Quali sono stati i driver di sviluppo nell’ambito delle attività di ricerca ed innovazione svolte nelle aziende del Veneto? Il progetto MonitoRIS3 è nato proprio per rispondere a questa domanda, attivando il monitoraggio della fase attuativa della RIS3, cioè del Documento di Specializzazione Intelligente adottato dalla Regione Veneto in coerenza con le politiche nazionali ed europee per la ricerca e l’innovazione.
Durante un convegno svoltosi recentemente a Padova, sono stati analizzati i dati (non ancora definitivi) relativi ai progetti che hanno ottenuto un finanziamento nell’ambito dell’Asse 1 “Ricerca e Innovazione” e Asse 3 “Competitività” del Programma Operativo Regionale – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (POR FESR) del Veneto.
I dati emersi si prestano a molteplici e diverse interpretazioni, ma lasciano comunque trasparire delle tendenze che possono essere utili per capire le evoluzioni future dei diversi ambiti settoriali. Si tratta infatti di un campione di progetti e di aziende limitato ma molto significativo, che può aiutare a capire quali siano le traiettorie di sviluppo intraprese dalle imprese venete.
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Che cos’è la RIS3
Per meglio inquadrare i dati emersi è opportuno prima di tutto un cenno alla Strategia di Specializzazione Intelligente e alla RIS3.
Con la programmazione europea 2014-2020, al fine di rendere più efficace l’uso delle risorse economiche distribuite attraverso i contributi pubblici di derivazione europea, si è ritenuto che sia a livello nazionale che regionale, fosse opportuno concentrare gli sforzi su un numero limitato di aree ed ambiti prioritari ed evitare quindi una dispersione e frammentazione eccessiva dei finanziamenti.
La RIS3 ha cioè l’obiettivo di indirizzare le risorse pubbliche sui settori produttivi di eccellenza, tenendo conto del posizionamento strategico territoriale e delle prospettive di sviluppo future.
Su questa base per il Veneto sono state individuate 4 aree principali:
- Smart Agrifood
- Smart Manufacturing
- Creative Industries
- Sustainable Living
Questi ambiti di specializzazione non rappresentano dei settori specifico ma piuttosto dei gruppi tematici di settori presenti sul territorio.
Sono poi state incrociati con queste 4 aree 5 driver di sviluppo (Active ageing, Creatività, Design, Efficienza energetica, Sostenibilità ambientale) e 5 tecnologie abilitanti (Biotecnologie, Micro e nano elettronica, Fotonica, ICT, Sistemi avanzati di produzione).
In questo modo sono state generate 39 traiettorie di sviluppo e tecnologiche identificate come prioritarie e rilevanti per il futuro del Veneto (qui ne trovate l’elenco completo).
Smart manufacturing in testa
A sei anni dall’avvio della programmazione europea 2014-2020 si sono analizzati i dati relativi a 1.210 progetti finanziati dalla regione Veneto nell’asse 1 “Ricerca e innovazione” e nell’asse 3 “Competitività”, con un totale di risorse destinate alle imprese di 93 milioni di euro.
La ripartizione tra gli ambiti di appartenenza ha visto un prevalere dell’area tematica legata allo Smart Manufacturing, come era prevedibile vista la forte propensione manifatturiera del Veneto, ma con numeri molto significativi anche per gli ambiti dello Smart Agrifood e del Sustainable Living.
Questa è la ripartizione dei 1.210 progetti
- Smart Agrifood: 290
- Smart Manufacturing: 472
- Creative Industries: 145
- Sustainable Living: 303
Il driver della sostenibilità ambientale
Scendendo poi più nel dettaglio si è voluto identificare, sulla base delle indicazioni fornite dai beneficiari in sede di presentazione delle domande, quali driver influiscono maggiormente nelle strategie d’innovazione delle imprese partecipanti.
Già da questi dati emerge un dato molto evidente: la gran parte dei progetti che sono stati finanziati dalla regione veneto hanno riguardato la sostenibilità ambientale (48%). Un dato certamente confortante ed incoraggiante anche a livello sociale.
Incrociando poi gli ambiti con i driver di sviluppo si possono poi fare ulteriori riflessioni ed analisi.
Posto che, come abbiamo visto, la maggior parte dei progetti ha riguardato la sostenibilità ambientale, sono stati soprattutto i settori legati al sustainable living e allo smart agrifood che hanno puntato su questo driver di sviluppo, molto meno le aziende dello smart manufacturing, dove i progetti riguardanti la sostenibilità ambientale scendono sotto il 40% del totale a favore di una maggiore presenza di progetti legati all’efficienza energetica (quasi il 30%).
Interessante inoltre osservare come i settori legati allo smart agrifood si siano pressochè disinteressati ai progetti relativi all’efficienza energetica.
Tra le tecnologie abilitanti poco software
Passando poi ad analizzare i dati relativi alle tecnologie abilitanti, possiamo osservare come i sistemi avanzati di produzione abbiano rappresentato la maggior parte dei progetti approvati confermando ancora una volta la vocazione manifatturiera della regione.
Un commento lo meritano le tecnologie abilitanti legate all’ICT che rappresentano “solamente” il 18% dei progetti. Un dato che lascia aperto qualche dubbio rispetto all’effettiva trasformazione digitale delle aziende, probabilmente molto concentrate sulle componenti hardware e meno sulle componenti software.
Interessante al contempo osservare come le biotecnologie, micro e nanoelettronica abbiano livelli di investimento in R&S analoghi rispetto alle più tradizionali tecnologie ICT.
Anche in questo caso, l’incrocio degli ambiti settoriali con le tecnologie abilitanti ci consente qualche ulteriore riflessione.
I maggiori investimenti nell’ambito delle biotecnologie arrivano proprio dai settori dello smart agrifood (oltre l’80%). Dato questo che poteva evidentemente essere atteso ma che conferma come le aziende di questo settore siano fortemente orientate verso questo tipo di tecnologie.
Altro dato che appare interessante è che la micro e nano tecnologia sono tra le tecnologie abilitanti su cui il settore Smart Manufacturing e del Sustainable Living stanno puntando. Se per lo Smart Manufacturing apapre abbastanza scontato, non lo è altrettanto per l’ambito del Sustainable Living.
Altrettanto scontato appare che le tecnologie ICT siano invece le “preferite” delle Creative Industries.