Meccanica, nel 2020 perdite oltre il 20% per più di un’impresa su quattro

Più di un’impresa su 4 della meccanica varia ritiene che nel 2020 subirà un calo di fatturato superiore al 20%. Il dato emerge dall’ultimo sondaggio condotto da Anima Confindustria, che evidenzia la “lenta ripresa della meccanica italiana”, pur sottolineando il “forte clima di incertezza” dato da “produzione ancora sotto ritmo, scambi commerciali limitati ed export lontano dai valori pre-Covid”.

Pubblicato il 15 Set 2020

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Più di un’impresa su quattro della meccanica varia ritiene che nel 2020 subirà un calo di fatturato superiore al 20%. Il dato emerge dall’ultimo sondaggio condotto da Anima Confindustria, organizzazione industriale di categoria del settore, che evidenzia la “lenta ripresa della meccanica italiana”, pur sottolineando il “forte clima di incertezza” dato da “produzione ancora sotto ritmo, scambi commerciali limitati ed export lontano dai valori pre-Covid”.

Se a fine maggio era addirittura il 45,5% del campione a prevedere una perdita superiore al 20% nel 2020, a settembre la quota si è abbassata al 28,4%. Numeri che restano negativi ma che potrebbero migliorare, come spiegano da Anima, “con adeguate misure di sostegno” da parte del Governo.

Se da un lato le imprese continuano ad avere difficoltà nell’accesso al credito, dall’altro resta alta la preoccupazione per i ritardi dei pagamenti: a maggio questa situazione coinvolgeva il 72% delle imprese della meccanica, mentre oggi si è scesi solo al 61,7%. Analogo andamento per le aspettative sull’export: a maggio erano più del 70% le aziende che avevano perso ordini all’estero, ma oggi sono ancora il 63%.

“Nonostante i numeri dei nostri sondaggi siano in lieve miglioramento, la situazione è decisamente critica e solo con adeguate misure nell’ambito del Recovery Fund, potremo sperare in un miglioramento”, dichiara Marco Nocivelli, Presidente di Anima Confindustria. “La meccanica è un settore trainante dell’economia italiana, una ripresa del comparto favorirebbe lo sviluppo economico e occupazionale dell’intero Paese”.

Per quanto riguarda l’accesso al credito, la metà delle aziende intervistate si ritiene soddisfatta delle misure introdotte dal Governo con il decreto Liquidità: un dato in miglioramento, visto che a maggio questo giudizio riguardava solo un’impresa su tre. Questo nonostante rimanga un elevato grado di insoddisfazione per le difficoltà incontrate.

“Tra le maggiori criticità rimangono l’eccessiva burocrazia e la difficoltà di accesso al credito bancario, meno semplice e veloce di come ci è stato presentato”, continua Nocivelli. “È necessario snellire tali procedure perché alcune aziende rischiano di chiudere prima ancora di avere avuto la possibilità di ricevere i fondi promessi. A livello economico e di sostegno da parte delle istituzioni, lo scenario di oggi è più positivo rispetto a qualche mese fa, ma chiediamo maggiore decisione, velocità e attenzione perché non possiamo sottovalutare la situazione attuale”.

Ancora oggi la maggior parte delle imprese della meccanica reputa non adeguate le misure di sostegno introdotte (come l’esenzione dall’Irap o il rafforzamento patrimoniale). Solo un’azienda su tre si dichiara infatti soddisfatta.

“È stata bene accolta la cassa integrazione, ma a livello fiscale dovevano essere attuate misure più forti e di maggiore sostegno per le imprese”, conclude Nocivelli. “In questo momento è necessario rilanciare il settore e incentivare l’innovazione tecnologica delle imprese, il Governo deve lanciare un segnale forte per sostenere l’industria manifatturiera italiana ed evitare un crollo dell’occupazione. In un momento storico come quello che stiamo vivendo, la trasformazione digitale gioca un ruolo fondamentale. Ma è necessario un piano a lungo termine: possiamo migliorare il presente solo se pianifichiamo il nostro futuro”.

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Francesco Bruno

Giornalista professionista, laureato in Lettere all'Università Cattolica di Milano, dove ha completato gli studi con un master in giornalismo. Appassionato di sport e tecnologia, compie i primi passi presso AdnKronos e Mediaset. Oggi collabora con Dazn e Innovation Post.

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