PMI Innovative

PMI innovative: occorre promuovere l’iscrizione al Registro del MISE

“L’importante incremento in percentuale delle PMI Innovative è un ottimo segnale di dinamismo del comparto; registriamo però la necessità di una maggiore consapevolezza dei vantaggi e delle opportunità che il novero all’interno del Registro comporta” Alessandro Dragonetti, Head of Tax di Grant Thornton

Pubblicato il 12 Nov 2020

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Echolight S.p.A., Angiodroid Srl e Nanoprom Chemicals Srl sono le tre imprese che si sono aggiudicate la quarta edizione del premio “Open Innovative PMI” che, ideato e organizzato da Grant Thornton, riconosce la propensione ad innovare, le performance ambientali e gli eccellenti risultati economici raggiunti in Italia e all’estero.  In palio 10.000 euro da utilizzare in servizi professionali tax ed advisory della member firm italiana. Echolight S.p.A., società biomedica di Lecce, ha vinto nella categoria “Ricerca, innovazione e digitale” per lo sviluppo di dispositivi medicali progettati per la la diagnosi dell’osteoporosi e malattie ossee correlate. Angiodroid Srl è una una società bolognese che per la categoria “Resilienza al Covid-19” ha sviluppato un iniettore di forme di contrasto per le angiografe in forma gassosa, basato sull’utilizzo di anidride carbonica. Nanoprom Chemicals Srl, società imprenditoriale con sede in provincia di Reggio Emilia, si è distinta nella categoria “Sostenibilità ambientale” per l’impegno in ricerca e applicazione commerciale dei nanomateriali.

La ricerca 2020 sulle PMI innovative in Italia

Durante la cerimonia di assegnazione dei premi, è stata illustrata anche la ricerca 2020 dell’Osservatorio “Open Innovative PMI” che, realizzata da Grant Thornton in collaborazione con l’Università di Pisa, inquadra l’andamento delle PMI innovative italiane. Sia il Premio che l’Osservatorio fanno parte di un più ampio progetto che mira a valorizzare l’innovazione italiana dando visibilità a questa specifica tipologia di imprese, protagonista del panorama imprenditoriale italiano ma ancora poco conosciuta. L’iniziativa ha l’obiettivo di sostenere e supportare lo sviluppo delle PMI innovative, facilitando la conoscenza dei vantaggi di natura fiscale, societaria e finanziaria previsti dalla vigente normativa ed esclusivamente dedicati alle PMI innovative regolarmente iscritte nell’apposita sezione del Registro delle Imprese tenuto dalla Camera di Commercio.

Alessandro Dragonetti, Head of Tax di Grant Thornton

Alessandro Dragonetti, Head of Tax di Grant Thornton commenta “L’importante incremento in percentuale delle PMI Innovative è un ottimo segnale di dinamismo del comparto. Serve però una maggiore consapevolezza dei vantaggi e delle opportunità che il novero all’interno del Registro comporta. Sono poco meno di 2 mila le aziende iscritte al Registro su circa 20 mila che stimiamo abbiano in Italia le caratteristiche per rientrare nella categoria ‘innovative’. E, a norma di legge, questa categoria di imprese avrebbe accesso ad alcune delle stesse agevolazioni normative, fiscali, contributive, burocratiche previste per le Startup Innovative. Perché rinunciare a semplificazioni e abbattimento dei costi di apertura, sgravi fiscali per impresa e investitori, assunzioni agevolate, accesso preferenziale al credito? L’iscrizione al Registro rappresenta una leva importante per le nostre piccole imprese che guardano al futuro in chiave moderna per occupare un ruolo strategico nell’ambito del sistema economico italiano. Andrebbe dunque maggiormente promossa e sostenuta. E in tale ambito un ruolo importante è ricoperto dai consulenti che sono chiamati a sensibilizzare i propri clienti sull’importanza dell’opportunità offerta dal MISE”.

PMI innovative in crescita, ma ancora inespresso il potenziale

Nell’ultimo anno il numero di PMI innovative è cresciuto del +40%: sono 567 le nuove aziende iscritte al registro del MISE (tra ottobre 2019 e settembre 2020) contro le 432 del periodo precedente. Tuttavia, a circa cinque anni di distanza dalla creazione del registro, appare ancora contenuto rispetto al bacino potenziale: sono poco più di 1.700 (1.732 secondo dati ufficiali della Camera di Commercio, aggiornati al 9 novembre 2020 dati ufficiali della Camera di Commercio, aggiornati al 9 novembre 2020) le PMI innovative “ufficiali”, mentre è verosimile pensare che in Italia le PMI con i requisiti previsti siano sull’ordine delle decine di migliaia.

L’importante crescita di iscrizioni nell’ultimo anno è limitata anche alla luce dei ripetuti interventi del legislatore sui benefici di cui tale categoria di impresa potrebbe godere. Tra gli ultimi interventi: quelli del Decreto 7 maggio 2019 dedicato proprio agli incentivi per le start up e le PMI innovative e quelli previsti nel decreto rilancio dell’aprile 2020. E poi alcune delle politiche di incentivo all’innovazione, come il credito d’imposta alle attività di ricerca e sviluppo, l’iper-ammortamento “Impresa 4.0”, il Patent Box, o i voucher “manager dell’innovazione”, che comunque si rivolgono ad una platea di aziende più vasta.

Dimensioni, anzianità, area geografica e demografia

La maggior parte delle PMI innovative, circa due terzi, sono di dimensioni ascrivibili alla categoria delle micro-imprese, con un fatturato al di sotto della soglia dei 2 milioni di euro. Meno del 10% delle aziende è ascrivibile alla categoria delle medie imprese (fatturato superiore a 10 milioni e inferiore a 50), mentre le restanti rientrano tra le piccole imprese (tra i 2 e i 10 milioni di fatturato).

9 anni è l’anzianità media tra le nuove iscritte. Peraltro, per alcune aziende si potrebbe porre il problema di restare iscritte al registro tra qualche anno, in considerazione dei requisiti più stringenti fissati di recente sulla permanenza tra le PMI innovative. Le PMI innovative sul mercato da più di 7 ma meno di 10 anni possono restare nel registro, qualora non abbiano ancora dimostrato in misura sufficiente il potenziale di generare rendimento.

A livello territoriale, su base regionale, la Lombardia, con 148 casi (oltre il 26% del totale), registra il maggiore numero di società iscritte nel Registro nell’ultimo anno. Seguono il Lazio con 65, l’Emilia Romagna con 57, la Campania con 52, la Toscana con 38 e il Veneto con 36, mentre tutte le altre regioni si attestano su valori decisamente più bassi. A livello provinciale, il maggior numero di nuove PMI Innovative è a Milano, con 122 società iscritte nell’ultimo anno (+54% rispetto alla scorsa rilevazione), seguita da Roma con 58 società iscritte (+100%) e a seguire Napoli con 26 (+86%).

Oltre l’80% delle nuove PMI è composto in prevalenza da uomini adulti e per lo più di nazionalità italiana. I casi di assetto proprietario e di governance nei quali si ha una prevalenza giovanile, femminile o straniera sono più limitati. Nell’ambito della compagine proprietaria si ha una “prevalenza giovanile” solo nel 6,53% dei casi, una “prevalenza femminile” nell’8,82% e una prevalenza proprietaria e/o di management straniera “solo” per l’1,94% dei casi esaminati.

Dati economico-finanziari delle PMI Innovative

La seconda parte del Report evidenzia buoni risultati in termini di fatturato e performance economico-finanziarie. Le PMI innovative hanno registrato un incremento medio del fatturato del 15% nel biennio 2018-2019. Se prendiamo in considerazione solo le PMI innovative che hanno avuto un incremento di fatturato, la media è del +30%.

Il patrimonio netto medio è pari a circa 1,9 milioni di euro. La media è tuttavia innalzata dalle medie aziende. Infatti, la metà delle aziende ha un patrimonio netto inferiore al milione di euro e l’85% è inferiore a 1,3 milioni.

Nel 76,45% dei casi le società registrano un EBITDA positivo, a dimostrazione del fatto che la maggioranza del campione osservato si trova in equilibrio economico.

Per quanto riguarda i settori di attività delle “nuove Pmi iscritte”, i gruppi più numerosi sono quelli attivi nel settore dei servizi, seguito da quello dell’industria/artigianato. Di contro, pochi i casi di aziende qualificate come PMI Innovative operanti nel settore del commercio.

Alcuni settori sono più resilienti alla crisi

Nel settore dei servizi si possono evidenziare alcuni segmenti di riferimento più vivaci che, rappresentando insieme circa il 90% delle PMI innovative osservate, rientrano tra quelli che potrebbero risentire meno della gravissima crisi innescata dal Covid-19. Informatica, elettronica, prodotti intermedi, chimica e farmaceutica e servizi non finanziari potrebbero mostrare un buon grado di resilienza alla crisi e mostrarsi pronte allo sfruttamento di opportunità.

Incrociando i dati della ricerca dell’Osservatorio con le stime del Cerved Industry Forecast (maggio 2020), relative all’impatto della crisi Covid sui fatturati delle aziende, in uno scenario soft, per i settori sopra menzionati, assisteremmo ad un calo complessivo medio del fatturato nel 2020 (rispetto al 2019) del 10,4%, con un rimbalzo medio del 10,3% nel 2021 (rispetto al 2020), andando a perdere l’1% circa del fatturato tra il 2019 e il 2021. In uno scenario hard, per i settori sopra menzionati, assisteremmo ad un calo medio complessivo del fatturato nel 2020 (rispetto al 2019) del 14,9%, con un rimbalzo medio del 15,3% nel 2021 (rispetto al 2020), perdendo quindi poco meno del 2% del fatturato.

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Immagine fornita da Shutterstock.

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