Intelligenza artificiale, ecco la proposta definitiva degli esperti per una strategia italiana

Giunge a conclusione il lavoro del gruppo di trenta esperti che hanno elaborato una “proposta di strategia italiana per l’intelligenza artificiale”. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato oggi il documento definitivo con le proposte individuate, che muovono da una visione basata su una chiara matrice antropocentrica e orientata verso lo sviluppo sostenibile. Per implementare la strategia serviranno 232 milioni di euro l’anno.

Pubblicato il 02 Lug 2020

AI_Italia

A quasi due anni dall’inizio dei lavori, giunge finalmente a conclusione il lavoro del gruppo di trenta esperti che hanno elaborato una “proposta di strategia italiana per l’intelligenza artificiale”. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato oggi il documento definitivo con le proposte individuate, che sono già passate al vaglio della pubblica consultazione tra agosto e settembre dello scorso anno.

Il ministro Stefano Patuanelli ha commentato entusiasta: “Si tratta di uno dei piani strategici più completi al mondo, come sancisce The Brookings Institution, un think tank a Washington che sta producendo diversi studi sulla governance dell’AI: dall’analisi di 34 piani strategici di vari Paesi, quello dell’Italia è stato definito il più completo. È basato su una visione di efficienza e sostenibilità per le imprese, in cui l’Intelligenza Artificiale diventa il motore che integra, nei sistemi produttivi, la tecnologia e lo sviluppo sostenibile, mettendo sempre al centro l’individuo e l’ambiente circostante”.

“Si tratta di proposte ambiziose, ritagliate sulle peculiarità del sistema Italia, tese ad abbinare competitività internazionale e sviluppo sostenibile, nel solco dell’AI “affidabile” definita a livello europeo. Sono proposte che guardano in particolare alla governance e alla necessità di un quadro giuridico agile e adaptive”, scrivono gli autori.

La roadmap verso la strategia

Durante il Digital Day dell’aprile 2018, venticinque Paesi dell’Unione Europea hanno sottoscritto una dichiarazione di cooperazione per l’Intelligenza artificiale. Allo stesso tempo la Commissione europea ha pubblicato “L’intelligenza artificiale per l’Europa” e successivamente un Piano coordinato sull’intelligenza artificiale, istituendo poi un gruppo di esperti di alto livello con il compito di definire gli orientamenti etici e le politiche di investimento sul tema. L’Italia ha nominato il proprio gruppo di trenta esperti (docenti universitari, professionisti, studiosi) a fine 2018. Il loro compito era produrre il documento pubblicato oggi, per tracciare le linee guida per l’adozione di corretti indirizzi di sviluppo in materia di intelligenza artificiale.

L’anno scorso si è svolta la consultazione pubblica: tutti erano invitati a commentare la strategia (come abbiamo raccontato qui). Poi c’è stata la crisi di governo e il cambio di guida al Ministero dello Sviluppo Economico. Da ultimo, l’emergenza Covid-19.

“Siamo dell’opinione – spiegano gli autori nella prefazione – che, anche se a distanza di un anno dalla loro prima formulazione, queste proposte siano ancora essenzialmente valide per il rilancio dell’Italia attraverso la tecnologia digitale, e in particolare l’Al. La capacità di governo della tecnologia è una sfida che unisce tutti i Paesi del mondo, nella quale non ci sono vincitori prestabiliti né leader indiscussi. L’Italia può e deve trovare, senza indugio, la propria via all’intelligenza artificiale in modo coerente con il percorso europeo, ma anche attento alle caratteristiche di un Paese unico per patrimonio industriale, culturale, per la sua posizione geografica e per la sua ricchezza paesaggistica e ambientale. Le nostre proposte, dunque, non tengono conto dell’impatto della pandemia da COVID-19, che nella prima metà del 2020 ha già mietuto più di trentamila vittime nel nostro Paese e più di 340.000 a livello globale. La pandemia, il prolungato periodo di lockdown che ne è conseguito e la depressione economica che ne seguirà costituiscono peraltro fattori di assoluta importanza, che senza modificare l’assetto del nostro documento ne acuiscono il sentimento di urgenza. A fronte della pandemia, di un tessuto industriale da rivitalizzare e di un’emergenza sociale che si presenta quasi impossibile da fronteggiare, l’Italia ha la possibilità di ritrovarsi come sistema-paese in grado di governare la tecnologia digitale e utilizzarla per modernizzare l’amministrazione pubblica, per semplificare e migliorare la vita delle persone (cittadini e non), per tutelare i lavoratori, rilanciare le imprese e proteggere il territorio. La strategia nazionale in tema di Al acquista oggi significati nuovi: da un lato, l’Al e le tecnologie collegate (come i big data, il 5G e l’Internet delle Cose) possono regalare al nostro Paese nuove possibilità per acquisire il grado di resilienza necessario a fronteggiare shock futuri, sia che si tratti di pandemie che di rischi di altro tipo. Per altri versi, oltre a proteggere e preparare il nostro Paese di fronte al rischio, la tecnologia digitale può aiutare l’Italia a compiere un salto, una trasformazione verso livelli di efficienza e sostenibilità altrimenti impensabili. È dunque alla trasformazione del Paese, a partire dalla governance dell’innovazione tecnologica, che il nostro gruppo pensa nel formulare queste 82 proposte. Nella speranza che al di là della pandemia, possa schiudersi per l’Italia una nuova stagione di prosperità”.

Una visione antropocentrica

La strategia è strutturata in tre parti: la prima è dedicata all’analisi del mercato globale, europeo e nazionale dell’intelligenza artificiale. La seconda parte descrive gli elementi fondamentali della strategia, mentre la terza approfondisce la governance proposta per l’AI italiana e propone alcune raccomandazioni per l’implementazione, il monitoraggio e la comunicazione della strategia nazionale in tema di intelligenza artificiale.

La visione adottata ha una chiara matrice antropocentrica e orientata verso lo sviluppo sostenibile. Il documento – comunica il Mise – sarà alla base della definizione della strategia italiana nell’ambito del Piano Coordinato europeo. È stato anticipato che sarà inoltre organizzato un webinar di presentazione del lavoro con la partecipazione dei sottosegretari Liuzzi, Manzella e degli esperti.

La strategia è suddivisa nei seguenti capitoli:

  • Intelligenza artificiale, opportunità e rischi – In questo capitolo vengono indagati sia il potenziale dell’intelligenza artificiale che i rischi connessi a tale tecnologia.
  • I trend globali e la visione europea – Viene riportata la strategia europea sull’AI
  • L’Italia alla sfida dell’intelligenza artificiale – in questa parte si analizza lo stato dell’arte dell’intelligenza artificiale in Italia e gli indirizzi sostenibili da adottare.
  • L’AI per l’essere umano – L’uomo è al centro della visione italiana sull’intelligenza artificiale. Si approfondiscono qui tematiche rilevanti come la coesistenza tra macchine e uomini, i diritti alla protezione dei consumatori e alla concorrenza, quali politiche adottare contro la disinformazione. Un paragrafo importante è quello dedicato al mondo del lavoro e alle sfide che l’intelligenza artificiale pone.
  • AI per un ecosistema affidabile e competitivo – si analizza come l’intelligenza artificiale può influire sul sistema industriale italiano valorizzandolo e le strategie per sviluppare l’economia dei dati.
  • AI per lo sviluppo sostenibile – si indaga in questo capitolo come l’AI può mettersi al servizio della sostenibilità ambientale ed energetica.
  • La governance della strategia – si propone l’istituzione di una cabina di regia interministeriale per regolare i diversi aspetti legati all’implementazione dell’AI.
  • Raccomandazioni per la strategia italiana sull’intelligenza artificiale – Il capitolo conclusivo riguarda raccomandazioni specifiche relative al rapporto con gli esseri umani, al contesto di un ecosistema produttivo e per lo sviluppo sostenibile.

In chiusura è presente un’appendice, l’Allegato 1 con le stime dei costi di implementazione della strategia, assente nella prima bozza del documento. Si prevede l’istituzione di un Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale, che costerà a regime circa 81 milioni di euro l’anno, e una serie di azioni per l’implementazione della strategia che costeranno, sempre a regime (tra cinque anni) 232 milioni di euro l’anno di cui oltre 120 provenienti da investimenti privati.

L’Istituto italiano per l’Intelligenza Artificiale

Questo Istituto italiano per l’Intelligenza Artificiale sarebbe, nell’idea degli esperti, sarebbe un’organizzazione stabile importante e qualificata, con il suo Network e le sue connessioni al sistema nazionale dei dati, ai Competence Center, e alla rete dei Digital Innovation Hub, e combinata con un “investimento in un’architettura di calcolo HPC, High Performance Computing, con un Mix di componenti Cloud ed Edge.

Un’infrastruttura che potrebbe essere l’equivalente italiano del CERN per l’Intelligenza Artificiale, “oppure uno dei nodi di un’ipotetica rete europea, nel caso che le attività di ricerca e sviluppo sull’Intelligenza Artificiale vengano declinate come una rete invece che un unico sito di eccellenza europeo”.

Le raccomandazioni e il documento completo

Da pagina 87 del documento trovano spazio le 82 raccomandazioni concrete del gruppo di esperti: sono indicazioni relative a tutti i punti trattati nella relazione.

Qui sotto potete leggere e scaricare il documento completo

Proposte_per_una_Strategia_italiana_AI

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Nicoletta Pisanu

Giornalista, collabora da anni con testate nazionali e locali. Laureata in Linguaggi dei Media e in Scienze sociali applicate all'Università Cattolica di Milano, è specializzata in cronaca.

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