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Space Economy, l’Osservazione della Terra traina il mercato

La Space Economy italiana è in crescita, così come il mercato globale, trainato dalle telecomunicazioni e dalla navigazione satellitare. In Italia tra i motori della crescita nel medio-lungo termine c’è l’Osservazione della Terra

Pubblicato il 28 Mar 2025

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La Space Economy è un settore in forte crescita, grazie alla costante espansione delle attività spaziali, ma anche alla contaminazione con altri settori economici.

Nove aziende su dieci della filiera italiana della Space Economy operano anche in altri comparti e l’87% di queste ha avviato iniziative di innovazione nell’ultimo anno: è quanto evidenzia la ricerca dell’Osservatorio Space Economy del Politecnico di Milano.

Il mercato globale è stimato nel 2024 in 596 miliardi di dollari (secondo lo Space Economy Report di Novaspace), con una previsione di crescita fino a 944 miliardi entro il 2033, trainata soprattutto da soluzioni nelle telecomunicazioni e nella navigazione satellitare.

E in Italia il settore spaziale assume un ruolo sempre più importante, da ambito di nicchia a comparto strategico, per lo sviluppo tecnologico ed economico anche in settori tradizionalmente distanti.

Space Economy, cresce la filiera italiana

Nel 2024 nel nostro ecosistema industriale sono avvenuti importanti passi avanti: la missione Axiom 3 ha visto per la prima volta imprese italiane partecipare a missioni commerciali verso la Stazione Spaziale Internazionale ed è proseguito il programma Space Factory 4.0 che punta a creare un sistema di fabbriche di satelliti interconnesse, facendo evolvere la filiera in una logica di servitizzazione.

Ma nell’ultimo anno è aumentata anche di 25 punti percentuali la quota di aziende italiane non del settore spazio che hanno sentito parlare di Space Economy almeno una volta (85%).

E sono cresciute di 8 punti quelle che stanno cercando di comprendere meglio l’impatto per le proprie attività, il 21% del totale.

L”Osservazione della Terra traina la crescita del mercato

Tra i motori della crescita nel medio-lungo termine della Space Economy in Italia c’è l’Osservazione della Terra, il cui mercato nel 2024 prosegue la sua crescita, raggiungendo un valore complessivo di 290 milioni di euro, +28% rispetto all’anno precedente.

Un mercato, però, ancora fortemente dipendente da commesse pubbliche: servirà una domanda privata per garantire la sostenibilità nel lungo periodo e non disperdere le opportunità di crescita oggi sostenute dagli investimenti PNRR.

L’ecosistema delle startup

Analizzando l’ecosistema delle startup nella Space Economy, con 170 milioni di euro raccolti nel 2024 e una concentrazione su un numero limitato di realtà, l’Italia mostra un gap rispetto ai paesi europei più avanzati inferiore rispetto ad altri settori tecnologici.

Una base promettente perché le startup italiane della Space Economy possano stimolare l’innovazione proponendo nuove tecnologie, prodotti e soluzioni, ma anche nuovi approcci di mercato, verso un’evoluzione di servizi rivolti agli utenti finali.

“Nella Space Economy oggi l’Italia deve creare concrete opportunità di sviluppo a startup e PMI, che rappresentano circa l’80% delle imprese del settore”, commenta Paolo Trucco, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Space Economy.

“Inoltre, deve coinvolgere una platea sempre più ampia di potenziali utilizzatori finali, con cui sviluppare soluzioni e servizi innovativi che diano slancio ad un mercato privato”, aggiunge.

Dal punto di vista legislativo, spiega Trucco, il nostro paese è un apripista. La prima legge quadro sullo Spazio approvata alla Camera e in discussione al Senato pone l’Italia in una posizione do all’avanguardia tra i grandi player globali, rafforzando il settore con il Piano Nazionale per l’Economia dello Spazio e il fondo pluriennale per la Space Economy.

“L’auspicio è che possa contribuire a supportare ulteriormente l’ecosistema dello spazio italiano, promuovendo una maggior apertura al mercato privato e nuove opportunità di sviluppo a startup e PMI innovative”, aggiunge.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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