Ancora un esempio di azienda di additive manufacturing in campo per aiutare nell’emergenza coronavirus. L’utilità del settore è stata rimarcata anche dalla Commissione europea, che ha coinvolto Cecimo in una call per cercare idee innovative. Ma oltre a ciò, numerosi sono gli esempi di imprese che si stanno impegnando per la salute pubblica. Tra queste Wasp, che ha accantonato temporaneamente i progetti che il settore R&S sta portando avanti nei vari campi di applicazione e da alcuni giorni sta studiando strumenti, sviluppati tramite stampa 3D, per garantire la salute sui luoghi di lavoro. Ora l’azienda ha presentato i risultati: una mascherina e un casco particolari.
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Mascherina con filtro “My Face Mask”
Wasp ha sviluppato un processo che, partendo dalla scansione 3D del volto, consente di realizzare e personalizzare una mascherina su misura per ogni operatore. Il materiale utilizzato è PCL (policaprolactone), un biomateriale che può rimanere a contatto con la pelle.
“Le mascherine sono state stampate con Delta Wasp 4070. Dopo aver disegnato un modello base che segue i lineamenti come una seconda pelle, il nostro obiettivo era rendere la mascherina perfettamente ergonomica, risultato che abbiamo ottenuto con Blender. La mascherina può essere disinfettata e utilizzata più volte, mentre nella parte centrale va inserito un filtro intercambiabile. Occorrono circa quattro ore di stampa per realizzare una mascherina aderente al volto, evitando così le irritazioni e i disturbi causati dal lungo utilizzo”, spiega l’azienda.
Wasp rilascia il progetto in open source. Sul sito aziendale sono disponibili le istruzioni e i file .stl per il download: “Abbiamo scelto di pubblicare la fotogrammetria come metodo di scansione poiché è il più semplice e può essere eseguito con un cellulare. Eventualmente può essere utilizzato anche uno scanner manuale”.
Casco di protezione da microgocce “My space”
Uno spazio climatizzato, areato e al riparo da qualsiasi virus, un casco protettivo a pressione positiva. Questo è My Space, il risultato di pochi giorni di sperimentazione che ha consentito a Wasp di passare, grazie alla fabbricazione digitale, dal prototipo alla prima produzione per uso interno. Potersi avvicinare senza il timore di essere contagiati è uno dei bisogni più impellenti in questo periodo.
Il casco è realizzato in materiale plastico leggero e trasparente, è facile da indossare e crea uno spazio personale protetto. Naso, bocca, occhi, orecchie, tutto è racchiuso in un involucro pressurizzato e all’interno si prova una sensazione di protezione, senza la limitazione della capacità respiratoria provocata dalle mascherine.
L’aria fresca e pulita viene dall’alto, mentre in corrispondenza delle orecchie piccoli fori consentono l’ingresso del suono. I fori sono protetti da un flusso d’aria in uscita e volendo possono essere chiusi. Una batteria alimenta la ventola per diverse ore. Attualmente i primi cinque caschi sono pronti. Si tratta di dispositivi non certificati che Wasp testerà internamente per valutarne pregi e difetti e darli successivamente in prova a chi opera in prima linea. Anche in questo caso le istruzioni per la produzione in serie saranno a disposizione sul sito.
Call per lo sviluppo
Sono bastati tre giorni di lavoro per passare dall’idea alla produzione delle mascherine e dei caschi per uso interno. Naturalmente il lavoro non si ferma qui. La ricerca prosegue e Wasp comunica di volersi mettere al servizio di centri di ricerca, università, enti pubblici e privati, per condividere sapere ed esperienza.