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Metalmeccanica, nel secondo trimestre prosegue la dinamica negativa: produzione in calo dell’1,5%

Nel secondo trimestre del 2024 si conferma la fase negativa del settore metalmeccanico italiano, con un calo produttivo dell’1,5% e un peggioramento dell’export. Le difficoltà di approvvigionamento legate ai traffici marittimi nel Mar Rosso e la mancanza di competenze qualificano ulteriormente le sfide che le imprese del settore devono affrontare. L’indagine di Federmeccanica

Pubblicato il 16 Set 2024

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Nel secondo trimestre del 2024 si conferma la fase negativa del settore metalmeccanico italiano, con un calo produttivo dell’1,5% e un peggioramento dell’export. Prosegue, anche nel secondo trimestre del 2024, l’andamento negativo della metalmeccanica italiana, che registra un calo produttivo dell’1,5%, dopo il -2,1% registrato nel primo. In termini tendenziali, ossia paragonato al secondo trimestre del 2023, la contrazione è del 3,4%, dopo che il primo trimestre dell’anno aveva già fatto registrare un calo del 3,9%.

Guardando ai dati dell’industria italiana, i risultati della produzione rimangono ancora in terreno negativo: -0,8% nel secondo trimestre rispetto al precedente (era già -1,3% nel primo) e -1,7% nel confronto tendenziale (dopo il -3,9% segnato nel primo trimestre). A rivelarlo sono i dati di Federmeccanica relativi alla 171° indagine congiunturale.

A pesare sull’attività economica e il commercio, a livello mondiale, sono gli effetti delle politiche monetarie ancora restrittive, l’incertezza alimentata dai conflitti in corso, la generale fiacchezza del ciclo manifatturiero, così come le difficoltà del trasporto marittimo.

L’andamento della metalmeccanica nel secondo trimestre 2024

In questo primo semestre del 2024, la produzione metalmeccanica in Italia è diminuita in maniera diffusa in tutti i comparti dell’aggregato, ma in particolar modo in quello degli autoveicoli e rimorchi, i cui volumi di produzione hanno segnato cali congiunturali sempre più accentuati nei singoli trimestri.

Le dinamiche produttive sono state disomogenee nei diversi comparti, anche perché il settore metalmeccanico è fortemente eterogeneo, sia per l’inclusione di una vasta gamma di attività produttive molto diversificate tra loro, sia per le differenti dimensioni che caratterizzano le imprese metalmeccaniche.

Anche nell’Unione Europea, in questa prima metà dell’anno in corso, l’attività metalmeccanica è risultata in forte sofferenza e le dinamiche produttive, ancora negative nei principali paesi membri, evolvono in maniera differenziata.

In Germania, la produzione si è ridotta in termini congiunturali dell’1,9% nel primo trimestre e dell’1,3% nel secondo; in Francia, dopo il crollo registrato nel primo trimestre (-3,5% rispetto al precedente), nel secondo il risultato è stato ancora negativo (-1,2%), mentre in Spagna, dopo il +1,2% congiunturale del primo trimestre, nel secondo ha cambiato segno con un -0,7%.

Le difficoltà della Germania trascinano a ribasso le esportazioni metalmeccaniche

Nel corso dei primi sei mesi del 2024, l’export del nostro paese ha risentito della debolezza del commercio mondiale, ancora condizionato dai tanti fattori di incertezza che caratterizzano il contesto internazionale.

Le esportazioni metalmeccaniche, nella prima metà dell’anno in corso, si confermano negative e la dinamica trimestrale non solo convalida il trend discendente, che già nell’ultima parte del 2023 era entrato in terreno negativo (-1,1%), ma in questo secondo trimestre evidenzia un nuovo inasprimento (-4,3% dopo il -2,0% del primo trimestre).

Complessivamente, nei primi sei mesi dell’anno in corso, l‘export settoriale è, infatti, mediamente diminuito del 3,2% rispetto al primo semestre del 2023, mentre l’import si è ridotto del 6,5% e il saldo dell’interscambio è stato pari a circa 25,5 miliardi di euro, superiore ai 22,2 miliardi conseguiti nell’analogo periodo dello scorso anno.

Con riferimento alle aree di destinazione, in questa prima metà dell’anno, più marcata è stata la contrazione registrata dalle esportazioni dirette verso l’Unione Europea (-5,5% su base annua) rispetto a quelle indirizzate verso i mercati esterni all’area (-0,5%). Il calo, pur avendo interessato tutti i nostri principali partner commerciali, è stato determinato in particolar modo dal crollo registrato sul mercato tedesco (-11,1% rispetto ai primi sei mesi del 2023).

Peggiorano le aspettative delle imprese metalmeccaniche

I risultati della consueta indagine trimestrale di Federmeccanica sul sentiment delle imprese rivelano che il settore metalmeccanico continua a vivere una fase difficile che si protrae ormai da molti trimestri, senza che gli indicatori previsivi offrano segnali di miglioramento a breve termine.

Il 34% delle imprese intervistate riporta un peggioramento del portafoglio ordini, e la percentuale di aziende insoddisfatte delle consistenze attuali è salita al 39%, rispetto al 32% della precedente rilevazione.

Inoltre, il 32% delle imprese prevede una contrazione nei livelli di produzione totale, un notevole aumento rispetto al 21% della precedente indagine. La situazione della liquidità aziendale è valutata come cattiva o pessima dal 7% delle imprese, un incremento rispetto al 6% della scorsa indagine.

Anche le prospettive occupazionali non sono incoraggianti: il 14% delle imprese prevede una riduzione dei livelli occupazionali nei prossimi sei mesi, in aumento rispetto all’11% rilevato in precedenza. A conferma di questo scenario, i dati INPS mostrano un incremento del 38,4% nel ricorso alla Cassa Integrazione nel periodo gennaio-luglio 2024, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un aumento del 70,1% delle ore autorizzate di CIGO e del 3,5% delle ore di CIGS.

Difficoltà di approvvigionamento e mancanza di competenze: i rischi per le imprese del settore

Come di consueto, l’indagine analizza anche dinamiche specifiche che stanno impattando particolarmente le imprese del settore. Nel caso della 171° indagine di Federmeccanica, i focus si sono concentrati sulle difficoltà di approvvigionamento legate al traffico marittimo nel Mar Rosso e la mancanza di competenze.

In merito alle difficoltà connesse ai traffici marittimi nel Mar Rosso, la percentuale di imprese che risente delle conseguenze di queste problematiche è aumentata dal 40% al 42% nel secondo trimestre.

Le principali ripercussioni includono l’allungamento dei tempi (46%), l’incremento dei costi (40%), la perdita di competitività (9%) e maggiori difficoltà di accesso ai mercati (4%). Per mitigare questi effetti, le imprese stanno incrementando le scorte (36%), adottando modalità alternative di trasporto (30%), cercando nuovi fornitori in Europa o in aree non interessate dalle difficoltà (29%) e adottando altre soluzioni (5%).

Federmeccanica ha inoltre chiesto alle imprese di valutare i rischi futuri che potrebbero impattare sulle loro attività. Particolarmente sentito è il problema dei costi delle materie prime ed energia, considerati importanti nel 72% dei casi, e i cambiamenti dello scenario macroeconomico globale, giudicati rilevanti dal 67% delle risposte. Anche la possibilità di interruzione delle attività e la carenza di forza lavoro qualificata sono percepite come rischi significativi.

Il secondo focus dell’indagine si concentra sulle difficoltà di reperimento di manodopera qualificata. A giugno 2024, il 69% delle imprese ha dichiarato di avere difficoltà nel trovare i profili professionali necessari. Le competenze tecniche di base/tradizionali sono le più difficili da reperire (48%), mentre quelle tecnologiche avanzate/digitali rappresentano il 27% delle risposte.

La ricerca di competenze trasversali, come la capacità di risolvere problemi, prendere decisioni, lavorare in gruppo e comunicare, è stata ardua per il 19% delle imprese, la percentuale più bassa dal 2021. Il restante 6% delle imprese è alla ricerca di figure professionali con altre specifiche caratteristiche. Disporre di personale qualificato è dunque una questione strategica per le aziende, necessaria per affrontare le sfide future.

“Siamo in difficoltà, su tutta la linea dalla produzione industriale all’export, dal confronto con il trimestre precedente a quello con lo stesso periodo dello scorso anno. Gli effetti purtroppo si vedono dalla diminuzione del numero di imprese che prevedono di aumentare l’occupazione e dalla crescita sensibile della cassa integrazione, sia quella ordinaria che straordinaria”, commenta il Vicepresidente di Federmeccanica Diego Andreis.

“Anche il futuro non promette niente di buono, analizzando le previsioni delle imprese e i loro timori. Più del 30% delle aziende si preoccupa di possibili interruzioni dell’attività. Così come purtroppo non stupisce più vedere che è sempre più diffusa la preoccupazione di non trovare i profili professionali che servono. Timore questo che coincide con le difficoltà ormai endemiche registrate per la ricerca di personale. Ci troviamo in mezzo ad un guado e serve un lavoro di concerto, Europa tutta assieme, per uscirne senza lasciare indietro nessuno”, aggiunge.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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