Trasformazione digitale e sviluppo sostenibile non solo si intrecciano in modo stretto, ma si influenzano reciprocamente, generando impatti importanti a diversi livelli, dall’individuo alle imprese, all’intero Sistema Paese.
Le tecnologie digitali sono una grandissima opportunità per lo sviluppo sostenibile della società e del Pianeta, ma, se non sono ben gestite, aumentano i rischi di un loro uso improprio e dannoso. Quindi è essenziale, da parte di tutti, e in primis da parte dei protagonisti del mondo dell’economia e dell’innovazione, conoscere bene opportunità, pericoli e tendenze.
Il nuovo Osservatorio Digital & Sustainable del Politecnico di Milano, alla sua prima edizione, ha quindi proprio “l’obiettivo di creare e diffondere conoscenza in merito alla relazione bidirezionale tra innovazione digitale e sostenibilità, ambientale, sociale, di governance”, sottolinea Alessandro Perego, vice rettore allo Sviluppo sostenibile e impatto del Politecnico milanese e responsabile scientifico del nuovo Osservatorio.
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Un percorso verso un futuro digitale e sostenibile
In occasione dell’evento di lancio, che si è svolto sia in presenza presso la sede del PoliMi in zona Bovisa sia in collegamento streaming online, è stato presentato il percorso che porterà alla presentazione – nel febbraio del prossimo anno –, del primo report sul tema, attraverso anche una serie di tappe e incontri che coinvolgeranno aziende, startup e specialisti di entrambi i settori.
Che si parta dall’ambiente, dalla società o dall’economia, è evidente – ormai – come tutti questi elementi siano tra loro profondamente collegati, interconnessi e interdipendenti. Ma resta ancora molto da fare “in termini di conoscenza, aggiornamento e consapevolezza”, rimarcano al Politecnico milanese.
Bilanciare al meglio le risorse, economiche, ambientali e sociali
La costruzione di un futuro sostenibile “passa quindi dalla capacità di bilanciare al meglio le risorse, economiche, ambientali e sociali”, rileva Stefano Rebattoni, vice presidente di Assolombarda con delega a Transizione digitale e Innovazione tecnologica, “per costruire un modello di sviluppo che metta al centro l’essere umano nel rispetto di sé stesso e dell’ambiente nel quale vive e che lascerà ai posteri”. In questo contesto, “forse più complesso che non complicato, la tecnologia – e oggi, in particolare, la tecnologia digitale – riveste un ruolo fondamentale”.
Molte aziende e molti uomini d’azienda lo hanno già capito, ma passare dalle intenzioni ai fatti non è sempre né semplice né immediato. Soprattutto se occorrono investimenti rilevanti.
Tecnologia e digitale cambiano il modo di fare le cose
Tecnologia e digitale “ci aiutano nella ridefinizione del modo in cui si fanno le cose”, fa notare Rebattoni, “gli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione ci permettono di leggere meglio i fenomeni, interpretarli con maggiore chiarezza, intervenire con più efficacia. La tecnologia, in sostanza, può aiutarci a gestire meglio ciò che facciamo. E meglio vuol dire in maniera più sostenibile”.
Questa consapevolezza sta crescendo all’interno del mondo produttivo e manifatturiero, e anche in questo caso come in molti altri il ruolo di traino e locomotiva è svolto innanzitutto dalle aziende e realtà più grandi e strutturate, proprio perché possono dedicarci risorse maggiori e più costanti.
“Ma all’interno delle imprese una figura manageriale dedicata specificamente al binomio digitale e sostenibilità è ancora piuttosto rara e resta ancora da consolidare”, spiega Valentina Pontiggia, direttrice dell’Osservatorio Digital & Sustainable.
La tecnologia non è buona o cattiva, dipende dalle regole
Si sa bene che la tecnologia non è buona o cattiva, ma ciò non vuol dire che non produca effetti nell’una o nell’altra direzione. Come per tutte le cose, dipende dall’uso che se ne fa, e il digitale come anche l’intelligenza artificiale non fanno eccezione, anzi.
È fondamentale quindi interrogarsi sugli impatti negativi per minimizzarli, e concentrarsi su quelli positivi per valorizzarli. Le regole da applicare e seguire già non mancano, ma evolvono attraverso un percorso a tappe.