In caso di un governo 5 stelle chi intende puntare su Industria 4.0 potrà continuare a farlo con il supporto delle istituzioni: gli incentivi dedicati a questo comparto, che rientravano nel piano per l’innovazione delle imprese avviato dal ministro uscente Carlo Calenda, sono infatti stati “promossi” dal Movimento.
A darne conferma, nel corso di una trasmissione radiofonica, il ministro del lavoro e del welfare designato dai 5 stelle, l’economista Pasquale Tridico, docente di Economia del lavoro e Politica Economica all’università Roma Tre, che era tra i nomi indicati da Luigi Di Maio per la squadra di governo inviata al Capo dello Stato Sergio Mattarella.
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Promozione a pieni voti per industria 4.0
La risposta, che arriva al termine di un ragionamento complesso, partito dal job acts e dagli incentivi alle imprese del mezzogiorno per creare nuova occupazione, non lascia, comunque, spazio a dubbi. Alla domanda “promuove i provvedimenti relativi a industria 4.0?” Tridico risponde con un: “Assolutamente”.
No ai contributi a pioggia: “drogano il mercato del lavoro”
Il discorso partiva da altri temi anche perché il ruolo del professore, e di conseguenza l’intervista radiofonica, era mirata su welfare e diritti dei lavoratori, dall’abolizione dell’articolo 18 alla revisione della legge Fornero, fino al reddito di cittadinanza.
Sulle politiche relative agli sgravi contributivi che hanno incrementato le nuove assunzioni Tridico esprime parere fortemente negativo.
“Io penso che questo sia un modo per drogare il mercato del lavoro – spiega – mentre noi vogliamo fare interventi per far crescere realmente l’occupazione, ma senza dare incentivi a pioggia. Noi pensiamo che siano necessari in determinati settori, come quelli tecnologicamente avanzati, oppure nei confronti di categorie particolari come i giovani che hanno un tasso di disoccupazione molto alto”.
“Industria in declino, investire nell’alta tecnologia”
“Quando si fanno politiche di crescita e sviluppo bisogna partire da una domanda: dove vogliamo andare e come si vuole posizionare l’Italia. Vogliamo pensarci come paese industriale o di servizi? Noi ci stiamo pericolosamente avvicinando, negli ultimi anni, verso una frontiera tecnologica molto bassa, che è basata prevalentemente su settori, come il turismo o i servizi, che danno pochi vantaggi in termini di produttività”.
“Per fortuna, siamo ancora un paese industriale – prosegue Tridico – anche se siamo in declino”. Da qui parte la proposta dell’economista, per far tornare la nostra nazione a livelli di sviluppo interessanti. “Gli investimenti per la creazione di occupazione e gli incentivi al paese per la crescita devono essere concentrati, principalmente, nei settori industriali e in quelli tecnologicamente avanzati”. E da qui il via libera al piano Industria 4.0.