Sarà l’effetto “luna di miele” con il governo appena insediato, cosa che, come ha ricordato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, è tradizione con la nascita di ogni nuovo esecutivo, ma aldilà delle valutazioni politiche, a settembre, anche se in modo molto lieve, l’indice del clima di fiducia dei consumatori è salito passando da 111,9 a 112,2, a differenza dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese che registra un lieve calo, da 98,8 a 98,5. Il dato arriva da Istat che ha reso note le stime rilevate nel mese che si va a concludere.
Indice degli argomenti
Consumatori più fiduciosi nel futuro, ecco i perché della crescita
Secondo l’istituto di statistica: “A settembre 2019 la ripresa del clima di fiducia dei consumatori deriva in particolare da un miglioramento della valutazione della situazione personale e delle prospettive future”. L’incremento dell’indice di fiducia dei consumatori è, infatti, la sintesi di andamenti eterogenei delle sue componenti.
Scorrendo i dati si nota un calo del clima economico, che registra una diminuzione, passando da 127,7 a 127,0 mentre il clima corrente rimane stabile a quota 110,0; si rileva, invece, un aumento sia per la componente personale sia per quella futura (da 107,0 a 107,8 e da 115,5 a 116,8, rispettivamente).
Per le imprese calano il manifatturiero e il commercio al dettaglio
“Per le imprese – spiega Istat nel commento che accompagna la nota – si registra invece un nuovo indebolimento del clima di fiducia. La flessione di settembre è trainata dal settore manifatturiero, in calo per il quarto mese consecutivo, e dal commercio al dettaglio. I segnali positivi, invece, riguardano il settore dei servizi e, soprattutto, il comparto delle costruzioni”.
Con riferimento alle imprese, l’indice di fiducia mostra andamenti differenziati nei diversi comparti. Nella manifattura e nel commercio al dettaglio è in diminuzione (da 99,6 a 98,8 e da 109,9 a 107,6, rispettivamente) mentre è in aumento nei servizi (da 97,4 a 98,5) e, soprattutto, nelle costruzioni (da 140,4 a 143,2).
Ecco i numeri delle imprese, giudizi negativi su ordini e produzione
Per quanto riguarda le componenti dei climi di fiducia delle imprese, nell’industria manifatturiera il peggioramento è condizionato da una dinamica negativa sia dei giudizi sugli ordini sia delle attese di produzione; i giudizi sulle scorte rimangono stabili. Nelle costruzioni l’evoluzione positiva dell’indice è determinata da un deciso miglioramento sia dei giudizi sugli ordini sia delle attese sull’occupazione.
Nel comparto dei servizi si segnala il miglioramento dei giudizi sia sugli ordini sia sull’andamento degli affari; le attese sugli ordini sono invece in deterioramento. Per quanto attiene il commercio al dettaglio, il calo dell’indice di fiducia sintetizza giudizi sulle vendite e sulle scorte in marcato peggioramento a cui si unisce un aumento delle attese sulle vendite. Si segnala che l’indice di fiducia è in diminuzione sia nella grande distribuzione sia in quella tradizionale.