robotica e criminalità

Relazioni pericolose: perché l’aumento dell’uso di robot può portare a un aumento della criminalità

Un recente studio di tre economisti statunitensi esplora per la prima volta la relazione tra l’espansione della robotica e la criminalità negli Stati Uniti. I risultati indicano un aumento significativo degli arresti per crimini contro la proprietà come “conseguenza” dell’aumento della robotica, a causa cioè del declino occupazionale e salariale indotto dalla tecnologia. Non si riscontra invece un legame significativo con la criminalità violenta. Gli autori suggeriscono quindi di considerare questo genere di costi sociali nel calcolo dei benefici economici complessivi portati dall’automazione robotica.

Pubblicato il 24 Mar 2025

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L’attuale rivoluzione tecnologica, caratterizzata dalla crescente integrazione dell’intelligenza artificiale e dall’intensificazione dell’automazione nei processi produttivi, produce sicuramente dei benefici, ma anche potenziali costi sociali. Da un lato l’innovazione tecnologica promette incrementi di efficienza, crescita economica e la creazione di nuove opportunità. Dall’altro suscita preoccupazioni riguardo alla possibile perdita di posti di lavoro e alle sue implicazioni sul tessuto sociale. Ma esiste addirittura una correlazione statistica tra robotica e criminalità? La domanda trova risposta in un interessante studio di Yang Liang, Joseph J. Sabia e Dhaval M. Dave, tre economisti in forze alla San Diego State University e alla Bentley University.

Nel loro lavoro intitolato Robots and Crime, i tre studiosi hanno approfondito la relazione tra l’espansione della robotica e la criminalità per comprendere appieno le implicazioni derivanti dal progresso della tecnologia sul benessere sociale. Gli effetti indiretti legati alla criminalità rappresentano infatti costi sociali significativi che potrebbero mitigare i benefici complessivi dell’adozione robotica.

Il legame tra robotica e occupazione

La rapida ascesa dell’automazione e dell’intelligenza artificiale suscita un’attenzione particolare per il potenziale impatto sull’occupazione. La preoccupazione principale risiede nel fatto che, senza investimenti sostanziali in nuove competenze complementari alle tecnologie emergenti, la perdita di posti di lavoro potrebbe assumere carattere permanente.

Recenti studi, tra cui il celebre Robots and jobs: Evidence from US Labor Markets di Acemoglu e Restrepo, hanno fornito evidenze empiriche sull’impatto dell’espansione della robotica negli Stati Uniti, dimostrando come abbia contribuito a una riduzione dell’occupazione e dei salari, in particolare nel settore manifatturiero.

Le evidenze empiriche relative al periodo precedente al 2010 suggeriscono un impatto negativo significativo dell’espansione della robotica negli Stati Uniti sull’occupazione e sui salari della popolazione adulta.

Un aumento di un robot per 1.000 lavoratori negli Stati Uniti è stato associato a una diminuzione dello 0,5-1,5 punti percentuali nel rapporto occupazione-popolazione tra gli adulti di età compresa tra i 18 e i 64 anni, e a una riduzione dei salari medi di circa l’1%. Si tratta di risultati considerati coerenti con l’ipotesi di una sostituzione diretta di lavoratori, specialmente nel settore manifatturiero, da parte di robot.

Nel periodo successivo al 2010 si osserva però una minore evidenza di effetti negativi sull’occupazione indotti dalla robotica, il che potrebbe essere attribuito a cambiamenti strutturali verso settori orientati ai servizi, a una crescente complementarità tra automazione e lavoro umano e a un aumento delle iniziative di riqualificazione e adattamento della forza lavoro.

Il legame tra mercato del lavoro, criminalità e robotica

La relazione tra le dinamiche del mercato del lavoro e il comportamento criminale è stata ampiamente documentata nella letteratura economica.

Elevati tassi di disoccupazione, contrazioni del ciclo economico e salari depressi sono tutti fattori che tendono a predire un aumento della criminalità.

È stato inoltre osservato che i cambiamenti nelle condizioni del mercato del lavoro hanno un impatto maggiore su coloro che si trovano più esposti alla “tentazione” dell’attività criminale, in particolare persone con basse qualifiche e scarsa istruzione.

Studi specifici hanno poi rilevato che un aumento salariale per gli uomini non laureati è associato a una diminuzione significativa sia dei crimini contro la proprietà che dei crimini violenti.

Gli effetti indiretti

In aggiunta a questi meccanismi diretti, l’espansione della robotica potrebbe influenzare la criminalità anche attraverso vie indirette, come l’aumento del consumo di sostanze stupefacenti indotto dalla perdita di lavoro. Esistono evidenze che la criminalità aumenti con l’aumento del consumo di alcol e dell’uso di droghe illecite, entrambi fenomeni potenzialmente esacerbati dalla disoccupazione tecnologica. Da ultimo c’è la questione del benessere psicologico rappresenta un altro potenziale canale di influenza, dato che i disturbi mentali sono più frequenti tra la popolazione carceraria e associati a un aumento della probabilità di commettere reati contro la proprietà.

L’esposizione alla robotica e il suo impatto sulla criminalità

Per quantificare l’esposizione locale alla robotica negli Stati Uniti, lo studio ha utilizzato dati annuali a livello di paese e di settore industriale forniti dall’International Federation of Robotics (IFR). L’IFR rappresenta la fonte di dati più completa e affidabile per i robot industriali, ampiamente utilizzata in precedenti ricerche sugli effetti della penetrazione della robotica. L’analisi si è concentrata principalmente sul periodo 1993-2010, coincidente con i maggiori declini occupazionali nel settore manifatturiero guidati dall’automazione. Gli autori hanno costruito un indice di esposizione localizzata alla robotica nei mercati del lavoro statunitensi, ponderando la quota di occupazione di base a livello di contea e settore industriale nel 1990 con il numero di robot utilizzati negli Stati Uniti.

Ma siccome la penetrazione della robotica negli Stati Uniti potrebbe essere influenzata da tendenze specifiche del settore o da dinamiche locali del mercato del lavoro, potenzialmente introducendo problemi di endogeneità, lo studio ha adottato la strategia di identificazione sviluppata in precedenti lavori, utilizzando una misura di esposizione esogena alla robotica. In parole semplici, è stata costruita una misura analoga alla precedente, sostituendo la penetrazione della robotica negli Stati Uniti con quella osservata nei paesi dell’Unione Europea (UE).

Questa misura di “esposizione potenziale” sfrutta la diffusione della robotica a livello settoriale nel tempo in economie avanzate, presumibilmente isolando variazioni nell’esposizione alla robotica negli Stati Uniti dovute principalmente a progressi tecnologici globali, indipendenti da shock specifici dell’industria statunitense o del mercato del lavoro locale. Per isolare ulteriormente variazioni storiche e di lungo periodo nella specializzazione industriale dei mercati locali, la quota di occupazione di base a livello di contea e settore è stata ulteriormente retrodatata al 1975. Questa misura di esposizione potenziale alla robotica nell’UE è stata quindi utilizzata come strumento per la penetrazione effettiva della robotica negli Stati Uniti in un’analisi di variabili strumentali.

Per misurare la criminalità lo studio ha invece utilizzato i dati sui tassi di arresto per adulti (dai 18 anni in su) forniti dall’Uniform Crime Reports (UCR) dell’FBI. Sono stati analizzati i tassi di arresto per i reati di Parte I, che includono sia crimini contro la proprietà (furto, scasso, furto di autoveicoli e incendio doloso) che crimini violenti (omicidio, stupro, rapina e aggressione aggravata). È stata costruita una variabile che rappresenta il tasso di arresti specifici per reato a livello di contea e anno, normalizzato per 1.000 adulti.

Il legame significativo tra robotica e criminalità

Le stime della relazione tra l’esposizione potenziale alla robotica negli Stati Uniti (basata sulla diffusione della robotica in settori simili nelle economie avanzate dell’UE) e i tassi di arresto per adulti per il periodo 1993-2010 hanno rivelato una correlazione positiva e significativa con i crimini contro la proprietà.

I risultati dello studio suggeriscono quindi che l’espansione della robotica, attraverso i suoi effetti negativi sul mercato del lavoro, in particolare sulla riduzione dell’occupazione e dei salari per i lavoratori meno qualificati, potrebbe aver innescato un aumento dei crimini contro la proprietà motivati dalla necessità di generare reddito. Le stime ottenute sono coerenti con le elasticità stimate in precedenti studi che collegano la disoccupazione e i salari alla criminalità.

Oltre agli effetti diretti sul mercato del lavoro, l’espansione della robotica potrebbe influenzare la criminalità anche attraverso meccanismi indiretti. Precedenti ricerche hanno evidenziato come la disoccupazione tecnologica possa contribuire a un aumento del consumo di sostanze stupefacenti e a un peggioramento della salute mentale. Tali fenomeni potrebbero, a loro volta, esacerbare i comportamenti criminali, sia attraverso gli effetti psicotropi delle sostanze che per la necessità di finanziare la dipendenza.

L’assenza di un effetto significativo sui crimini violenti suggerisce però che il meccanismo principale trainante l’aumento della criminalità associata alla robotica sia di natura economica e predatoria, piuttosto che impulsiva o legata a contesti di violenza interpersonale.

I costi sociali della trasformazione tecnologica

Le evidenze di questo studio sottolineano come l’espansione della robotica possa generare importanti costi sociali esterni, quantificabili in un aumento della criminalità contro la proprietà.

Una stima preliminare suggerisce che, durante il periodo 2004-2010, l’aumento dell’esposizione alla robotica negli Stati Uniti potrebbe aver generato circa 47.319 arresti aggiuntivi per crimini contro la proprietà a livello nazionale, traducendosi in un onere sociale cumulativo stimato di 322 milioni di dollari (in valori del 2024).

È importante notare che questo risultato non implica necessariamente un peggioramento del benessere sociale complessivo, dato che l’adozione di robotica può portare a guadagni di efficienza per i produttori e a riduzioni di prezzo per i consumatori.

I risultati evidenziano però come vi siano state probabili conseguenze distributive di breve periodo significative, particolarmente per i lavoratori impiegati nei settori maggiormente interessati da questo cambiamento tecnologico. La disoccupazione di questi lavoratori ha generato non solo costi privati immediati, come la diminuzione del benessere economico e un peggioramento della salute, ma anche costi per la collettività a causa dell’aumento della criminalità contro la proprietà.

Interventi mirati a sostenere i lavoratori dislocati nel breve periodo potrebbero quindi produrre benefici non solo per loro stessi, ma anche per le potenziali vittime di reato.

Gli effetti a lungo termine dell’espansione della robotica sul comportamento criminale rimangono incerti. È possibile che i lavoratori meno qualificati, inizialmente colpiti negativamente, possano acquisire nuove competenze, e che l’occupazione di lavoratori con competenze complementari alla robotica possa aumentare. Tale crescita occupazionale potrebbe mitigare o persino invertire gli effetti di breve periodo osservati. Ulteriori ricerche saranno necessarie per comprendere appieno la traiettoria a lungo termine di questa complessa interazione tra tecnologia, mercato del lavoro e società.

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Redazione

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