ECONOMIA E MERCATI

Primo calo per l’industria meccanica italiana: nel 2023 produzione giù dell’1%

L’analisi annuale condotta dall’Ufficio Studi di Anima Confindustria stima che il 2023 dell’industria Meccanica si chiuderà con una contrazione dell’1% della produzione, a quota 55,5 miliardi di euro. La percentuale export/fatturato si avvicina al 60%, nonostante una flessione dello 0,2%. Investimenti e occupazione restano stabili.

Pubblicato il 28 Nov 2023

meccanica

Secondo l’analisi annuale condotta dall’Ufficio Studi di Anima Confindustria, l’industria meccanica italiana si appresta a concludere il 2023 registrando il primo calo dalla pandemia: il comparto dovrebbe infatti chiudere l’anno con una contrazione dell’1% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un volume produttivo di 55.541 milioni di euro, in calo rispetto ai 56 miliardi del 2022.

La percentuale export/fatturato si avvicina al 60%, nonostante una lieve flessione dello 0,2% rispetto al 2022.

Gli investimenti nel corso del 2023 rimangono stabili a 1,2 miliardi, così come la forza lavoro, che conta circa 222 mila addetti.

L’analisi di Nocivelli

Si registra un netto calo nella produzione di impianti e macchinari per l’edilizia (-3,7%), così come nelle attrezzature e impianti petroliferi (-1,8%), settore in cui le esportazioni hanno subito una battuta d’arresto (-2,2%). Queste proiezioni riflettono le sfide poste dal complesso scenario macroeconomico che ha caratterizzato l’ultimo anno per l’industria italiana, dominato da un clima di incertezza senza precedenti.

“A esclusione del crollo eccezionale dovuto alla crisi pandemica del 2020, l’industria meccanica è un settore che ha sempre mantenuto un trend di crescita, riuscendo a restare forte nonostante le difficoltà degli ultimi anni”, ha commentato il presidente di Anima Confindustria, Marco Nocivelli. “Per la prima volta, ora ci troviamo di fronte a un’inversione di tendenza, che sta mettendo a rischio un settore fondamentale per l’economia italiana, che rappresenta 222.000 posti di lavoro”.

Tra i fattori determinanti le incertezze geopolitiche

Nel 2023 il segmento più colpito dalla crisi è quello degli impianti e macchinari per l’edilizia, con una contrazione produttiva del -3,7%, un calo delle esportazioni dell’1,9% e un tasso di occupazione stazionario.

Questa situazione è attribuibile a tre eventi globali imprevedibili e destabilizzanti: la pandemia da Covid-19, il conflitto russo-ucraino e l’ultimo sviluppo nel conflitto israelo-palestinese. Questi eventi hanno generato una notevole instabilità economica e geopolitica con ripercussioni sia a breve che a lungo termine.

Le tensioni geopolitiche nei paesi esportatori di materie prime e il persistente conflitto israelo-palestinese aumentano il rischio di rialzo dei prezzi delle materie prime. Inoltre, le oscillazioni economiche eccezionali degli ultimi tre anni hanno portato inflazione ed incertezza insieme a una crescita irregolare, oltre ad effetti duraturi dovuti a fenomeni nazionali e globali come il reshoring/friendshoring e la revisione delle catene del valore globali.

L’attuale stretta finanziaria nei principali paesi avanzati, in risposta all’elevata inflazione, ha riacceso le preoccupazioni per l’instabilità del sistema finanziario.

Il presidente Nocivelli rinnova l’invito alle istituzioni: “Così come ribadito nel Manifesto della Meccanica presentato da Anima Confindustria, a nome del comparto chiediamo a gran voce un intervento a tutela delle imprese, che consista in primo luogo nel fondamentale rafforzamento delle politiche industriali”.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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