Dal 27 novembre imprese, centri di ricerca e reti di impresa potranno depositare le domande che avvieranno la procedura negoziale volta ad accedere ai nuovi incentivi che il Ministero dello Sviluppo Economico ha messo in campo a inizio anno per stimolare ricerca e sviluppo nell’ambito delle aree tecnologiche collegate ai tre cluster Fabbrica intelligente, Agrifood e Scienze della vita. A ricordarlo, in occasione di un convegno organizzato proprio dal Cluster Fabbrica Intelligente alla Bi-Mu, è Giuseppe Incardona, dirigente della Direzione Generale Incentivi Alle Imprese del Ministero.
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225 milioni per progetti nell’area fabbrica intelligente
Lo scorso 5 marzo il Ministero dello Sviluppo Economico ha emanato un decreto che introduce nuove agevolazioni in favore dei progetti di ricerca e sviluppo promossi nell’ambito delle aree tecnologiche collegate ai tre cluster Fabbrica intelligente, Agrifood e Scienze della vita. Le risorse stanziate sono 562 milioni di euro che provengono per la maggior parte (440,1 milioni) dal PON Imprese e Competitività 2014-2020 del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale e sono dedicati in gran parte, ma non esclusivamente, alle regioni centromeridionali. Di questa cifra 225 milioni sono dedicati a progetti nell’ambito dell’area fabbrica intelligente (qui l’elenco ufficiale delle tecnologie e degli ambiti applicativi sui quali devono vertere i progetti di ricerca e sviluppo).
“Le risorse – spiega Incardona – sono da assegnare con due diverse procedure, a seconda dell’entità del progetto: una procedura a sportello per i progetti tra 800 mila euro e 5 milioni di euro; e una procedura negoziale per i progetti tra 5 e 40 milioni di euro. Gli incentivi, per entrambe le procedure, sono di due tipi: contributo diretto e finanziamento agevolato“.
I soggetti ammissibili all’incentivo sono le imprese che esercitano attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e i centri di ricerca. Sono ammessi, per i soli progetti congiunti (fino a tre per la procedura a sportello e fino a cinque per quella negoziale), anche gli organismi di ricerca.
Come funziona la procedura negoziale
Lo scorso 27 settembre è stato emanato il primo decreto direttoriale che regolamenta la procedura negoziale per i progetti più grandi.
La procedura, semplificando, è questa: le imprese inviano, dal 27 novembre, una proposta di massima che illustra il contenuto e la finalità del progetto, la coerenza con i settori agevolati (in questo caso la fabbrica intelligente), la rilevanza dei risultati della ricerca ecc. Questa domanda viene esaminata da un esperto del CNR. Il Ministero intanto avvia un’interlocuzione con le regioni dove si farà l’investimento per capire se intendono partecipare al sostegno.
Se la valutazione del CNR è positiva si stipula un Accordo per l’Innovazione. A questo punto si definiscono i soggetti, i costi e le agevolazioni concedibili che, come dicevamo, possono essere un contributo alla spesa o un finanziamento agevolato. Poi le imprese possono presentare i progetti dettagliati. A questo punto parte la vera e propria istruttoria tecnica che condurrà alla concessione delle agevolazioni.
Quanto si può ottenere?
Il contributo alla spesa è negoziato (“ma non inferiore al 20% dei costi ammissibili”, sottolinea Incardona); il finanziamento agevolato riguarda il 20% delle spese ammissibili; c’è poi l’ulteriore contributo dalla Regione, che vale almeno il 3%. Qualora la Regione superi il 3%, ogni ulteriore punto di contributo concesso dalla Regione sarà raddoppiato dal Ministero.
La procedure a sportello
La procedura a sportello è più breve rispetto a questa, perché si parte direttamente con la presentazione del progetto. Il decreto attuativo che fisserà la data di apertura dello sportello non è ancora arrivato, ma – promette Incardona – è questione di qualche settimana.
“Le agevolazioni sono sempre le stesse due tipologie. Per i progetti di ricerca i contributi sono più elevati che per i progetti di sviluppo e per le iniziative delle PMI maggiori che per le grandi imprese. L’incentivo massimo, considerati questi fattori, è il 60% delle spese ammissibili e vale per i progetti di ricerca delle PMI. Il contributo minimo invece è il 15% e vale per i progetti di sviluppo delle grandi imprese”, spiega Incardona.
Quanto al finanziamento agevolato, il tasso agevolato è pari al 20% del tasso di riferimento e si applicherà a un finanziamento del 20% dei costi ammessi.
Incardona in conclusione sottolinea una nota importante: “trattandosi di aiuti di stato, questi incentivi non sono cumulabili con altri aiuti di stato, ma sono invece cumulabili con il credito d’imposta per le spese incrementali in Ricerca e Sviluppo”.