I nuovi incentivi previsti dal piano nazionale Industria 4.0 saranno un “fattore importante per consentire una accelerazione dell’attività manifatturiera dei prossimi mesi”. È questa una delle considerazioni emerse in occasione del recente incontro trimestrale dell’Osservatorio Congiunturale del GEI – Associazione Italiana degli Economisti di Impresa – dedicato all’analisi della congiuntura e alle previsioni per il quarto trimestre dell’anno.
La ragione per la quale gli economisti ritengono che gli incentivi giocheranno un ruolo centrale nella ripresa delle attività industriali è legata al fatto che le tecnologie su cui si fonda il concetto di Industria 4.0 “si diffondono in modo trasversale nel sistema industriale, favorendo un generale aumento dell’efficienza produttiva”.
I dati congiunturali
L’Osservatorio prevede una crescita del PIL dello +0,5% nel 4° trimestre 2016 rispetto al 4°trimestre 2015 e tra lo +0,8%+0,9% nel 2017.
“La fase di ripresa si connota per essere più lenta di quanto fossero le aspettative precedenti, tuttavia prosegue costante e rappresenta una conferma positiva dell’inversione del ciclo post crisi”, commenta Massimo Deandreis Presidente GEI. “Le valutazioni espresse dagli economisti che hanno partecipato alla riunione del nostro Osservatorio confermano le aspettative per una crescita del PIL 2016 al +0,8% con un sentiment moderatamente positivo per il prossimo anno e aspettative a medio termine in leggero miglioramento”.
Il 50% degli economisti interpellati nella survey hanno espresso aspettative positive, mentre il 40% prevede una stabilità dell’economia nei prossimi sei mesi e solo il 10% fa riferimento ad un orizzonte in peggioramento.
Lo scenario di riferimento sottintende una continuazione della lenta ripresa dell’attività produttiva nell’ultima parte di quest’anno e per tutto il 2017.
Se la domanda per consumi, così come la fiducia delle famiglie, fa registrare una sostanziale stagnazione, appaiono in buona ripresa le imprese che producono beni di investimento e quelle maggiormente presenti sui mercati esteri, data la buona tenuta del vantaggio competitivo dei prodotti tipici del Made in Italy.