Scatta la collaborazione tra amministrazioni pubbliche europee per coordinare la trasformazione digitale dei servizi ai cittadini. Al Digital day a Roma la Commissione europea ha presentato il nuovo quadro (framework) di interoperabilità tra le PA degli Stati membri. L’obiettivo è accelerare e armonizzare il passaggio dalla burocrazia di carta alla e-bureaucracy, in modo che gli uffici pubblici di Francia e Italia, giusto per fare un esempio, parlino la stessa lingua.
“Le varie pubbliche amministrazioni si metteranno d’accordo su degli standard per scambiare record che riguardano persone, aziende o, più in generale, transazioni che avvengono tra amministrazioni diverse – osserva Roberto Viola, alla guida della direzione generale Connect della Commissione europea -. Oggi non è garantito che l’amministrazione spagnola abbia gli stessi data format dell’amministrazione francese con tutte le conseguenze del caso”.
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Una miniera di dati
La Commissione europea mira a fare tesoro della quantità di dati che le amministrazioni pubbliche comunitarie hanno nei loro archivi. Dati che potrebbero dialogare tra loro ed essere analizzati per fornire previsioni e modelli di studio sull’economia, la società, l’ambiente del vecchio continente. “Noi stiamo cercando di facilitare questo modello – prosegue Viola -. Nei Paesi baltici fra Estonia e Finlandia c’è già questo tipo di scambio”.
Il quadro aggiorna le indicazioni diramate da Bruxelles in una serie di direttive, da quella sulla revisione dell’informazione nel settore pubblico a quella sul cloud computing, dallo sportello digitale unico al piano d’azione europeo per l’Egovernement 2016-2020. “Abbiamo già iniziato, speriamo nei prossimi due anni di farcela”, aggiunge Viola. Nel 2019 la Commissione procederà alla revisione del programma e dei suoi risultati.
Primi passi
“Dal prossimo anno avviene una cosa importantissima in Europa – aggiunge Viola -. Sarà obbligatorio riconoscere la firma digitale di un altro Paese. La firma digitale estone o l’identità digitale estone, ad esempio, dovranno essere riconosciute in Italia”. Il processo semplificherà le comunicazioni per le aziende che vogliono accedere a bandi pubblici, ad esempio, e sosterrà la circolazione delle persone tra i Paesi.
“Il nuovo Quadro europeo di interoperabilità fornisce orientamenti specifici per la creazione di servizi pubblici digitali interoperabili – spiega il vicepresidente della Commissione europea delegato al mercato unico digitale, Andrus Ansip -. La sua applicazione da parte delle amministrazioni pubbliche europee garantirà servizi e flussi informativi senza soluzione di continuità a livello locale, nazionale e in tutta l’Unione europea e renderà più facile per i cittadini e le imprese comunicare con la propria amministrazione e quelle di altri Stati membri, ad esempio per segnalare un cambiamento di indirizzo”.