Pisano: “Con le risorse del Recovery Fund assicureremo grandi investimenti nell’innovazione”

La Ministra dell’Innovazione Paola Pisano assicura “grandi investimenti” su digitalizzazione e innovazione attraverso le risorse che l’Italia riceverà dal Recovery Fund europeo. Un’occasione per investire su tecnologie (dall’automazione al Cloud) ma anche per garantire connettività al Paese e servizi sempre più digitalizzati da parte della Pubblica Amministrazione.

Pubblicato il 27 Lug 2020

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“L’Europa e l’Italia si adopereranno affinché nel settore dell’innovazione e della digitalizzazione vi sia un investimento forte, per dare al nostro Paese l’opportunità di recuperare il tempo perduto”. Esprime soddisfazione e garantisce l’impegno del suo dicastero la Ministra dell’Innovazione Paola Pisano, intervistata da Class CNBC, alla luce dell’approvazione del Recovery Fund da parte dell’Unione Europea, strumento che farà arrivare ingenti risorse comunitarie all’Italia da investire in un Piano per la Ripresa.

“Per non perdere questa occasione serve stabilizzare alcune abitudini introdotte con il Covid-19: dai servizi (come l’e-commerce) alla digitalizzazione della PA”, spiega la Ministra. “Da questa base bisogna poi dedicarsi all’innovazione vera e propria, puntando su quelle tecnologie che potranno portare ad un vantaggio competitivo: il Cloud, la robotica, la gestione dei dati, l’Intelligenza Artificiale, la cybersecurity. E non bisogna nemmeno fare l’errore di voler partire da zero: dobbiamo far lavorare in Italia le aziende già molto avanti in questi settori e riuscire così a far fare il salto di qualità al nostro Paese, per giocarsi la partita imposta dalla globalizzazione”.

Al momento, come rende noto Pisano, non è ancora possibile quantificare l’ammontare di risorse che saranno destinate al dipartimento dell’innovazione, ma “la cosa importante è che finalmente il tema della digitalizzazione come strumento di competitività è diventato una consapevolezza diffusa”. Il principio che sarà seguito dal Ministero, nello sfruttare le risorse del Recovery Fund, è quello di “investire progetti ben definiti” all’interno di una strategia comune per la digitalizzazione del Paese. I fondi quindi non dovranno essere erogati a pioggia, ma andranno incanalati verso progetti “che portino ad un miglioramento dei servizi della PA e delle imprese, della competitività”. Un errore che è già stato commesso per la Ministra è infatti quello di avviare progetti “senza una matrice comune, il cui effetto benefico a livello nazionale si è perso”. La visione deve quindi essere nazionale e internazionale.

Il Cloud come strumento di competitività

Alcune “idee vincenti” in questo ambito sono già state introdotte dal Governo, a partire dall’ultimo Decreto Semplificazioni. Idee che sono “la base della digitalizzazione del Paese”, come le definisce Pisano. Si va dall’identità digitale (SPID) all’app IO per accedere ai servizi digitali della Pubblica Amministrazione, dall’interoperabilità dei dati in possesso della PA ai pagamenti digitali. “Quello dei dati è un tema importantissimo”, continua la Ministra dell’Innovazione. “Tutte le aziende e gli Stati che sapranno gestire e analizzare dati riusciranno a sfruttare un grande vantaggio economico. Oppure il Cloud: è una tecnologia importante, ad esempio, per creare servizi che abilitino lo smart working, una pratica che in parte ci ha colti impreparati sia per fattori organizzativi degli enti che per fattori culturali, oltre che per la dotazione di strumenti”. Il Cloud, infatti, “diminuisce i costi dei servizi tecnologici, li rende più affidabili e più facili da sviluppare”.

Ma proprio su questa tecnologia i soggetti più attivi sono sempre state le grandi multinazionali (da Google a Microsoft). Il contributo di queste aziende per i servizi pubblici è, secondo la Ministra, adeguato solo per ciò che “non rientra all’interno del perimetro di sicurezza nazionale della Pubblica Amministrazione”. I servizi più sensibili, invece, vanno trattati con più attenzione: “per questo motivo abbiamo inserito una norma che ci consente di iniziare a creare un’infrastruttura sicura nel territorio per gestire dati e servizi strategici: in questo modo ci distacchiamo dalle relazioni con i big del settore tecnologico”.

Ma se innanzitutto i progetti legati al Cloud “devono essere gestiti anche a livello europeo”, sono ben accette esperienze come quelle di “Gaia X“, nate dall’impulso di Francia e Germania, iniziativa per la creazione di una “federazione di cloud del settore privato”. In Europa è infatti fondamentale “riuscire ad avere una propria struttura per il Cloud dei soggetti privati (coinvolgendo le grosse aziende): l’UE risponde così ai Cloud internazionali e afferma la sovranità dei dati, oltre a diminuire il rischio geopolitico”, continua Pisano.

Obiettivo connettività: dalla banda larga al 5G

Anche la connettività si è dimostrata un elemento fondamentale per far sopravvivere le attività economiche durante il lockdown (oltre ad esempio a permettere agli studenti italiani di continuare a seguire le lezioni scolastiche). La rete unica (con la banda ultra larga) darebbe sicuramente un grande contributo alla diffusione della connettività, ma è quest’ultimo obiettivo che per la Ministra deve essere innanzitutto la priorità. “Al di là della rete unica, ci dobbiamo chiedere prima se siamo in grado di dare connettività a tutto il Paese”, sottolinea Pisano. “Se è attraverso la banda larga ancora meglio, ma ci deve essere comunque anche una connettività mobile, per dare a tutti la possibilità di seguire le lezioni o di lavorare a distanza: la connettività è la base, con qualunque tecnologia si riesca a portare”.

E a proposito di connettività mobile, la Ministra dell’Innovazione ricorda le regole e la sicurezza a cui è sottoposta nel nostro Paese la diffusione della tecnologia 5G, tema che ancora divide o spaventa alcune parti di popolazione. “In Italia abbiamo delle regole sia per la sicurezza dei dati che delle infrastrutture, e una tecnologia deve rispettarle”, spiega. “Il 5G è importante perché oltretutto abilita una serie di servizi utili per la competitività del nostro Paese, quelli che necessitano di una latenza bassa, come l’automazione industriale, la robotica, la mobilità autonoma, la telemedicina”. È per questo che “va introdotta velocemente ma con la massima attenzione alla sicurezza e ai dati che noi gestiamo”.

Immuni scaricata da 4,4 milioni di cittadini

La Ministra Pisano ha anche colto l’occasione per fare il punto sulla diffusione e l’utilità di Immuni, l’app di contact tracing lanciata come strumento di prevenzione della diffusione del virus. “Ad oggi siamo a 4,4 milioni di download”, ha chiarito. “Ad oggi sappiamo che già 46 cittadini, individuati come positivi, sono riusciti ad avvertire via app i soggetti con cui sono venuti a contatto per evitare nuovi focolai: anche se si salva una sola vita umana attraverso uno strumento tecnologico, questo di per se è già un ottimo risultato”.

Lo stesso Comitato Tecnico Scientifico, come ricorda la Ministra, ha raccomandato che alla ripresa della scuola Immuni venga utilizzata dagli studenti dai 14 anni in su, ma non solo: anche dai militari e da chi lavora per il Ministero della Difesa.

Infine, la Ministra ha ricordato i due grandi temi su cui incentrare il lavoro su uno strumento che, dall’emergenza Covid-19, potrà diffondersi sempre di più nella Pubblica Amminstrazione e tra le imprese: lo smart working. “Se da un lato è importante la dotazione tecnologica, lo è anche organizzare i lavoratori che si trovano in smart working”, ricorda Pisano. “Va bene quindi aumentare l’efficienza dell’azienda, ma serve anche guardare al lavoratore e al suo nuovo modo di lavorare: senza valutarlo ad esempio per il numero di ore lavorate ma per gli obiettivi raggiunti. Dobbiamo iniziare ad identificare i diritti del lavoratore da casa, per non farlo lavorare 24 ore ma dargli il diritto alla disconnessione”. Il tema sarà infatti trattato al più presto con le parti sociali.

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Francesco Bruno

Giornalista professionista, laureato in Lettere all'Università Cattolica di Milano, dove ha completato gli studi con un master in giornalismo. Appassionato di sport e tecnologia, compie i primi passi presso AdnKronos e Mediaset. Oggi collabora con Dazn e Innovation Post.

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