L’Obama pensiero sull’industria 4.0: “Redistribuire il lavoro”

L’ex presidente degli Stati Uniti a Milano interviene sugli effetti della rivoluzione digitale nell’economia e torna sulla questione lavoro. “Tutti dovremmo lavorare un po’ meno per distribuire il lavoro”, ha detto Obama.

Pubblicato il 09 Mag 2017

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama a Milano per Seeds & Chips

Non solo cambiamento climatico e cibo. L’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, intervenendo a Milano alla conferenza internazionale sull’innovazione alimentare Seeds & Chips, ha preso di petto anche la questione della tecnologia e dei risvolti dell’industria 4.0. A cominciare dal lavoro e dagli effetti che la rivoluzione digitale avrà sulle capacità di impiego. Una questione politica, innanzitutto.

“La tecnologia nel mondo sta creando in molti settori dell’economia alta intensità di capitale e meno richiesta di manodopera e tutto questo diventerà un problema nel mondo avanzato – avverte il 44esimo presidente degli Stati Uniti -. È una delle cose che mi preoccupa di più. Sono certo che, in molti Paesi del Medio Oriente e del Sud dell’Asia, questo sia parte del problema che fomenta la radicalizzazione e il terrorismo. Se molti giovani sono disoccupati rischiano di indirizzare in modo malsano le loro energie”.

Lavorare meno, lavorare tutti

Per questo, secondo Obama, di pari passo allo sviluppo del mercato digitale bisogna controbilanciare le conseguenze immediate e future sul mercato del lavoro. “È il caso della driverless car – osserva l’ex numero uno degli Stati Uniti -. La tecnologia sta arrivando. Possiamo creare un sistema più sicuro ed efficiente nei trasporti, ma negli Stati Uniti ci sono 3-4 milioni di persone che si mantengono guidando e dove lavoreranno se all’improvviso bus camion non avranno bisogno di essere guidati? Dobbiamo anticipare queste questioni ora. Tutti dovremmo lavorare un po’ meno per distribuire il lavoro tra tutti ma questo richiede una riorganizzazione del sistema sociale”.

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama a Milano per Seeds & Chips

Nel 2013 l’allora inquilino della Casa Bianca aveva lanciato il piano back to manufacturing, per fare degli Stati Uniti una calamita per il lavoro, come aveva detto lui stesso, presentando un programma che già allora si basava in gran parte sulla robotica e sulla manifattura avanzata.

L’importanza del web

Presidente social, con 87,8 milioni di follower su Twitter, benché ora cinguetti in modo molto più parco rispetto a prima, Obama a Milano riconosce la forza di internet. “Non sarei mai stato eletto senza sfruttare il potere di internet”, osserva, ma riconosce che i linguaggi cambiano. Specie quelli dei giovani, il pubblico a cui si rivolge la fondazione che porta il suo nome e con cui l’ex presidente vuole crescere nuovi talenti “nell’attivismo”, dall’economia alla politica, dal giornalismo alle organizzazioni non governative. Per “raggiungere i giovani, che ricevono le informazioni sul cellulare e hanno a disposizione solo due minuti”, bisogna “creare un messaggio potente, veritiero, che li porti ad agire”.

In difesa della scienza

In un discorso in cui non sono mancate le risposte frontali agli attacchi dell’attuale amministrazione Usa, guidata da Trump, alle sue politiche, in materia di cambiamento climatico, energia e sanità, Obama rimarca l’importanza della scienza per la politica. “Mi ha sempre indirizzato”, dice e per questo apre agli organismi geneticamente modificati: “Non possiamo essere mentalmente chiusi” “perché l’umanità continua a imparare dall’esperienza e non possiamo fermarci ora”.

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Redazione

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