Un aumento di 1 punto percentuale a gennaio che va praticamente ad annullare la caduta rilevata a dicembre e che mette in equilibrio la produzione industriale italiana negli ultimi due mesi. Un dato che conferma un contesto economico ancora estremamente debole ma che mostra anche alcuni segnali, come la componente interna della domanda, che lasciano intravedere un miglioramento nei mesi invernali. È questa la fotografia che il Centro Studi Confindustria, nell’indagine rapida sulla produzione industriale, ha fatto dell’ultimo bimestre, uno studio che mostra una media sostanzialmente stabile.
Un dato che deriva anche dalla dinamica, estremamente volatile, dell’attività nei due mesi di rilevazione a causa della particolare distribuzione delle giornate festive tra dicembre e gennaio. In periodi di domanda bassa, come quello attuale, sono infatti frequenti le chiusure aziendali per “ponte”, che non vengono colte dai programmi di destagionalizzazione, che invece fanno riferimento ai giorni lavorativi ufficiali. A dicembre, quindi, la possibile chiusura per “ponte” il giorno 27 spiegherebbe una parte della caduta della produzione avuta nel mese. A gennaio, invece, il rimbalzo è in parte dovuto a una ricostituzione delle scorte, in vista di una domanda che è attesa in miglioramento.
Indice degli argomenti
Calo dell’1,1% a dicembre, aumento dell’1% a gennaio
Il rilevamento che emerge dall’indagine rapida mostra un incremento della produzione industriale dell’1,0% a gennaio su dicembre, mentre nell’ultimo mese dell’anno, rispetto a novembre, il dato è in diminuzione dell’1,1%. Nel quarto trimestre 2019, quindi, l’attività è diminuita dello 0,8% congiunturale, in peggioramento dal -0,6% rilevato dall’Istat nel terzo. La variazione acquisita nel primo trimestre registra invece un +0,3%.
La produzione, al netto del diverso numero di giornate lavorative, arretra durante gennaio dell’1,7% rispetto allo stesso mese del 2019; in dicembre è diminuita dell’1,6% sui dodici mesi. Gli ordini in volume, invece, aumentano in gennaio dello 0,5% su dicembre (-0,2% su gennaio 2019), quando sono diminuiti dello 0,6% sul mese precedente (+0,2% annuo).
Investimenti ancora deboli, ma cresce la fiducia di imprese e consumatori
Le indagini qualitative condotte presso gli imprenditori manifatturieri, quindi, mostrano in gennaio valutazioni più favorevoli (l’indice di fiducia è salito a 99,9, massimo da agosto, da 99,3) grazie a migliori prospettive sugli ordini, sull’andamento dell’economia italiana e sulla produzione. Per il secondo mese consecutivo, inoltre, è aumentata anche la fiducia dei consumatori (indice a 111,8 da 110,8); in particolare sono migliorati gli indicatori legati alle decisioni di spesa (giudizi sui bilanci familiari, opportunità all’acquisto di beni durevoli) e ciò segnala una possibile tenuta dei consumi anche a inizio 2020.
Gli investimenti attesi sono ancora deboli soprattutto per l’incertezza sul fronte estero. Nonostante il rimbalzo di gennaio, nella media degli ultimi due mesi l’attività è comunque rimasta sostanzialmente stabile. Il contributo dell’industria alla dinamica del PIL nel quarto trimestre atteso è ancora negativo, come nei due precedenti. La diminuzione nel quarto trimestre (-0,8%), più marcata rispetto a quella rilevata nei mesi estivi (-0,6%), pone dei rischi al ribasso sull’andamento del PIL a fine 2019, rispetto alla stagnazione precedentemente prevista. Il trimestre in corso, invece, parte con un acquisito positivo (+0,3%) e, stando agli indicatori anticipatori, potrebbe registrare il primo incremento trimestrale dall’inizio del 2019. Non è escluso che si sia superato il punto di minimo.