Dare forma e sostanza a una “Europa delle opportunità”, capace di competere sul piano industriale e dell’innovazione con le grandi potenze mondiali. Un’Europa unita e democratica che ha, come priorità, la coesione e l’integrazione sociale, economica e territoriale. Il mondo dell’imprenditoria interviene sui temi dell’Europa e, in un editoriale apparso sull’edizione odierna de Il Sole 24 ore, Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, e Pierre Gattaz, presidente di BusinessEurope, la “confindustria” europea, fanno il punto sul dibattito che, in questi mesi, ha coinvolto le imprese del vecchio continente.
Indice degli argomenti
Il paradosso: Europa contestata anche dove funziona
Un dibattito che parte da un interrogativo sempre più attuale: “Perché l’Europa” e da un fenomeno che Boccia e Gattaz definiscono “un paradosso”, ovvero quello di una popolazione che spesso contesta e mette in discussione il processo di costruzione europea, anche in quei paesi dove ha funzionato e prodotto effetti benefici. La consapevolezza, anche degli imprenditori, è che “il processo di integrazione europea ha generato paure, crescita distribuita in modo non uniforme e precarietà per alcuni”.
Ma adesso, spiegano Boccia e Gattaz, bisogna tracciare un bilancio di quanto fatto in questi decenni e guardare avanti. “L’ambizione iniziale di creare un’Europa pacifica, unita e prospera è stata di fatto raggiunta – scrivono – tanto che oggi, dopo più di 60 anni, il nostro è un continente il cui modello di sviluppo è invidiato”. In questi anni, però, il mondo è cambiato, le nuove tecnologie accelerano e le aspettative dei cittadini si sono evolute. “Dobbiamo quindi andare oltre, porre le domande e individuare le soluzioni giuste per i prossimi decenni”.
Abbiamo bisogno dell’Europa? La risposta delle imprese
La preoccupazione concreta degli imprenditori, che si definiscono “ontologicamente europeisti”, è che il progetto di integrazione compia passi indietro e per questo il dibattito all’interno di BusinessEurope è partito da una domanda ben precisa: Abbiamo bisogno dell’Europa? e le risposte sono inequivocabili:
1. “le imprese ritengono che la costruzione europea sia una necessità in un mondo in cui i giganti politici, economici, militari sono già numerosi (Stati Uniti, Cina, Russia, domani India e Africa…). Abbiamo bisogno di “più Europa”, non di “meno Europa”;
2. “le quattro libertà di circolazione (beni, servizi, capitali e persone), il mercato unico, l’euro, etc., sono imprescindibili perché hanno portato alla semplificazione, alla crescita e al benessere. Ma, d’altra parte, è tempo di fare di più e meglio”.
Che l’Europa, diventi il “continente delle opportunità”
Per rispondere alle sfide di portata globale del mondo di oggi, proseguono, serve “un’Europa aperta ma in grado di proteggere, unita ma rispettosa delle differenze, ambiziosa ma attenta a tutti. Per noi, l’Europa deve diventare il continente delle opportunità per i cittadini, il continente di “tutte le possibilità”, in cui ognuno possa raggiungere le proprie ambizioni senza ostacoli, indipendentemente dallo stato o dalla condizione di partenza. Occorre avere l’ambizione di porre le condizioni per costruire un’Europa che sia il miglior posto al mondo per il lavoro, i giovani e le imprese.
I 4 punti delle imprese per vincere le sfide del futuro
“La nostra convinzione è che, nei prossimi anni – spiegano Vincenzo Boccia e Pierre Gattaz – il mondo imprenditoriale sarà al centro di molte sfide economiche e sociali e che per questo dovrà essere in prima linea”. Da qui la scelta di lanciare alcune proposte con quattro obiettivi operativi:
1. costruire un’Europa “forte e unita”, che conti sulla scena internazionale, soprattutto a confronto con giganti economici come Stati Uniti e Cina, che metta in atto una politica industriale coerente ed efficace;
2. costruire un’Europa “visionaria e all’avanguardia” sui temi chiave per il futuro, che investa nell’innovazione, nel digitale, nella formazione e nella sostenibilità;
3. costruire un’Europa “protettiva ed efficiente”, che sia in grado di rispondere alle sfide interne ed esterne con determinazione, in modo unitario, democratico, trasparente e veloce, che sappia dotarsi di strumenti comuni, nel rispetto delle prerogative nazionali;
4. costruire un’Europa “coerente e inclusiva” tra gli Stati membri, che faccia della coesione e dell’integrazione sociale, economica e territoriale la propria priorità, attraverso scelte di investimento ambiziose e il rafforzamento delle infrastrutture transnazionali materiali e immateriali, anche come strumento per supportare la ricerca e l’innovazione e per incoraggiare la formazione e la conoscenza.
“Le imprese sono pronte ad assumersi questa responsabilità, ma è necessario che la creazione di posti di lavoro e la crescita siano messe al centro della strategia europea. Nel quadro di questa strategia dovranno essere sviluppate politiche per rafforzare la competitività, l’innovazione, la formazione, e dovrà anche essere lanciata un’agenda internazionale, che concili la tutela dei diritti umani e la tutela dell’ambiente con gli imperativi economici. Se saremo in grado di rimanere uniti nei prossimi anni – concludono – siamo convinti di avere tutti i mezzi per dare forma e sostanza alla “Europa delle opportunità” e per avere successo domani.