L’obiettivo è proporre una direzione strategica per il futuro dell’industria del Paese e per lo sviluppo competitivo della fabbrica di domani. Questo lo scopo del libro bianco “Il futuro della fabbrica” di Assolombarda, in cui si delineano le caratteristiche della fabbrica del futuro. Il documento è stato presentato oggi nella sede degli industriali milanesi da Alberto Dossi, vicepresidente di Assolombarda con delega alle Politiche industriali, Antonio Calabrò, vicepresidente di Assolombarda con delega agli Affari Istituzionali, Organizzazione, Cultura e Legalità, e Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano.
Indice degli argomenti
Il Libro bianco di Assolombarda
Il Libro bianco è il sesto che l’associazione dedica ai temi strategici per la crescita del Paese. Per realizzarlo, Assolombarda si è avvalsa della partnership scientifica del Politecnico di Milano e dei contributi di esperti provenienti dal mondo delle imprese, delle università, dei centri di ricerca. Il volume propone un’idea di futuro dell’industria, immaginando diversi scenari, da quelli più tecnologici a quelli di visione, fornendo raccomandazioni e spunti di riflessione a un ampio pubblico di interlocutori: dagli imprenditori, che devono orientare le proprie decisioni strategiche di business; ai policy makers, che hanno il compito di definire scelte politiche e sociali; alla società civile, che deve poter trarre beneficio dall’evoluzione in corso.
“Oggi i nuovi assetti geopolitici ed economici mondiali stanno imponendo una seria riflessione sulle priorità strategiche dei prossimi anni “, ha dichiarato Alberto Dossi, Vicepresidente di Assolombarda con delega alle Politiche Industriali. L’Italia, che è la seconda manifattura d’Europa e la settima a livello mondiale, non può abdicare al proprio ruolo. Occorre, quindi, un’agenda di priorità e un Piano di Politica Industriale Nazionale. È un atto di responsabilità per rilanciare e guidare il futuro economico e sociale del Paese, un investimento di lungo termine essenziale per non restare indietro nella competizione globale.
Mantenere la persona al centro
In questo contesto, la trasformazione delle fabbriche e delle imprese, con l’introduzione delle nuove tecnologie digitali nel quadro di nuovi modelli organizzativi e di business, ha importanti implicazioni sui ruoli e sulle competenze delle persone, che acquisiscono un ruolo chiave nel definire la strategia dell’impresa. Per questo la fabbrica del futuro deve mantenere sempre la persona al centro delle proprie azioni e decisioni. Si tratta, in particolare, di assicurare un ambiente di lavoro che massimizzi l’intelligenza creativa e distintiva dell’attività umana, anche per attrarre e trattenere i giovani talenti.
La formazione fondamentale per lo sviluppo della competitività
Un’alleanza tra mondo imprenditoriale e sistema educativo deve essere consolidata attraverso un coinvolgimento reciproco e integrato. La condivisione degli obiettivi formativi è infatti cruciale per la competitività del sistema Paese: i giovani, quali future risorse aziendali, devono essere messi in condizione di comprendere, e possibilmente governare, il progresso tecnologico e sociale in cui andranno a inserirsi.
Serve inoltre diffondere a tutti i livelli la cultura del cambiamento. Le imprese sono chiamate a raccogliere nuove sfide nella gestione dei sistemi organizzativi per crescere. La capacità di ridisegnare continuamente gli schemi e di governare in maniera “sostenibile” il cambiamento sono importanti abilitatori per la creazione di un’efficace strategia competitiva.
Un altro consiglio è quello di essere leader nella responsabilità. Le grandi sfide ambientali e sociali richiedono un profondo ripensamento dei modelli di sviluppo del business. La fabbrica del futuro deve perseguire una crescita di lungo periodo sostenibile, valutando gli effetti delle proprie politiche sugli stakeholder, sulle strutture economiche e sociali delle realtà in cui opera, e sull’ambiente.
Tecnologia, dati e cyber security
Il Libro bianco consiglia di sfruttare la convergenza tecnologica. L’insieme combinato di tecnologie abilitano grandi recuperi di produttività, aumenti di efficacia e l’attivazione di nuovi modelli di business. È necessario progettare l’utilizzo delle tecnologie digitali in azienda in modo coordinato e integrato, secondo logiche che consentano di moltiplicarne il potenziale e di massimizzarne i benefici.
Necessario anche comprendere che i dati costituiscono un valore per l’impresa. Analizzando i dati di un sistema è infatti possibile comprenderne meglio il funzionamento, determinare gli spazi di miglioramento, definire le strategie di intervento. Le fabbriche dovranno tendere al modello di Data Driven Factory e la disponibilità di dati dovrà essere considerata come la spina dorsale lungo cui disegnare e gestire l’intero sistema produttivo e logistico.
Importante poi instaurare una vera e propria cultura della sicurezza informatica, prevedendo misure a sostegno degli investimenti necessari ad attuarla (infrastrutturali, applicativi, e culturali). Tale cultura deve passare attraverso pratiche flessibili, aggiornabili ed estensibili a tutto il sistema economico, dalla singola azienda, alle intere filiere, fino all’amministrazione pubblica.
Le necessità della fabbrica del futuro
La fabbrica si configura sempre più come nodo di una rete e parte di un ecosistema, composto da altre imprese, clienti, fornitori, ma anche istituzioni e altri attori economici. Nell’ecosistema la dimensione del singolo non è per forza determinante, quanto lo è invece il suo posizionamento strategico. Connettere una rete di un ecosistema significa fisicamente connettere processi, sensorizzare impianti e risorse, predisporre piattaforme digitali tramite cui comunicare e collaborare.
Indispensabile promuovere l’innovazione del Sistema Paese. Perché le imprese e le fabbriche diventino sempre più innovative, efficienti, digitali, produttive, sostenibili, resilienti, il resto del Sistema Paese non può rimanere fermo. In questa direzione, occorre agire sull’adeguamento delle infrastrutture; il supporto all’interoperabilità e all’integrazione degli ecosistemi e delle filiere; la predisposizione di un contesto normativo efficace, stabile e chiaro; la garanzia di tempi certi e rapidi nella gestione dei processi operativi, sia pubblici che privati. Insieme all’incentivazione di comportamenti virtuosi; alla definizione di piani pluriennali di politica industriale a supporto del Futuro della Fabbrica; al sostegno agli attori economici che possono incontrare maggiori difficoltà.
La fabbrica del futuro ha infine bisogno di un partner pubblico del futuro. Per garantire risposte più rapide alle esigenze di mercato e processi decisionali e operativi pubblici trasparenti e più rapidi, sono necessari investimenti di ammodernamento tecnologico e digitale della Pubblica Amministrazione e un generale adeguamento delle infrastrutture, fisiche e digitali.