Un piano industriale decennale: Patuanelli convoca tutte le forze di maggioranza

Il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli ha annunciato di voler convocare a breve tutti i capigruppo della maggioranza per scrivere insieme il piano industriale del Paese, un piano di sviluppo economico che duri per i prossimi 10 anni. “Dopo il Piano Transizione 4.0 – dice – il Paese ha bisogno di un altro salto nel futuro”.

Pubblicato il 17 Gen 2020

Piano industriale


Il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli ha annunciato in un’intervista a Repubblica di voler convocare a breve tutti i capigruppo della maggioranza. Obiettivo, come ha ribadito lo stesso ministro sui social, “scrivere insieme il piano industriale del Paese. Un piano di sviluppo economico da qui ai prossimi 10 anni” perché, dice, “dopo il Piano Transizione 4.0 il Paese ha bisogno di un altro salto nel futuro”.

Nell’intervista rilasciata a La Repubblica, Patuanelli chiarisce anche la sua posizione riguardo a tre importanti questioni attualmente al centro del dibattito politico.

Autostrade: “Sì alla revoca delle concessioni”

A proposito di Autostrade, il ministro conferma il suo sì alla revoca della concessione: “La decisione è la conseguenza dei 43 morti nel crollo del ponte Morandi. Lo stato manutentivo delle strade gestite da Aspi fa percepire un senso di insicurezza ai cittadini che salgono in macchina”. È una posizione sulla quale si trova d’accordo anche il vice ministro Stefano Buffagni, che stamattina a Radio 24 ha parlato di Autostrade per l’Italia come di un “nemico” del Governo, ricordando come l’azienda non abbia mostrato segno di voler rimediare ad anni di cattiva manutenzione, procedendo al contrario a continue azioni legali contro il Governo.

“Su Alitalia è mancato il coraggio”

Patuanelli è poi tornato sull’annosa questione di Alitalia, sostenendo che la soluzione sia il rilancio come compagnia di bandiera. “Il percorso per farlo sarà deciso dal commissario e dal nuovo direttore generale, che nelle prossime settimane faranno una proposta di modifica del contratto di cessione e una proposta industriale”.

Con Alitalia, ha detto, “è mancato il coraggio di verificare perché fatturi ad aereo più di Lufthansa, ma abbia una quota costi insopportabile. Il peso del personale non è tra quelli tagliabili, costa 400 milioni”. A tal proposito precisa che da tagliare ci sarebbero “alcune rotte in perdita, che però per decisione politica si è scelto di non toccare. Così come non si è messo mano a contratti di manutenzione totalmente fuori mercato. Leogrande e Zeni lavorano a questo”.

Mittal: “Vogliamo continuare a lavorare”

La terza questione toccata dal ministro è quella dell’ex Ilva e di Mittal: “Vogliamo continuare a lavorare per garantire una produzione siderurgica compatibile con l’esistente attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie come il preridotto. Stiamo vedendo se ci sono le condizioni per farlo con Mittal. Una cosa è certa: da questa situazione non si esce con la prosecuzione dell’impianto così com’è, si esce con Taranto come punto di riferimento forte di una nuova siderurgia”. Nell’operazione ci sarà anche la presenza dello Stato, “che crede in questo progetto”.

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Beatrice Elerdini

Giornalista di professione, reporter, copywriter, Social Media Manager e autrice di testi per la tv e il web. Da dieci anni lavoro su piattaforma Wordpress e mi nutro di SEO. Ogni giorno mi occupo di cronaca, attualità, economia e nuove tecnologie. Avete storie, notizie e curiosità da raccontare? Scrivetemi a biaraven@libero.it

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