Aiuti di Stato, Urso: “Per l’industria serve un Piano europeo più ambizioso”

Il Ministro delle imprese e del Made in Italy, Alfonso Urso, ha espresso un giudizio solo in parte positivo rispetto alla comunicazione della Commissione europea relativa alla revisione del quadro temporaneo degli aiuti di Stato che rientra nell’ambito del Green Deal Industrial Plan, la strategia europea per accelerare la transizione dell’industria verso la sostenibilità e vincere così anche la competizione di Cina e Usa. Secondo il Mimit, le proposte della Commissione sono un punto di partenza, ma occorre adottare un piano per l’industria europea più ambizioso, oltre che assertivo, competitivo e solidale. La proposta italiana in quattro punti

Pubblicato il 03 Feb 2023

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È un giudizio solo in parte positivo quello che giunge dal Ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sul Green Deal Industrial Plan e sulla revisione del Quadro temporaneo degli aiuti di Stato, due strategie proposte dalla Commissione per accelerare la transizione dell’industria europea verso la sostenibilità e competere con le risorse messe in campo da Cina e Usa.

Secondo il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, la comunicazione della Commissione europea è infatti una base di partenza che può e deve essere migliorata, per diventare davvero efficace. La proposta infatti mostrerebbe una prospettiva parziale del dibattito in corso sulla nuova politica industriale europea, come risposta alla sfida della competitività, sullo sfondo del duplice obiettivo della transizione verde e digitale.

Ed è questa la posizione che il Ministero ha portato in Europa, nell’ambito di una serie di incontri con i ministri di Repubblica Ceca, Ungheria, Bulgaria, Romania e Grecia. Nei prossimi giorni sono previsti altri incontri con i Ministri di Svezia, Portogallo, Croazia, Spagna, Austria e Cipro e con il Commissario europeo Thierry Breton.

Incontri che hanno dato il via alla fase di negoziato, che proseguirà per due mesi sino al Consiglio europeo del 23-24 marzo. Gli incontri saranno anche l’occasione per Mimit per presentare anche quattro proposte italiane mirate a una “politica industriale europea assertiva, competitiva e solidale”.

Le quattro proposte italiane

Secondo il Ministro Urso occorre elevare il livello di ambizione, in particolare sul piano delle risorse.

“Il documento di base si incentra solo sulle modalità che agevolano l’accesso delle imprese ai benefici fiscali, sulla semplificazione delle regole sugli aiuti di Stato e sui nuovi indirizzi dei fondi esistenti verso le industrie clean-tech, fattori necessari ma non sufficienti per garantire l’efficacia dell’azione europea”, commenta.

“Non si menzionano risorse ‘nuove’, ma solo quelle del NextGenerationEu, del Programma Horizon su ricerca e innovazione, della politica di coesione e infine quelle dei programmi REPowerEU e InvestEU”, aggiunge.

Il Ministro, inoltre, si sofferma sull’ancora poca chiarezza che ruota intorno al Fondo sovrano europeo, che dovrebbe essere creato dalla Commissione per supportare la doppia transizione (verde e digitale) dell’industria.

“Occorre maggior ambizione, oggi più che mai è necessaria una politica europea, assertiva, competitiva e solidale”, aggiunge Urso.

Il documento redatto dal Mimit e presentato nell’occasione dei primi incontri con i corrispettivi ministri di Repubblica Ceca, Ungheria, Bulgaria, Romania e Grecia e che racchiude la posizione italiana in materia, si basa invece su quattro principi che renderebbero davvero efficace la proposta europea, ovvero:

  • agire in una logica di “pacchetto sull’industria”
  • migliorare la proposta di revisione delle regole europee sugli aiuti di Stato per garantire un’effettiva ed efficace semplificazione e velocizzazione delle procedure
  • affermare con chiarezza il principio di solidarietà, che è a fondamento della casa comune europea
  • definire con chiarezza i settori da supportare e le modalità di finanziamento, funzionamento e le tempistiche di attivazione del Fondo sovrano europeo, assolutamente necessario per sostenere il sistema delle imprese in una logica di coesione e competitività

Poca chiarezza e rischio di aumentare la disparità tra i Paesi

La comunicazione a cui si riferisce il Ministro Urso, ricordiamo, è quella inviata dalla Commissione europea ai governi degli Stati membri per sottoporre a consultazione la proposta di revisione del quadro temporaneo di aiuti di Stato (Temporary Crisis Framework, ora Temporary Crisis and Transition Framework).

Nella stessa giornata, la Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, aveva anche presentato ufficialmente il Green Deal Industrial Plan, come aveva anticipato nel corso del suo intervento al World Manufacturing Forum di Davos.

Una revisione che la Commissione europea ha proposto da un lato per allargare lo scopo dei sussidi per includere anche progetti di transizione sostenibile dell’industria – il framework, ricordiamo, era stato creato con lo scopo di supportare le imprese europee impattate dalle conseguenze del conflitto russo-ucraino – e, dall’altro, per permettere agli Stati membri di offrire, con i propri fondi, aiuti di Stato per trattenere sul territorio le produzioni legate alle tecnologie green a rischio di delocalizzazione.

Questa revisione, spiega il Ministro, “deve aver luogo contestualmente a quella sulla revisione della governance economica e sulla necessità di costruire una capacità fiscale centrale, sulla scorta dell’esperienza positiva di NextGenerationEU e/o SURE. La decisione deve essere complessiva per essere davvero unitaria e quindi efficace”.

Il ministro, inoltre, sottolinea la necessità di migliorare ulteriormente la proposta per garantire un’effettiva ed efficace semplificazione e velocizzazione delle procedure, premessa necessaria per una reale competitività delle imprese europee.

La proposta della Commissione, ricordiamo, include strumenti come il rialzo dei massimali al di sotto dei quali gli aiuti “green” possono essere concessi senza notifica alla Commissione e altre disposizioni per facilitare e accelerare gli investimenti, soprattutto in materia di tecnologie strategiche alla transizione verso un’industria net-zero.

Tuttavia, per il Mimit le proposte avanzate non sono adeguate a garantire l’effettivo snellimento delle procedure, con un conseguente aumento degli investimenti.

“Questo è tanto più importante per i settori strategici, sui quali si misura la competitività globale (es: semiconduttori, materie prime, energia, difesa e aerospazio, strumenti bio e ad alta tecnologia)”, spiega urso.

Il Ministro ribadisce, inoltre, la necessità di garantire che non vi siano differenti potenzialità nell’utilizzo degli strumenti che di fatto favoriscano i Paesi con maggior capacità fiscale, con il rischio di frammentare il Mercato Interno e di aumentare il divario socio economico tra paesi e aree dell’Unione.

Se, infatti, i dati inerenti all’utilizzo degli aiuti di Stato hanno già confermato una situazione di disparità – con Germania e Francia responsabili di quasi l’80% degli aiuti di Stato notificati finora nell’ambito del Quadro temporaneo di crisi –, la stessa Vicepresidente della Commissione, Margrethe Vestager, ha parlato di riforma temporanea proprio per i rischi che comporterebbe sia al mercato unico europeo che alla coesione dell’Unione.

Prioritario, per Urso, è invece definire al più presto e con chiarezza i settori da supportare e le modalità di finanziamento, funzionamento e le tempistiche di attivazione del Fondo sovrano europeo, “assolutamente necessario per sostenere il sistema delle imprese in una logica di coesione e competitività”.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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