Il voucher dedicato alle PMI che intendono avvalersi della consulenza di un Innovation Manager, previsto dalla legge di bilancio, prevede, come vi avevamo raccontato, un contributo a fondo perduto da parte del Ministero dello Sviluppo Economico di un massimo di 40 mila euro per le micro e piccole imprese (a copertura del 50% dei costi sostenuti) e di un massimo di 25 mila euro per le medie imprese a copertura del 30% dei costi sostenuti. Il contributo sale invece a 80 mila euro nel caso la richiesta pervenga da una rete di imprese.
I fondi previsti nella manovra per questa misura sono pari ad appena 25 milioni all’anno per tre anni (75 milioni in tutto): una cifra che, conti alla mano, consentirebbe di assegnare ai richiedenti, ipotizzando qualche decina di migliaia di aziende interessate, un contributo medio di poche migliaia di euro, ben distanti dalle cifre promesse in manovra.
A sollevare il problema è stato oggi, in un articolo uscito su Il Sole 24 Ore, Carmine Fotina che, per spiegare il meccanismo, cita il precedente dei voucher da 10.000 euro per la digitalizzazione delle PMI. “Nella precedente tornata, il contributo medio richiesto per i “voucher digitalizzazione” fu pari a circa 7mila euro”, scrive Fotina. “I 100 milioni inizialmente stanziati avrebbero coperto appena il 16% delle spese ammissibili, facendo perdere quasi del tutto efficacia alla misura. Fu necessario, tra mille difficoltà, ricorrere a 242,5 milioni aggiuntivi per porre rimedio (in tutto 342,5 milioni)”.
Una situazione che con ogni probabilità è destinata a ripetersi anche per i Voucher per l’Innovation Manager.
La precisazione del MISE: “Le risorse ci saranno”
Puntuale è arrivata la replica da parte del Ministero dello Sviluppo Economico che, in una nota, dopo aver sottolineato la diversità delle due misure, spiega che, anche in questo caso, qualora la richiesta delle aziende dovesse essere elevata, il Ministero reperirà ulteriori risorse da dedicare alla misura: “Si tratta di una misura sperimentale con una dotazione di 75 milioni di Euro in tre anni, per la prima volta introdotta in Legge di Bilancio, per favorire la trasformazione digitale delle PMI. Se si dovesse riscontrare un fabbisogno maggiore rispetto allo stanziamento previsto il Ministero si adopererà per soddisfare le esigenze delle imprese richiedenti”.
Siccome questa eventualità pare anche a noi praticamente una certezza, ci auguriamo che il Ministero sia di parola. Nel frattempo, restiamo in attesa del decreto con il quale proprio il Ministero dovrà spiegare quali figure potranno entrare in una sorta di “albo” degli Innovation manager ai quali le aziende potranno rivolgersi per le consulenze.
Ricordiamo che il voucher andrà a coprire i costi per l’acquisto di prestazioni consulenziali di natura specialistica “finalizzate a sostenere i processi di trasformazione tecnologica e digitale attraverso le tecnologie abilitanti previste dal Piano nazionale impresa 4.0 e di ammodernamento degli assetti gestionali e organizzativi dell’impresa, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali”.