Il mercato dell’Internet of Things ha raggiunto i 3,7 miliardi di euro nel 2017 in Italia, con una crescita del 32% rispetto al 2016: una crescita in linea se non superiore a quella degli altri Paesi occidentali e il cui vero motore è costituito dalla componente legata ai servizi abilitati dagli oggetti connessi, che valgono ormai 1,25 miliardi di euro (con un peso pari al 34% del mercato). Sono i numeri presentati questa mattina dall’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano.
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La spinta degli obblighi normativi
Grande spinta al mercato IoT arriva senza dubbio dagli obblighi normativi per il gas, che hanno portato le utenze domestiche con contatori smart ad un numero di 2,4 milioni di contatori di gas a all’installazione di contatori elettrici intelligenti, per un totale di 980 miloni di euro. Al secondo posto troviamo la Smart Card, che garantisce 980 milioni di euro e il 26% del mercato grazie anche all’utilizzo di soluzioni assicurative che aumentano la percentuale di autoveicoli connessi (11 milioni di mezzi, un quarto del mercato). Seguono le soluzioni di Smart Building, che beneficiano delle soluzioni IoT legate alla videosorveglianza e alla gestione degli impianti fotovoltaici (14% del mercato con un valore di 520 milioni di euro). In grande crescita anche le soluzioni di Smart Logistics a supporto del trasporto, che porta il valore aggiunto grazie alla gestione di flotte aziendali e antifurti satellitari (10% del mercato, 360 milioni di euro).
I risultati del 2017
“Il 2017 è stato un anno molto positivo per l’Internet of Things, sia in Italia che a livello internazionale – afferma Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things -. La crescita del mercato, l’evoluzione tecnologica e la proliferazione di startup sono tutti fattori che dimostrano come le potenzialità dell’IoT non possano più essere ignorate: dalle imprese coinvolte nel processo di trasformazione digitale delle fabbriche, alle Pubbliche Amministrazioni che grazie alla tecnologia possono collaborare con gli attori privati per avviare progetti di Smart City, fino ai consumatori sempre più orientati all’acquisto di soluzioni smart per la casa, l’auto, la salute e il tempo libero”.
“Le imprese stanno iniziando a intravedere il potenziale dei dati raccolti attraverso i dispositivi intelligenti – dice Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things -, come dimostra il crescente lancio sul mercato di soluzioni che integrano IoT e piattaforme di analisi dei dati, il ricorso ad algoritmi di Intelligenza Artificiale, l’introduzione di policy al fine di garantire privacy e cyber security delle informazioni raccolte dagli oggetti connessi. Questa consapevolezza si riflette nella crescita della componente legata ai servizi, che spesso però risultano ancora ‘semplici’: dall’installazione di oggetti smart all’invio di notifiche in caso di eventi avversi, fino alla gestione dei dati in cloud. Ciononostante, iniziano ad affiorare le prime applicazioni più evolute, come le soluzioni di manutenzione predittiva abilitate dal monitoraggio in tempo reale dei parametri di funzionamento di impianti o grandi asset (Smart Factory, Smart Asset Management), oppure i servizi di pronto intervento da parte di società di vigilanza privata qualora vi sia un tentativo di furto in casa (Smart Home)”.
Le previsioni per il 2018
Per l’anno appena iniziato si prevede un’ulteriore crescita nel mercato IoT, grazie anche alla normativa che continuerà ad alimentare la crescita delle soluzioni negli ambiti Smart Metering, Smart Car, Smart Home e Industrial IoT. La Smart Car proseguirà il suo percorso di crescita grazie alla recente entrata in vigore, lo scorso 31 marzo, dell’obbligo normativo legato all’eCall, che prevede che tutti i nuovi modelli di auto e furgoni leggeri siano in grado di allertare automaticamente i servizi di soccorso in caso di incidente, e all’offerta sempre più ampia di servizi abilitati dalla connettività.
Per quanto riguarda il mercato Smart Home le aspettative vedono nell’ingresso di player come Google Home segnali positivi, con possibilità di aumenti di fatturati e possibilità di traino del comparto,
L’Industrial IoT, infine, potrà beneficiare della proroga degli incentivi legati al super ammortamento e all’iper ammortamento previsti dal Piano Nazionale Industria 4.0 anche nel 2018.
Smart Metering e Smart Car, insieme a Smart Home e Industrial IoT, sono gli ambiti che, secondo gli osservatori, garantiranno tassi di crescità più significativi nel 2018
L’Industrial IoT
I progetti di Industrial IoT più diffusi in Italia sono legati al controllo dell’avanzamento della produzione (31% dei casi), alla manutenzione preventiva (28%), a un maggior supporto agli operatori nello svolgimento delle attività sulla linea (22%) e al material handling (20%). Seguono le soluzioni per garantire l’efficienza energetica nella fabbrica (17%) e un miglior controllo qualità nelle fasi produttive e di assemblaggio (14%). Manutenzione predittiva (11%), sicurezza sul lavoro (8%) e gestione del ciclo di vita dei prodotti (5%) si collocano tra le applicazioni meno diffuse, ma allo stesso tempo sono quelle che potrebbero avere impatti più rilevanti sui processi aziendali.
“L’Industrial IoT in Italia è in pieno fermento e avrà un ruolo sempre più rilevante nel mondo industriale, con grandi consorzi e alleanze che scendono in campo per favorire interoperabilità e accesso ai dati – analizza Giovanni Miragliotta, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Internet of Things -. Ma, nonostante sia in costante crescita il numero di imprese capaci di comprendere le opportunità offerte da questo ambito, c’è ancora molto lavoro da fare per sfruttarle appieno. Per cogliere tutti i potenziali benefici sarà fondamentale valorizzare i dati raccolti all’interno degli ambienti di lavoro e delle supply chain e riprogettare i sistemi di monitoraggio e controllo nelle fabbriche”.
Internet of Things e Intelligenza Artificiale
Dai camerini dei negozi dotati di display e touch (Smart Retail) in grado di fornire informazioni in tempo reale e comprenderne le preferenze dei clienti, ai sensori industriali capaci di raccogliere dati sull’ambiente circostante e avvisare tempestivamente il lavoratore esposto a una situazione di pericolo: sono innumerevoli le applicazioni che possono nascere dall’integrazione fra IoT e IA.
Come è facilmente immaginabile, l’unione tra i due ambiti fa prevedere nuovo business per le imprese, oltre ad un alto livello di soddisfazione per gli utenti. “L’Intelligenza Artificiale viene sempre più integrata all’interno delle soluzioni IoT e il futuro promette grandi evoluzioni abilitate da tecnologie altamente innovative – analizza Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things -, ma per concretizzare al massimo tali potenzialità bisogna lavorare di più sull’offerta: l’ambito di azione dei sistemi IoT è ancora troppo spesso limitato all’automazione di semplici funzionalità o alla gestione remota di dispositivi connessi. L’utilizzo del machine learning e di altre tecniche di apprendimento e ottimizzazione dell’Intelligenza Artificiale sarà sempre più importante per soddisfare e anticipare i bisogni di aziende e consumatori. Una prospettiva affascinante, che però genera potenziali criticità in termini di cyber security e privacy”.
IoT: quali tecnologie?
Il 2017 è stato l’anno degli assistenti vocali, anche se la sensoristica rimane la protagonista dell’evoluzione tecnologica del 2017. Con il passare del tempo si assiste a una progressiva miniaturizzazione dei dispositivi, alla riduzione dei consumi energetici e dei relativi costi e alla diffusione dei sensori in diversi contesti: dalle applicazioni smart per la casa ai dispositivi medicali in ambito sanitario, passando per il trasporto di persone e merci e i macchinari connessi in fabbrica. “I sensori per l’IoT stanno subendo un rapido processo di evoluzione che avvicina sempre di più il mondo fisico a quello digitale – sottolinea Antonio Capone, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Internet of Things -. Ad oggi qualsiasi dispositivo smart è dotato di un set di sensori utili per monitorare parametri relativi al suo funzionamento (come la carica rimanente della batteria, il tempo di funzionamento, il grado di usura dei componenti) e per raccogliere informazioni sull’ambiente circostante (ad esempio la posizione, la temperatura e l’umidità)”.
Tra i protocolli di comunicazione a corto raggio, WiFi HaLow è caratterizzato da una lenta evoluzione e diffusione, mentre Bluetooth Low Energy si sta iniziando a diffondere, anche se con qualche ritardo rispetto alle attese. Avanza invece a ritmi sostenuti lo sviluppo dei protocolli di comunicazione a lungo raggio, che offrono svariate possibilità di impiego sia indoor sia outdoor, mentre per il futuro ci sono grandi aspettative nei confronti del 5G, che favorirà ulteriormente lo sviluppo del mercato nei prossimi anni.
Smart City
Segnali leggermente positivi anche nel mercato delle Smart City, con i Comuni sempre più impegnati a rendere le nuove città intelligenti. Gli ambiti prevalenti sono: illuminazione, servizi turistici, raccolta rifiuti, mobilità, gestione del traffico, parcheggi e sicurezza.
A causa di maggiori difficoltà nel reperire le risorse economiche, quest’area stenta a raggiungere risultati dopo le fasi di test; non aiuta l’alternanza di amministrazioni diverse e la presenza di differenti attori proprietari sul territorio. Difficoltosa anche la collaborazione tra soggetti pubblici e privati, concausa di risultati che vedono IoT crollare ad una penetrazione di quattro comuni su dieci.