Sostenere l’innovazione in ambito europeo favorendo la formazione di nuovi imprenditori, aumentando gli sforzi per ridurre il divario di genere e stimolando la creazione di nuove imprese innovative, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese: sono queste le sfide sulle quali l’Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologie (EIT) si concentrerà nei prossimi sette anni, come indicato nell’agenda strategica per l’innovazione (ASI) approvata dal Consiglio e dal Parlamento europeo.
L’agenda rientra negli atti approvati nella mattinata del 10 maggio dal Consiglio europeo e volti a integrare il quadro giuridico di Horizon Europe, il programma di interventi (per un totale di 95,5 miliardi), che ha lo scopo di facilitare la collaborazione tra gli Stati membri in ricerca e sviluppo, e di rafforzare l’impatto della ricerca e dell’innovazione nello sviluppo, nel sostegno e nell’attuazione delle politiche dell’UE.
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Il ruolo dell’EIT all’interno di Horizon Europe
Obiettivi che saranno raggiunti grazie al sostegno e al coordinamento di diversi centri e strumenti europei (come abbiamo spiegato nel dettaglio in questo articolo), tra cui proprio l’Istituto europeo di innovazione e tecnologie, un organismo creato dall’Unione europea nel 2008 per rafforzare la capacità d’innovazione dell’Europa.
L’EIT riunisce i tre principali soggetti dell’innovazione – imprese, istruzione e ricerca, che costituiscono il “triangolo della conoscenza”– per formare partenariati dinamici costituiti da più Paesi, noti come Comunità della conoscenza e dell’innovazione (CCI). Proprio sul potenziamento delle CCI si incentra l’agenda strategica per l’innovazione che guiderà nei prossimi sette anni l’azionde dell’EIT.
Con Horizon Europe, l’EIT è stato ulteriormente potenziato attraverso l’integrazione del Consiglio Europeo per l’Innovazione (CEI) – per cui è stato messo a disposizione un budget di oltre 10 miliardi di euro –, votato al sostegno delle innovazioni emergenti e rivoluzionarie delle piccole e medie imprese (PMI), delle start-up e delle midcap.
Il CEI contribuirà a far crescere rapidamente le start-up sostenute dalle CCI e dotate di un elevato potenziale di crescita, attraverso un accesso semplificato ai fondi e ai finanziamenti europei per le iniziative imprenditoriali più innovative.
La strategia dell’EIT e gli obiettivi per il periodo 2021-2027
La strategia dell’EIT per il periodo 2021-2027 si concentra su azioni che apportino un valore aggiunto a livello dell’Unione e contribuiscano al raggiungimento degli obiettivi di Horizon Europe. In questo contesto, la strategia approvata dal Consiglio e dal Parlamento europeo individua tre obiettivi principali:
- Aumentare l’apertura, l’impatto e la trasparenza delle CCI e dell’integrazione del triangolo della conoscenza in tutta l’Unione;
- rafforzare la capacità imprenditoriale e di innovazione dell’istruzione superiore in tutta Europa promuovendo e sostenendo il cambiamento istituzionale negli IIS (Istituti di Istruzione Superiore) e la loro integrazione in ecosistemi di innovazione;
- potenziare la dimensione regionale e locale dell’EIT e delle sue CCI, attraverso il coinvolgimento di una più ampia gamma di parti interessate, al fine di affrontare le disparità in termini di capacità di innovazione e rafforzare la diffusione della conoscenza e dell’innovazione in tutta l’Unione.
Per affrontare queste sfide, l’EIT avrà a disposizione per il periodo indicato un bilancio di 2,965 miliardi di euro, da utilizzare per: sostegno delle otto CCI esistenti (tenendo conto che per tre di esse le convenzioni di partenariato giungeranno a scadenza entro il 2024); creazione di due nuove CCI, una da creare tra il 2022-2023 e la seconda nel 2026 e per spese amministrative dell’EIT, comprese le spese di preparazione, sorveglianza, controllo, audit, valutazione e altre attività necessarie per la gestione dell’Istituto e per l’attuazione delle sue attività.
Il sostegno alle CCI esistenti
Attualmente esistono otto CCI che operano nei settori del cambiamento climatico, della trasformazione digitale, dell’energia, dell’alimentazione, della salute, delle materie prime, della mobilità urbana e dell’industria manifatturiera a valore aggiunto.
Ciascuna CCI è stata finora articolata in cinque-dieci centri di co-locazione (CCL ), destinati a fungere da poli geografici che forniscono anche uno spazio fisico per l’interazione locale all’interno dell’ecosistema dell’innovazione e per l’integrazione pratica del triangolo della conoscenza.
I CCL sono organizzati e strutturati in base ai rispettivi contesti di innovazione nazionali e regionali e si basano su una rete paneuropea di laboratori, uffici o centri accademici esistenti di un partner delle CCI.
La strategia dell’EIT per le CCI esistenti punta a sostenere l’integrazione del triangolo della conoscenza a livello di Unione, nazionale, regionale e locale.
Sostegno che si traduce in un supporto alla realizzazione degli obiettivi di innovazione che si prefiggono i singoli partenariati, al coordinamento con gli altri strumenti europei inseriti nell’ecosistema Horizon Europe e al raggiungimento dell’indipendenza finanziaria delle CCI dall’EIT stesso.
Riguardo quest’ultimo punto, nel documento si legge che tra i compiti dell’Istituto europeo di innovazione e tecnologie, c’è quello di assicurarsi che le CCI continuino a perseguire la sostenibilità finanziaria, al fine di conseguire l’indipendenza finanziaria dalla sovvenzione dell’EIT al più tardi dopo 15 anni dal loro avvio, sfruttando investimenti pubblici e privati.
Compito dell’EIT, inoltre, sarà quello di stabilire e promuovere il coordinamento tra CCI che operano in settori di interesse comune, in particolare promuovendo lo scambio di esperienze e buone pratiche e la collaborazione tra di esse su
questioni sia tematiche che orizzontali.
Aumentare l’impatto regionale delle CCI
Coordinamento che servirà all’EIT per aumentare il suo impatto a livello regionale. Proprio a tale scopo, l’EIT aveva creato nel 2014 un sistema di innovazione regionale (SIR) per favorire la partecipazione alle CCI dei Paesi classificati come “con rendimento innovativo modesto e moderato”.
Il sistema è stato ulteriormente potenziato dalla nuova ASI: ciascuna CCI sarà chiamata a elaborare e attuare una strategia regionale quale parte integrante dei suoi piani aziendali volti a rafforzare le relazioni con gli attori nazionali, regionali e locali dell’innovazione, comprese le PMI.
Nella strategia e nel piano aziendale pluriennali delle CCI deve essere integrato un approccio all’innovazione cosiddetto “basato sul territorio” che si avvalga dei suoi CCL e dei poli di innovazione regionale (SIR), che nasceranno dall’integrazione delle CCI con il sistema di innovazione regionale (SIR).
Anche in questo ambito, l’ EIT assumerà un ruolo di facilitatore, coordinatore, ma anche di ente sorvegliante.
L’EIT assicurerà che le attività del SIR vengano utilizzate per attrarre nuovi partner potenziali che apportino un valore aggiunto alle CCI e per agevolarne l’integrazione (ampliando così la copertura paneuropea dell’EIT) e che siano pienamente ingrate nelle strategie pluriennali delle CCI.
Da segnalare che le attività del SIR erano state, finora, a partecipazione volontaria. Con la nuova strategia approvata, in cambio, dal 2021 in avanti diventeranno obbligatorie e dovranno essere utilizzate dalle CCI come un ponte verso pertinenti strategie di specializzazione intelligente nei settori della ricerca e dell’innovazione.
I nuovi poli SIR avranno il compito di mobilitare e coinvolgere gli attori locali del triangolo della conoscenza nelle attività delle CCI, creando sinergie a livello locale, individuando opportunità di finanziamento e collaborazione e promuovendo la loro integrazione attiva negli ecosistemi.
Inoltre, conformemente alla strategia di espansione delle CCI, i poli SIR potrebbero spianare la strada alla creazione di un CCL nella regione interessata. Rispetto al sistema SIR creato nel 2014, ai poli potranno accedere anche le regioni ultraperiferiche dell’Unione.
l bilancio dell’EIT destinato all’attuazione delle attività del SIR è pari ad almeno il 10% fino a un massimo del 15 % del finanziamento complessivo dell’EIT alle CCI esistenti e nuove, in modo da consentire di aumentare il numero di partner delle CCI nelle regioni interessate.
La strategia per la creazione di nuove CCI
Le due nuove CCI verranno create tenendo conto della pianificazione strategica di Horizon Europe. I tempi per la creazione della prima nuova CCI sono ancora incerti: come già anticipato, nella strategia si auspica l’avvo della prima nuova CCI per il 2022 o nel 2023, in seguito alla pubblicazione dell’invito a presentare proposte nel 2021.
La scelta è ricaduta sui settori e le industrie culturali e creativi (SICC), in quanto presentano la massima complementarità con le otto CCI esistenti, nonché con i potenziali settori prioritari di altri partenariati europei da avviare nel quadro di Horizon Europe.
La seconda CCI che verrà lanciata (si punta al 2026, con l’apertura della call nel 2025) nascerà, invece, nell’ambito dei settori e degli ecosistemi marini. Altre CCI potranno essere proposte se si renderanno disponibili ulteriori risorse al bilancio dell’EIT.
Un progetto pilota per sostenere le capacità di innovazione e imprenditoriale degli ISS
L’EIT, in collaborazione con la Commissione e previa consultazione delle CCI, lancerà già nel corso di questo anno un progetto pilota (l’iniziativa pilota per l’istruzione superiore), volto a sostenere le capacità di innovazione e imprenditoriali degli ISS e la loro integrazione negli ecosistemi di innovazione.
Le attività delle CCI relative all’iniziativa pilota per l’istruzione superiore verranno attuate attraverso inviti aperti e trasparenti a presentare proposte, che avranno l’obiettivo di rafforzare la capacità di innovazione del settore dell’istruzione superiore, rivolgendosi principalmente agli IIS che non sono partner di CCI negli ecosistemi e nelle catene del valore dell’innovazione in tutta l’Unione.
Le attività riguardano in primo luogo lo sviluppo delle capacità degli IIS, tra cui:
- Lo scambio e l’attuazione delle migliori pratiche nell’integrazione del triangolo della conoscenza, compresi l’apprendimento organizzativo, i programmi di riqualificazione e miglioramento delle competenze, il coaching e il tutoraggio;
- lo sviluppo di piani d’azione su come affrontare le necessità individuate in settori quali la gestione dell’innovazione, la creazione e lo sviluppo delle start-up, il trasferimento di tecnologie, compresa la gestione dei diritti di proprietà intellettuale, la sostenibilità e la neutralità climatica fin dalla progettazione, la gestione delle persone e dell’organizzazione, l’integrazione degli approcci di genere nell’innovazione e il coinvolgimento delle parti
interessate locali e della società civile; - l’attuazione di piani d’azione per lo sviluppo delle capacità di innovazione e le relative azioni di follow-up.
Il modello di finanziamento delle CCI e gli sforzi di semplificazione
Per accompagnare le CCI nel raggiungimento dell’indipendenza finanziaria, il modello di finanziamento indicato nella strategia (riportato nella tabella sottostante), prevede un finanziamento fino al 100% per i primi quattro anni, che si riduce a un massimo dell’80% nel quinto anno, al 70% nell’ottavo anno e fino al 50 % nell’anno 12, con una riduzione del 10% all’anno.
Il comitato direttivo dell’EIT può, tuttavia, decidere di applicare condizioni di finanziamento più favorevoli per le attività trasversali alle CCI, le attività del SIR e l’iniziativa pilota per l’istruzione superiore.
Nella nuova strategia dell’EIT si fa un riferimento agli sforzi necessari per semplificare gli oneri amministrativi che gravano sulle CCI. Tale semplificazione può comprendere il ricorso a costi forfettari o unitari per le pertinenti attività delle CCI.
Inoltre, per consentire una migliore pianificazione delle risorse, in particolare delle attività di innovazione, nonché per agevolare un impegno più forte e un maggiore investimento a lungo termine dei partner che partecipano alle attività delle CCI, l’EIT potrà firmare convenzioni di sovvenzione pluriennali con le CCI, comprese disposizioni relative al finanziamento basato sul rendimento, ove opportuno, nell’ambito dei rispettivi accordi di partenariato. La durata di
tali convenzioni di sovvenzione pluriennali non potrà superare tre anni.