La sostenibilità è una realtà sempre più diffusa e concreta nella manifattura italiana. Le aziende più grandi guidano e trainano lo sviluppo – anche in questo ambito come in molti altri dell’innovazione –, mentre le piccole e medie imprese seguono in ordine sparso, con le solite eccezioni e avanguardie di eccellenza.
Lo sviluppo delle attività e politiche virtuose nelle imprese italiane è stato esaminato e illustrato dall’Istat, che come sempre sul tema mette a disposizione una valanga di numeri e dati utili a comprendere la situazione di scenario e le possibili evoluzioni future.
“Le grandi imprese sistematicamente sono le più attive in tutte le azioni di sostenibilità sociale e il divario con le piccole imprese è ancora notevole in tutte le tipologie di azioni”, rileva l’Istituto nazionale di statistica: “osservando i singoli settori del manifatturiero, le più alte percentuali di imprese attive nelle varie azioni indagate di sostenibilità sociale risultano essere quelle attive nelle Altre industrie e riparazioni macchine, nella Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche e nelle Industrie alimentari e tabacco”.
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Sette aziende manifatturiere su dieci sono virtuose
Ecco i numeri dello scenario: il 69% delle imprese manifatturiere, a giugno scorso, ha già intrapreso azioni di sostenibilità. Tra queste, il 56% adotta azioni di tutela ambientale, il 61% di responsabilità sociale e il 39% di sostenibilità economica. Le grandi imprese sono mediamente più attive in tutte le pratiche di sostenibilità: oltre nove grandi imprese su 10 (91% del totale) svolgono azioni di sostenibilità, contro il 47% delle piccole imprese.
Guidano le aziende del petrolifero e farmaceutica
Da un punto di vista geografico, sono le imprese manifatturiere del Nord-ovest e del Nord-est a svolgere più iniziative di sostenibilità, rispettivamente il 71% e il 70% del totale delle imprese manifatturiere, al Centro sono il 65%, mentre al Sud la percentuale è del 60%.
Tra i settori economici, la più alta quota di imprese che intraprendono azioni di sostenibilità si rileva nella Fabbricazione di coke e prodotti petroliferi (90% delle imprese), seguono la Farmaceutica (88%) e la Fabbricazione dei mezzi di trasporto (86% dei casi). Emerge come meno virtuoso il settore della Metallurgia con il 57% delle imprese, seguito dalle Altre industrie (62%).
Lo sviluppo della Sostenibilità nel settore dei servizi
Per quanto riguarda invece il settore dei servizi, il 62% delle imprese ha intrapreso azioni di sostenibilità. Tra queste, il 49% ha svolto iniziative di tutela ambientale, il 57% pratiche di sostenibilità sociale e il 35% azioni di sostenibilità economica. Anche qui, le più attive (4 su 5) sono le grandi imprese.
Le azioni socialmente sostenibili comprendono: la sicurezza nei luoghi di lavoro (46% delle imprese che svolgono sostenibilità sociale), il welfare aziendale (39%) e il lavoro agile (38%). Seguono le azioni per gli orari flessibili e il part time (33%), la salvaguardia delle pari opportunità (32%) e la promozione dello sviluppo professionale (28%). Meno praticate sono le azioni di rigenerazione urbana (12%).
Guardando al futuro, “il 55% delle imprese dei servizi che adottano pratiche sostenibili prevede per i prossimi anni iniziative di responsabilità sociale”, sottolinea l’analisi dell’Istat, ma “l’impegno sarà minore in particolare nel lavoro agile, essenzialmente per le grandi imprese, e in diverse altre azioni, compresa la sicurezza nei luoghi di lavoro, che tuttavia rimane la principale azione di sostenibilità sociale”.
Le prospettive nel triennio 2023-2025
Per il periodo 2023-2025, si prevede un aumento delle aziende che svolgeranno attività di sostenibilità sociale, che interesserà il 65% delle imprese manifatturiere che fanno sostenibilità.
Nel triennio, tra le iniziative che verranno maggiormente intraprese dalle imprese troviamo ancora la sicurezza sul lavoro e dei processi produttivi, rispettivamente il 56% e il 47% dei casi, seguite dal welfare aziendale con il 40%. Mentre lo smart working e il mantenimento dell’occupazione anche in presenza di profitti ridotti diminuiranno (rispettivamente al 33% e al 18% delle imprese che svolgono attività sociali), il calo sarà da attribuire soprattutto al minore ricorso allo smartworking.
Anche nelle azioni programmate per il futuro le grandi imprese saranno le più attive, ma aumenteranno in proporzione gli sforzi nelle varie pratiche di sostenibilità sociale anche delle medie e delle piccole imprese. In prospettiva tra i settori si confermano più attive le imprese nella Fabbricazione di articoli di gomma e materie plastiche, nelle Altre industrie e nelle Industrie alimentari e tabacco.