manifattura circolare

Manifattura biocircolare, al via il progetto europeo GoodByO

GoodByO, progetto UE coordinato dall’IIT, svilupperà una bioraffineria che trasformerà scarti e CO2 in bioprodotti (acido bio-ottanoico, bio-esanolo, carotenoidi, ecc.) attraverso quattro fabbriche microbiche pilota. L’obiettivo è una produzione sostenibile e competitiva, riducendo l’impatto ambientale del settore manifatturiero.

Pubblicato il 09 Apr 2025

Reduction,Of,Carbon,Emissions,,Carbon,Neutral,Concept.,Net,Zero,Greenhouse


Creare una nuova bioraffineria che utilizzi scarti alimentari, CO2 biogenica e acque reflue di bioprocessi per produrre prodotti bio-based: è questo l’obiettivo del progetto GoodByO per la manifattura biocircolare.

Coordinato dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e finanziato dall’Unione Europea – attraverso il programma Circular Bio-based Europe Joint Undertaking (CBE-JU) –, il progetto mira a sviluppare una bioraffineria di nuova generazione che trasforma scarti agro-alimentari, CO2 biogenica e acque reflue industriali in prodotti sostenibili, rispondendo così alla crescente esigenza di ridurre l’impatto ambientale dell’industria manifatturiera.

GoodByO: sviluppo di bioprodotti innovativi da scarti industriali

Nel corso dei prossimi tre anni, GoodByO svilupperà quattro innovative fabbriche microbiche su scala pilota, sfruttando i flussi secondari della bioraffineria ChainCraft come materie prime.

Questi scarti gassosi e liquidi saranno utilizzati per produrre acido bio-ottanoico, bio-esanolo, carotenoidi, bio-fertilizzanti e proteine microbiche, destinati a settori come la cosmetica, la nutraceutica, l’alimentazione, l’agricoltura e la zootecnia.

L’obiettivo è dimostrare la stabilità a lungo termine di questi bioprocessi su scala pilota, raccogliendo dati utili per l’espansione industriale.

“L’approccio GoodByO aiuterà l’Europa a raggiungere i suoi obiettivi di bioeconomia circolare, favorendo uno sviluppo industriale più efficiente”, dichiara Valeria Agostino, Coordinatrice del progetto.

GoodByO punta, infatti, a introdurre un approccio circolare che dalla biomassa e dagli scarti delle filiere di produzione generi le molecole di cui la chimica verde necessita.

“Tutto questo è possibile grazie ai microrganismi e alla loro straordinaria diversità metabolica”, continua Agostino. “Sono in grado di nutrirsi di un’ampia varietà di fonti di carbonio, inclusa la CO2, e possono essere istruiti in modo mirato per produrre ciò di cui abbiamo bisogno”

Nel contesto della transizione energetica, GoodByO svilupperà anche un sistema basato su fonti rinnovabili per accumulare e utilizzare energia in modo efficiente, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili.

Un ulteriore obiettivo è rendere i prodotti “bio” competitivi sul mercato, sfidando quelli derivati da petrolio e olio di palma e incentivando le aziende ad adottare soluzioni più sostenibili.

GoodByO , coordinato dall’IIT, coinvolge dieci partner da cinque paesi europei. Tra i partner italiani figurano il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il Politecnico di Torino e il CIB-Consorzio Italiano Biogas, insieme all’olandese ChainCraft, il Centre for Renewable Energy Sources and Saving (CRES) e Brite Solar dalla Grecia, la Technische Universität di Vienna e Krajete GmbH dall’Austria, e la Masarykova Univerzita dalla Repubblica Ceca.

Un’iniziativa per la manifattura biocircolare

La Circular Bio-based Europe Joint Undertaking (CBE JU) è un’iniziativa da 2 miliardi di euro nata dalla collaborazione tra l’Unione Europea e il Bio-based Industries Consortium (BIC).

Operando sotto il programma Horizon Europe per il periodo 2021-2031, la CBE JU finanzia progetti che promuovono industrie bio-based circolari e competitive in Europa.

Basandosi sul successo della sua predecessora, la Bio-based Industries Joint Undertaking (BBI JU), la CBE JU mira ad accelerare la transizione da materie prime fossili a processi produttivi circolari bio-based, contribuendo agli obiettivi climatici dell’European Green Deal, creando posti di lavoro verdi e stimolando la crescita economica sostenibile.

L’iniziativa riunisce diversi attori del settore bio-based per affrontare sfide tecnologiche, normative e di mercato, stimolando l’innovazione e l’implementazione sul mercato attraverso un meccanismo di finanziamento pubblico-privato.

La CBE JU si concentra sul sostenere la ricerca e l’innovazione, ridurre i rischi degli investimenti, affrontare le sfide del settore, porre la sostenibilità al centro delle operazioni, rafforzare la collaborazione tra gli attori e coinvolgere un numero maggiore di stakeholder lungo le catene del valore.

Istituita come un partenariato europeo istituzionalizzato, la CBE JU è guidata da un Consiglio Direttivo e supportata da un Ufficio Programmi, oltre a organi consultivi e gruppi di lavoro.

Valuta la qualità di questo articolo

C
Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

email Seguimi su

Articoli correlati

Articolo 1 di 5