Sono 37 i progetti italiani selezionati per entrare a far parte del network dei European Digital Innovation Hub (EDIH), i poli europei d’innovazione a cui la Commissione europea ha affidato il compito di assicurare la transizione digitale dell’industria, con particolare riferimento alle PMI e della pubblica amministrazione, attraverso l’adozione delle tecnologie digitali avanzate, con fusi in particolare su Intelligenza Artificiale, Calcolo ad Alte Prestazioni e sicurezza informatica.
Il percorso che ha portato alla loro selezione è iniziato nel 2020, con l’apertura della prima finestra per presentare i progetti nell’ambito di Digital Europe, il programma per la trasformazione digitale dell’UE.
L’Italia, ricordiamo, si era presentata con ben 41 progetti, che sono stati valutati dalla Commissione in base alla pertinenza, l’implementazione e l’impatto del progetto. A seguito della valutazione sono stati scelti 13 progetti di EDIH finanziati al 100% – 50% dall’Europa e al 50% dall’Italia – e 17 progetti riconosciuti con il Seal of Excellence, vale a dire progetti riconosciuti di qualità, che non saranno finanziati dall’Europa ma riceveranno comunque un importante contributo dall’Italia, attraverso le risorse messe a disposizione dal PNRR.
In seguito alla pubblicazione di questa prima lista, la Commissione ha aperto un’altra call per la ripresentazione di progetti inerenti gli EDIH da parte di alcuni Stati membri. Si è avviata così una seconda fase di selezione, che ha portato il numero dei progetti italiani che andranno ad alimentare il network europeo di innovazione a 37.
Ma cosa faranno, concretamente, queste strutture e come si posizionano rispetto ai già tanti soggetti che operano nello scacchiere del trasferimento tecnologico? Per rispondere a queste domande abbiamo intervistato due responsabili dei progetti selezionati: Matteo Faggin, General Manager del Competence Center Smact, capofila del progetto Neural, e Paolo Brizzi, Program Manager della linea pilota dedicata alla Digital Factory del Competence Center CIM 4.0 e Coordinatore del progetto Expand.
Indice degli argomenti
Expand, l’EDIH del Piemonte e della Valle D’Aosta
Expand (Extended Piedmont and Aosta valley Network for Digitalization) è focalizzato a supportare, in Piemonte e Valle d’Aosta, le piccole e medie imprese all’interno degli ecosistemi industriali della manifattura e della pubblica amministrazione sui temi della Intelligenza Artificiale e della sicurezza informatica.
Il progetto – che, oltre al CIM 4.0 può contare sulla partecipazione di CSI Piemonte, Camera di commercio di Torino, DIH Piemonte, API Torino, Torino Wireless, Polo Innovazione Mesap, Intesa Sanpaolo e Fondazione Links – rientra tra i primi 13 che sono stati scelti dalla Commissione per andare a far parte del network europeo degli EDIH, che comprenderà circa 150 strutture con un focus regionale ma che opereranno, appunto, in un’ottica di network.
Un riconoscimento che premia la volontà di fare rete tra i vari soggetti dell’ecosistema innovativo delle regioni, che hanno lavorato al progetto dal 2020.
“Siamo già partiti a settembre e vogliamo raccontare il progetto per far capire alle imprese dove siamo arrivati e quali sono le opportuntà. Abbiamo, infatti, già definito il meccanismo di accesso ai servizi, che sono la caratteristica principale di questo progetto“, spiega Brizzi.
Dopo la firma del decreto che sblocca le risorse per il finanziamento delle strutture – sul piatto, per i 13 EDIH co-finanziati dall’UE e dall’Italia, ci sono circa 67 milioni di euro – e la definizione della carta dei servizi da offrire, i progetti sono ormai pronti alle griglie di partenza.
Expand metterà a disposizione di PMI e mid-cap asset, competenze e servizi per: test before invest, formazione, supporto alle imprese per accedere ai finanziamenti pubblici e opportunità di networking a livello nazionale ed europeo.
Neural, che cos’è e cosa farà l’European Digital Innovation Hub del Veneto
Tra le proposte progettuali che hanno ricevuto il Seal of Excellence c’è Neural, il progetto guidato dal Competence Center Smact con le quattro università regionali, Confindustria, Confartigianato, Confcommercio, Unioncamere, i parchi tecnologici regionali T2i e Galileo, InfoCamere, Intesa Sanpaolo ed Eit Manufacturing, e di quella friulana IP4FVG.
La proposta ha ricevuto il riconoscimento da parte della Commissione europea nell’ambito della seconda call per selezionare le strutture che andranno a comporre il network degli EDIH.
Gli Edih non saranno nuove strutture, ma un layer di presentazione e coordinamento di quelle già esistenti a livello regionale, spiega Faggin.
“Neural è un progetto di consorzio che mira a erogare servizi dei consorziati alle imprese del Veneto. È un EDIH regionale, quindi fornirà servizi a scaffale agevolati alle aziende del territorio”.
“Inoltre è una grande opportunità per metter ordine nella filiera d’innovazione a livello locale, spingendola a collaborare, in modo che la PMI interessata a intraprendere percorsi di innovazione possa individuare il soggetto più adeguato a sostenerla nelle diverse fasi (assesment, proof of concept, implementazione tecnologica, ricerca con le università, etc,). In pratica, tutti i servizi vengono messi a fattor comune per erogarli al meglio alle PMI del territorio”, aggiunge Faggin.