Il 2021 ha registrato un’accelerazione dei contatti di rete in Lombardia: oltre 700 imprese lombarde ne hanno sottoscritti nel corso dell’anno, in netta crescita rispetto agli ultimi anni. È quanto riporta il rapporto 2021 di Unioncamere Lombardia sui contratti di rete.
L’incremento sul 2020 è del +12,5% e lo stock di imprese coinvolte in regione (comprese le reti cessate) sale così a 4.410. Ogni mille imprese registrate in Camera di Commercio sono 4,6 quelle che partecipano ai contratti di rete.
Indice degli argomenti
Aumenta il numero di imprese lombarde coinvolte in contratti di rete
La Lombardia è la regione coinvolta nel maggior numero di contratti con 1.513 reti (il 20,4% del totale nazionale), ma la quota di imprese partecipanti è inferiore alla media italiana (7% delle imprese).
Le quote più elevate di imprese aderenti a contratti di rete si riscontrano in Friuli Venezia Giulia (21,3‰) e nel Lazio (16,3‰), quest’ultima di gran lunga la prima regione per numero di imprese partecipanti (9.992)
“Le imprese che partecipano ai contratti di rete sono ancora una minoranza, ma rappresentano un modello virtuoso di collaborazione per favorire la trasformazione tecnologica, l’innovazione e raggiungere nuovi mercati” commenta il Presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio.
La Lombardia però si conferma la regione coinvolta nel maggior numero di contratti: sono ben 1.513 le reti che vedono la partecipazione di almeno un’impresa lombarda, pari al 20,4% del totale nazionale.
Un ruolo importante è svolto in questo senso da Milano, le cui imprese partecipano a 921 contratti nonostante una propensione all’aggregazione non particolarmente elevata (4,5%).
Tra i territori lombardi, le quote più elevate di imprese partecipanti si riscontrano a Lecco (10,3%) e Sondrio (10,8%),
provincia quest’ultima dove si è registrata anche la crescita più intensa nel corso del 2021, con un raddoppio delle imprese valtellinesi coinvolte.
Per quanto riguarda la variazione sul 2020, incrementi significativi si sono registrati anche a Milano (+15%), Brescia (+14,7%), Bergamo (+11,3%) e Pavia (+10,4%), mentre Lecco e Mantova sono rimaste stabili.
Le caratteristiche dei contratti di rete
Il 44% dei contratti di rete che comprendono imprese lombarde vede la partecipazione di massimo tre imprese, mentre le reti con almeno 10 soggetti rappresentano il 14,9%.
Nel 2021 sono cresciute in maniera significativa sia le reti più piccole, formate da due sole imprese, sia quelle di maggiori dimensioni, con un effetto complessivo che vede aumentare leggermente il numero medio di imprese per contratto (7,2 rispetto a 7 nel 2020).
Considerando l’ambito territoriale dei contratti lombardi, il 24,2% risulta formato da imprese della stessa provincia, mentre il 17,6% vede la partecipazione di imprese con sede in diverse province della regione.
La maggior parte delle reti (58,2%) ha però un raggio di azione che si estende oltre i confini lombardi: le collaborazioni risultano particolarmente strette con il Lazio (247 contratti, con Roma che da sola ne registra 224) e le grandi regioni industriali limitrofe.
Nello specifico, si registrano 242 contratti con imprese dell’Emilia Romagna, 238 con imprese venete e 202 con imprese del Piemonte.
Tuttavia, il 2021 ha visto intensificarsi i legami anche con il meridione, in particolare con Campania, Puglia e Abruzzo. Oltre a quella capitolina, le altre province maggiormente coinvolte nelle reti insieme alla Lombardia sono Torino, Bologna, Verona, Napoli, Padova, Bari, Treviso, Firenze e Venezia.
Aumentano i contratti di rete nei servizi
Sono soprattutto le imprese lombarde più strutturate a mettersi in rete: i due terzi dei partecipanti sono infatti società di capitale, che presentano una propensione all’aggregazione pari all’8,2% contro il 2,8% delle società di persone e l’1,4‰ delle ditte individuali.
Consorzi (13,4%) e soprattutto cooperative (21,8%) presentano i valori più elevati, arrivando a rappresentare quasi il 10% delle imprese partecipanti.
Per quello che riguarda invece il settore di appartenenza, quasi la metà delle imprese risulta attiva nei servizi (46,6%), comparto che ha visto un incremento significativo nel 2021 (+16,4%) insieme alle costruzioni (+19,8%).
Scendendo più nel dettaglio, nel settore dei servizi i contratti di rete riguardano sanità e assistenza sociale (12,4%), trasporto e magazzinaggio (11,7%), attività professionali, scientifiche e tecniche (8,8%). In altri settori, invece, la presenza delle reti è ancora molto rara, come nelle attività immobiliari (0,8%), negli altri servizi (1%) e nelle attività finanziarie e
assicurative, dove si attesta al 2,1%.
In crescita anche l’agricoltura (+10%), dove negli ultimi anni lo strumento del contratto di rete si è progressivamente diffuso, raggiungendo una quota non trascurabile sul totale delle imprese del settore (8,0%).
L’industria rimane il settore con la maggiore propensione all’aggregazione (8,8%), ma nel 2021 la crescita (+2,7%) ha confermato i bassi ritmi degli ultimi anni: i contratti di rete, che inizialmente sono stati utilizzati soprattutto nel settore industriale per formalizzare i rapporti “verticali” di fornitura lungo le filiere produttive, stanno ora assumendo conformazioni più “orizzontali” con una maggiore diffusione negli altri settori dell’economia regionale.