È stata pubblicata la versione definitiva della nuova prassi di riferimento UNI / PdR 121, che specifica le linee guida per la definizione di un modello organizzativo funzionale alle Piccole Medie e Imprese (PMI) e alle Reti di Imprese (RdI) nel processo di gestione dell’innovazione in ambito Impresa 4.0.
Il documento finale – sviluppato in collaborazione con l’Associazione Nazionale Professionisti Reti d’Imprese (Assinrete), il Cluster Nazionale Fabbrica Intelligente e l’Università degli Studi Guglielmo Marconi – ha accolto alcune delle modifiche suggerite nel corso della consultazione pubblica, conclusasi lo scorso 15 settembre.
La prassi fa riferimento ai principi e alle definizioni della gestione dell’innovazione presenti nella UNI EN ISO 56000 e nella UNI EN ISO 56002 e alle tecnologie abilitanti del paradigma 4.0.
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Prassi UNI / PdR 121, il quadro generale
Il documento si pone l’obiettivo di indirizzare e supportare le PMI nei processi di gestione dell’innovazione, valorizzando il modello delle RdI.
Un modello organizzativo che favorisce la collaborazione tra due o più imprese che si impegnano in modo strutturato al raggiungimento di obiettivi comuni e compatibili ai rispettivi oggetti sociali, allo scopo di accrescere la reciproca capacità innovativa e la competitività sul mercato, per generare valore sostenibile per tutti i componenti della rete, le parti interessate e la società.
Ed è proprio grazie a queste collaborazioni che le piccole e medie imprese a chiudere lo “storico gap” con le grandi aziende in termini di accesso alle tecnologie 4.0, competitività sui mercati e partecipazione agli ecosistemi innovativi.
Non solo: è grazie a questi modelli di collaborazione che le PMI possono prepararsi a quelle che saranno le sfide dell’Industria 5.0, i cui contorni sono già stati delineati dalla Commissione Europea.
La prassi di riferimento – di cui abbiamo parlato in dettaglio in questo articolo – punta a fornire alle PMI una guida per la creazione e l’implementazione di queste forme di collaborazione, partendo dai principi su cui devono basarsi le Reti di Impresa, le caratteristiche, le linee guida per l’attuazione delle attività d’innovazione (raggruppate in portafogli d’innovazione) e il ruolo nel processo dei centri e degli enti dedicati al trasferimento tecnologico.
Le modifiche apportate dopo la consultazione pubblica
Proprio su questo ultimo punto, il trasferimento tecnologico, è intervenuto il tavolo UNI/PdR, integrando una modifica proposta nel corso della consultazione pubblica.
La modifica riguarda l’appendice E della prassi, dove vengono descritti i modelli di aggregazione per l’innovazione maggiormente rappresentativi presenti in Italia.
Nello specifico, al punto 6 dell’appendice “altre agenzie esterne per l’innovazione” è stata accolta la modifica proposta da un nostro lettore di inserire nella lista anche i Centri di Trasferimento Tecnologico (CTT), ossia quei centri che “svolgono attività di formazione e consulenza tecnologica, nonché di erogazione di servizi di trasferimento tecnologico verso le imprese negli ambiti tecnologici di operatività individuati dall’allegato B del Decreto Direttoriale 22 dicembre 2017 e s.m.i. (D.D. 11/01/2019 e D.D. 23/12/2019) del Mise”.
L’altra modifica accolta ha riguardato invece l’inserimento nella bibliografia dei due documenti del Manuale di Frascati del 2015 e del Manuale di Oslo del 2018, i documenti redatti dall’Ocse che contengono linee guida per la raccolta e la segnalazione dei dati sulla ricerca e lo sviluppo sperimentale.
Il documento finale presenta, inoltre, una “migliore formulazione delle definizioni presenti nell’Appendice C al Prospetto C.1 – Livello di maturità”, che si riferisce ai criteri di valutazione del modello organizzativo funzionale al processo di gestione dell’innovazione in ambito 4.0 di una PMI/RdI.
Come è possibile vedere dal confronto tra la tabella contenuta nella bozza del documento sottoposto a consultazione pubblica e quella pubblicata nel documento finale, riportate qui sotto, le modifiche hanno riguardato le definizioni dei livelli di maturità “consolidata”, “sistematica” ed “ottimizzata”.
Per presentare la prassi di riferimento UNI organizza un webinar il prossimo 1 dicembre dalle ore 16.00 alle 17.30.