopo il picco di inizio marzo intorno a 220 €/MWh, ha leggermente ritracciato attestandosi il 13 giugno a 83,4 €/MWh, oltre sette volte i livelli pre Covid e vicino ai valori registrati prima dello scoppio della guerra.

Negli ultimi giorni, tuttavia, le frizioni sul lato dell’offerta stanno determinando una notevole volatilità, con il prezzo del TTF che ha nuovamente raggiunto i 100 €/MWh il 15 giugno.

Un andamento simile ha seguito l’energia elettrica, con il Prezzo Unico Nazionale (PUN) che, pur avendo assorbito i picchi estremi osservati nei mesi scorsi, oscilla ora intorno a livelli quasi cinque volte maggiori rispetto al pre Covid (210,1 €/MWh il 13 giugno).

Tra gli energetici, infine, si distingue il petrolio Brent, il cui prezzo si caratterizza per una crescita continua e in accelerazione: il barile ha superato nei giorni scorsi quota 120$, portandosi su livelli doppi rispetto a gennaio 2020, e l’apprezzamento del dollaro nei confronti dell’euro ha contribuito all’aumento delle quotazioni in euro.

Andamento che preoccupa Assolombarda, che torna a chiedere interventi urgenti da parte del Governo per tutelare le imprese.

“Si tratta di un ulteriore elemento di preoccupazione per le imprese che ormai da mesi si trovano a lavorare in condizioni di difficoltà. Per questo, occorre agire subito attivando la misura più urgente: l’introduzione del tetto al prezzo del gas. È la soluzione che può impedire a molte imprese di ridurre la produzione o, nel peggiore dei casi, di fermarla del tutto”, commenta il Presidente di Assolombarda, Alessandro Spada.

L’andamento dei prezzi dei materiali ferrosi e non ferrosi

Tra i metalli ferrosi, l’acciaio registra nelle ultime settimane un calo marcato, pari al -34,0% rispetto al picco, che lo riporta ai livelli di inizio febbraio, comunque quasi doppi rispetto a gennaio 2020. Il prezzo del minerale di ferro oscilla intorno ai 130 €/Ton, pari a circa una volta e mezza il livello pre Covid.

Sul fronte dei metalli non ferrosi, il nichel ha parzialmente riassorbito lo shock che aveva portato alla sospensione delle contrattazioni sul London Metal Exchange (-36,0% dal picco), con un prezzo che si attesta ora intorno ai 25mila euro per tonnellata, pari a +106,8% rispetto a gennaio 2020.

Il prezzo dell’alluminio, cresciuto in modo costante fino a inizio marzo 2022, è ora in una fase di riduzione che lo ha portato sotto i livelli di inizio febbraio (2476,6 €/Ton il 13 giugno, +55,2%
rispetto al pre Covid.

Il prezzo del rame si è stabilizzato intorno al +60% rispetto al pre Covid, interrompendo così la lenta crescita che ha caratterizzato gli ultimi mesi (8885,2 €/Ton il 13 giugno). I prezzi dello zinco e del cobalto hanno registrato una riduzione tra fine aprile e inizio maggio, anche se si trovano ancora su livelli sostenuti rispetto al pre Covid, rispettivamente +62,5% e +138,6%.

Tra le materie prime strategiche per la transizione energetica, il molibdeno ha registrato un forte incremento di prezzo nel corso del 2021, poi nelle ultime settimane si è leggermente ridotto portandosi a quota 16,4 €/Libbra posizionandosi così a +88,1% su gennaio 2020.

Per quanto riguarda piombo e argento, i prezzi si sono recentemente stabilizzati intorno al +20% rispetto al pre Covid.

Legno e cotone

Il prezzo del legno è sceso in modo marcato negli ultimi mesi, registrando un -62,2% rispetto al picco da inizio conflitto. Tuttavia, le quotazioni restano superiori ai livelli pre Covid di oltre un terzo.

Il prezzo del cotone potrebbe aver interrotto il trend di continui rialzi che lo ha portato su livelli più che doppi rispetto al pre Covid. Anche per questa materia prima, infatti, si è registrata una
lieve riduzione di prezzo nelle ultime settimane (-5,4% dal picco).

Si stabilizzano i prezzi delle materie prime della filiera agroalimentare

I prezzi delle materie prime della filiera agroalimentare, fortemente impattati dalla guerra in Ucraina, sembrano essersi stabilizzati. Rispetto al picco dallo scoppio del conflitto, il prezzo del frumento è calato del -22%, assestandosi intorno a quota 10,2 €/bushel.

In modo simile, il prezzo del mais è calato del -6% dal picco, portandosi su un livello di 7,4 €/bushel al 13 giugno (Grafico 6). In entrambi i casi, nonostante il parziale ritracciamento, si tratta comunque di livelli di prezzo doppi rispetto a quelli del pre Covid.

Anche sul fronte degli oli si assiste ad una iniziale stabilizzazione dei prezzi. L’olio di palma oscilla da alcune settimane intorno ai 1300 €/Ton, un livello doppio rispetto al pre Covid. Il prezzo
dell’olio di soia, sceso del -12,0% rispetto al picco post conflitto, è ora circa due volte e mezza maggiore rispetto a gennaio 2020.

Infine, il prezzo dell’olio di semi di girasole ha in parte riassorbito lo shock particolarmente intenso registrato in seguito allo scoppio del conflitto e si attesta ora sui 1.810 $/Ton, un livello più che doppio rispetto al pre Covid.

Per quanto riguarda il prezzo dei fertilizzanti, anch’essi caratterizzati negli ultimi mesi da notevoli aumenti, l’urea e nitrato di ammonio (UAN) registra un calo del -11,3% rispetto al picco, portandosi sui 620,6 $/Ton, un livello di oltre quattro volte quello del pre Covid.

I prezzi delle materie prime nel confronto con il periodo pre-Covid

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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