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Sostenibilità, i dati dell’Istat: virtuose sette imprese manifatturiere su dieci

Pratiche sostenibili già molto diffuse nelle grandi aziende, con oltre il 90% del totale. Tra i settori di attività, guidano le imprese specializzate nella fabbricazione di articoli di gomma e materie plastiche, nelle industrie alimentari e tabacco e nelle altre industrie

Pubblicato il 12 Ott 2023

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La sostenibilità è una realtà sempre più diffusa e concreta nella manifattura italiana. Le aziende più grandi guidano e trainano lo sviluppo – anche in questo ambito come in molti altri dell’innovazione –, mentre le piccole e medie imprese seguono in ordine sparso, con le solite eccezioni e avanguardie di eccellenza.

Lo sviluppo delle attività e politiche virtuose nelle imprese italiane è stato esaminato e illustrato dall’Istat, che come sempre sul tema mette a disposizione una valanga di numeri e dati utili a comprendere la situazione di scenario e le possibili evoluzioni future.

Le grandi imprese sistematicamente sono le più attive in tutte le azioni di sostenibilità sociale e il divario con le piccole imprese è ancora notevole in tutte le tipologie di azioni”, rileva l’Istituto nazionale di statistica: “osservando i singoli settori del manifatturiero, le più alte percentuali di imprese attive nelle varie azioni indagate di sostenibilità sociale risultano essere quelle attive nelle Altre industrie e riparazioni macchine, nella Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche e nelle Industrie alimentari e tabacco”.

Sette aziende manifatturiere su dieci sono virtuose

Ecco i numeri dello scenario: il 69% delle imprese manifatturiere, a giugno scorso, ha già intrapreso azioni di sostenibilità. Tra queste, il 56% adotta azioni di tutela ambientale, il 61% di responsabilità sociale e il 39% di sostenibilità economica. Le grandi imprese sono mediamente più attive in tutte le pratiche di sostenibilità: oltre nove grandi imprese su 10 (91% del totale) svolgono azioni di sostenibilità, contro il 47% delle piccole imprese.

Non solo. Luoghi di lavoro e processi produttivi risultano più sicuri tra le imprese manifatturiere: le pratiche di sostenibilità sociale (applicate dal 60% delle imprese che praticano sostenibilità) includono misure per la sicurezza nei luoghi di lavoro (53% delle imprese manifatturiere), sicurezza dei processi produttivi (43%), welfare aziendale (38%); segue il lavoro agile (34% delle imprese). Poco praticati il congedo parentale e la salvaguardia delle pari opportunità applicati soltanto dal 24% delle imprese che svolgono azioni socialmente sostenibili.

Guidano le aziende del petrolifero e farmaceutica

Da un punto di vista geografico, sono le imprese manifatturiere del Nord-ovest e del Nord-est a svolgere più iniziative di sostenibilità, rispettivamente il 71% e il 70% del totale delle imprese manifatturiere, al Centro sono il 65%, mentre al Sud la percentuale è del 60%.
Tra i settori economici, la più alta quota di imprese che intraprendono azioni di sostenibilità si rileva nella Fabbricazione di coke e prodotti petroliferi (90% delle imprese), seguono la Farmaceutica (88%) e la Fabbricazione dei mezzi di trasporto (86% dei casi). Emerge come meno virtuoso il settore della Metallurgia con il 57% delle imprese, seguito dalle Altre industrie (62%).

Guardando alle componenti della sostenibilità, nel settore della Fabbricazione di coke e di prodotti petroliferi le imprese sono più attive nelle pratiche di tutela ambientale (89% del totale), ma anche per la sostenibilità sociale (88%) e per quella economica (con il 75% delle imprese). Nella Farmaceutica prevale la componente sociale, con l’83% delle aziende, quella ambientale con l’80% dei casi, e quella economica con il 52% del totale.

Lo sviluppo della Sostenibilità nel settore dei servizi

Per quanto riguarda invece il settore dei servizi, il 62% delle imprese ha intrapreso azioni di sostenibilità. Tra queste, il 49% ha svolto iniziative di tutela ambientale, il 57% pratiche di sostenibilità sociale e il 35% azioni di sostenibilità economica. Anche qui, le più attive (4 su 5) sono le grandi imprese.

Le azioni socialmente sostenibili comprendono: la sicurezza nei luoghi di lavoro (46% delle imprese che svolgono sostenibilità sociale), il welfare aziendale (39%) e il lavoro agile (38%). Seguono le azioni per gli orari flessibili e il part time (33%), la salvaguardia delle pari opportunità (32%) e la promozione dello sviluppo professionale (28%). Meno praticate sono le azioni di rigenerazione urbana (12%).

Il settore dei Trasporti e magazzinaggio è quello che mostra la percentuale più alta di imprese attive in azioni di sostenibilità con il 77% del totale, tra esse il 75% è attiva in sostenibilità sociale. Il settore dei Servizi alle imprese e altri servizi è quello meno virtuoso, solo il 49% delle imprese persegue azioni di sostenibilità, il 41% di queste è attivo nella sostenibilità sociale.

Guardando al futuro, “il 55% delle imprese dei servizi che adottano pratiche sostenibili prevede per i prossimi anni iniziative di responsabilità sociale”, sottolinea l’analisi dell’Istat, ma “l’impegno sarà minore in particolare nel lavoro agile, essenzialmente per le grandi imprese, e in diverse altre azioni, compresa la sicurezza nei luoghi di lavoro, che tuttavia rimane la principale azione di sostenibilità sociale”.

Le prospettive nel triennio 2023-2025

Per il periodo 2023-2025, si prevede un aumento delle aziende che svolgeranno attività di sostenibilità sociale, che interesserà il 65% delle imprese manifatturiere che fanno sostenibilità.

Nel triennio, tra le iniziative che verranno maggiormente intraprese dalle imprese troviamo ancora la sicurezza sul lavoro e dei processi produttivi, rispettivamente il 56% e il 47% dei casi, seguite dal welfare aziendale con il 40%. Mentre lo smart working e il mantenimento dell’occupazione anche in presenza di profitti ridotti diminuiranno (rispettivamente al 33% e al 18% delle imprese che svolgono attività sociali), il calo sarà da attribuire soprattutto al minore ricorso allo smartworking.

“Per tutte le altre azioni socialmente sostenibili si osserva una stazionarietà o una diminuzione delle proporzioni di imprese che svolgono azioni socialmente sostenibili”, spiegano gli analisti dell’Istat: “sulla base di quanto dichiarato dalle imprese, si ridurrà progressivamente il lavoro agile soprattutto per il minor impegno da parte delle grandi imprese” (da 80 a 60%).

Anche nelle azioni programmate per il futuro le grandi imprese saranno le più attive, ma aumenteranno in proporzione gli sforzi nelle varie pratiche di sostenibilità sociale anche delle medie e delle piccole imprese. In prospettiva tra i settori si confermano più attive le imprese nella Fabbricazione di articoli di gomma e materie plastiche, nelle Altre industrie e nelle Industrie alimentari e tabacco.

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Stefano Casini

Giornalista specializzato nei settori dell'Economia, delle imprese, delle tecnologie e dell'innovazione. Dopo il master all'IFG, l'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Milano, in oltre 20 anni di attività, nell'ambito del giornalismo e della Comunicazione, ha lavorato per Panorama Economy, Il Mondo, Italia Oggi, TgCom24, Gruppo Mediolanum, Università Iulm. Attualmente collabora con Innovation Post, Corriere Innovazione, Libero, Giornale di Brescia, La Provincia di Como, casa editrice Tecniche Nuove. Contatti: stefano.stefanocasini@gmail.com

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