Brevetti, aumentano le domande presentate in Europa: uno su 5 riguarda le tecnologie abilitanti

Secondo quanto riferito dall’EPO (European Patent Office) nel 2021 sono state 4.555 le domande di brevetto presentate dall’Italia, con un incremento del 2% sulle domande pubblicate rispetto al 2020, equivalente a 90 brevetti in più. L’ultima analisi effettuata da Unioncamere-Dintec mostra che la parte da leone lo scorso anno l’hanno fatta le tecnologie farmaceutiche, la biotecnologia e la chimica, che registrano un incremento del 9,5% rispetto all’anno precedente. Un brevetto su cinque riguarda le tecnologie abilitanti e tra queste domande le tecnologie più coinvolte riguardano la manifattura avanzata.

Pubblicato il 29 Nov 2022

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L’Italia delle “invenzioni” continua a crescere in Europa: secondo quanto riferito dall’EPO (European Patent Office) nel 2021 sono state 4.555 le domande di brevetto presentate dall’Italia, con un incremento del 2% sulle domande pubblicate rispetto al 2020, equivalente a 90 brevetti in più.

L’ultima analisi effettuata da Unioncamere-Dintec, mostra che la parte da leone lo scorso anno l’hanno fatta le tecnologie farmaceutiche, la biotecnologia e la chimica, che registrano un incremento del 9,5% rispetto all’anno precedente.

A queste ultime, peraltro, vanno aggiunte le domande presentate dall’Italia all’EPO ma non ancora pubblicate, che fanno schizzare il dato di crescita dello scorso anno al +6,5%, a fronte di una media del +2,3% registrata dall’Unione Europea a 27.

“I dati sui brevetti italiani in Europa e nel mondo evidenziano la capacità delle nostre imprese di competere con l’innovazione dei prodotti e si manifesta in modo ancora più intenso su scala internazionale. Nel 2020, infatti, sono oltre 10mila i brevetti italiani depositati alla Word Intellectual Property Organization (WIPO); un dato che aiuta ad avere una idea più chiara dell’attitudine alla ricerca del nostro sistema produttivo e della sua reale capacità di competere a livello globale”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete.

Brevetti, il maggior numero di domande riguarda tecnologie della meccanica e dei trasporti

L’analisi per macro-classi tecnologiche delle 4.555 domande di brevetto europeo pubblicate nel 2021 evidenzia che grazie alla crescita straordinaria del 9,5% rispetto al 2020, le tecnologie chimico-farmaceutiche che assommano 955 brevetti (+rispetto al 2020) e concentrano il 21% della capacità innovativa italiana in Europa.

A seguire in termini di dinamica, le tecnologie elettriche ed elettroniche, che, con 499 invenzioni pubblicate, crescono del 4,8% rispetto all’anno precedente.

In termini assoluti, però, il contributo maggiore alla brevettazione italiana è sempre quello delle tecnologie della meccanica e dei trasporti: con 1.790 domande di brevetto pubblicate, in lieve diminuzione rispetto al 2020 (-0,8%). Un altro 14% concerne l’insieme delle tecnologie e delle strumentazioni di misurazione e controllo.

Nel 2021, con 2.746 brevetti, le tecnologie meccaniche e dei trasporti e quelle chimiche e farmaceutiche concentrano il 60% del totale.

Un brevetto su cinque riguarda le tecnologie abilitanti

L’analisi per campo tecnologico mostra che nel 2021 il campo delle “necessità umane” e quello delle “tecniche industriali e trasporti”, con 2.458 brevetti pubblicati, assorbono il 54% della capacità inventiva made in Italy.

Nella prima categoria rientrano i brevetti relativi a diversi ambiti di attività, dall’agricoltura all’abbigliamento, passando per il tabacco e lo sport, mentre il secondo ambito riguarda, invece, le tecnologie della manifattura e quelle dell’automotive.

Rispetto al 2020, gli incrementi maggiori riguardano la meccanica e l’illuminazione (8,1%), le costruzioni (7,5%), la chimica la metallurgia (5,4%).

Un brevetto su cinque di quelli pubblicati dall’EPO nel 2021 si riferisce alle KET (Key Enabling Technologies), le tecnologie che la Commissione europea considera abilitanti a tutti gli effetti, grazie alla loro diffusione pervasiva in tutti i settori di attività.

Tra le sei categorie delle KET – il biotech, la fotonica, i materiali avanzati, la nano e la microelettronica, le nanotecnologie e la manifattura avanzata – quest’ultima (che si riferisce all’automazione, alla robotica e all’Internet of Things), con 676 domande pubblicate, rappresenta oltre il 74% di questi brevetti.

L’anno scorso sono cresciuti il peso delle biotecnologie industriali e quello della nano e della microelettronica.

La Lombardia è la regione capolifila nell’innovazione

Dal 2008 al 2021 le invenzioni italiane protette a livello europeo sono state quasi 56.500. Il 79% di queste si riferisce a soggetti (imprese, enti di ricerca e inventori) residenti nelle regioni settentrionali.

Con 1.420 brevetti nel 2021, la Lombardia è la regione in cui più si concentra la capacità innovativa delle imprese, seguita dall’Emilia-Romagna (con 767 domande pubblicate), dal Veneto (con 627) e dal Piemonte (464).

Nel loro insieme queste quattro regioni concentrano il 72% dei brevetti italiani all’EPO. L’anno scorso le migliori performance sono state pubblicate dall’Emilia-Romagna (+9,3%) e dal Veneto (+5,2%).

Guardando alle altre regioni, quelle del Centro hanno segnato una crescita del 13,4% delle domande pubblicate. Al di là dei casi specifici, nel 2021 le regioni del Mezzogiorno producono solo il 5,6% delle domande complessive.

Quasi due brevetti europei su tre dei 4.555 brevetti del 2021 si riferiscono alle prime 15 province del Paese, con un totale di 2.989 domande. Milano, Torino, Bologna, Roma e Treviso sono le province che hanno presentato il maggior numero di brevetti, con 1.729 domande, il 38% di quelle pubblicate per le 105 province considerate.

Sempre tra le prime 15, l’anno scorso hanno registrato performance straordinarie le province di Modena, Firenze, Padova e Pisa, con tassi di crescita – rispettivamente – del 44,5%, del 34,2%, del 19,4% e del 17,6%.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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