Ad agosto continua il declino del settore manifatturiero italiano: le aziende hanno registrato ancora una contrazione della produzione e dei nuovi ordini.
Il Purchasing Managers’ Index (PMI) del settore manifatturiero italiano elaborato da IHS Markit – un indice che analizza nuovi ordini, produzione, livello d’impiego, tempi di consegna dei fornitori, giacenze degli acquisti e tempi di consegna – nel mese di agosto ha raggiunto quota 48.7, un valore negativo perché inferiore ai 50 punti che dividono una fase espansiva da una di contrazione. Si tratta tuttavia del peggioramento più lieve delle condizioni operative degli ultimi tre mesi.
Nonostante sia lievemente migliorato dal 48.5 di luglio, l’ultimo valore ha indicato l‘undicesimo mese consecutivo di peggioramento dello stato di salute del settore manifatturiero italiano.
La situazione non è diversa nel resto dell’Eurozona, dove continua il crollo del manifatturiero. L’indice finale IHS Markit PMI, del Manifatturiero dell’Eurozona di agosto migliora dal valore di luglio, il più basso in sei anni e mezzo, ma resta in area di contrazione.
Aumentando da 46.5 di luglio sino a raggiungere 47.0, l’indice ha registrato il secondo valore più basso da aprile 2013 e mostra l’ennesimo notevole peggioramento delle condizioni operative del settore. Il PMI ha riportato valori al di sotto della soglia neutra di non cambiamento di 50.0 per sette mesi consecutivi.
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Italia: ad agosto il calo più lieve del trimestre
Ad agosto continua dunque, il declino del settore manifatturiero italiano: “Se la contrazione riflette in parte le impegnative condizioni economiche globali, specialmente quelle dei mercati chiave come la Germania, questo undicesimo mese consecutivo di peggioramento delle condizioni manifatturiere è inoltre sintomatico del bisogno di cambiamenti strutturali in senso lato“, ha dichiarato Amritpal Virdee, Economist di IHS Markit che elabora il report Markit PMI Settore Manifatturiero in Italia.
Tuttavia per il mese di agosto il tasso di peggioramento delle condizioni operative è diminuito al tasso più debole in tre mesi e, dopo le contrazioni di luglio, sia i prezzi di acquisto che quelli di vendita sono aumentati rispettivamente per la prima volta in tre e due mesi.
Per il sesto mese consecutivo, quello dei beni di consumo è stato l’unico sotto settore ad osservare ad agosto un miglioramento delle condizioni operative, mentre forti peggioramenti sono stati osservati nei sotto settori dei beni intermedi e di investimento.
Leggero declino della produzione
A causare il miglioramento del PMI principale è stato il più leggero declino della produzione. I dati di agosto hanno indicato infatti come l’ultima contrazione della produzione manifatturiera è stata marginale e la meno forte da maggio.
Diminuzione dei nuovi ordini
In contrasto a quanto osservato nella produzione, l’afflusso dei nuovi ordini generali è diminuito notevolmente e al tasso più veloce in cinque mesi. Le imprese campione hanno riportato un indebolimento delle condizioni generali della domanda. Anche i nuovi ordini esteri sono diminuiti a causa della minore domanda dalle aziende con sede in Germania.
Diminuzione dell’occupazione
In linea con la riduzione della produzione e dei nuovi ordini, ad agosto le imprese manifatturiere italiane hanno ancora una volta ridotto i loro livelli occupazionali.
Nonostante ciò, il tasso dei tagli dei livelli occupazionali è stato marginale e il più lento dell’attuale sequenza di contrazione di tre mesi. Le aziende hanno attribuito il declino dei livelli del personale alle più deboli condizioni della domanda e al mancato rinnovo dei contratti da parte dei clienti.
Diminuzione del lavoro inevaso
Allo stesso tempo, il livello del lavoro inevaso è diminuito per il diciassettesimo mese consecutivo, con l’ultima riduzione che è stata al livello più lento da aprile.
Diminuzione dell’attività di acquisto
Estendendo l’attuale sequenza di contrazione a 14 mesi, diminuisce ad agosto l’attività di acquisto. Il tasso di
diminuzione, sebbene elevato, è diminuito leggermente rispetto a luglio, mentre la carenza di pressione sulla catena di fornitura non ha avuto un impatto sui fornitori, infatti i loro tempi medi di consegna sono aumentati per la prima volta da aprile.
Aumento della pressione generale dei costi
Aumenta ad agosto, e per la prima volta da maggio, la pressione generale dei costi, causata dai prezzi più alti delle materie prime e dell’aumento dei costi di importazione, di conseguenza le imprese manifatturiere hanno aumentato marginalmente i loro prezzi di vendita.
Cala l’ottimismo per il futuro
In conclusione, rimangono positive le aspettative riguardo all’attività futura, tuttavia l’ottimismo riportato è diminuito al livello più basso in quattro mesi.
Tra le ragioni del residuale ottimismo sono state riportate le aspettative di ripresa del numero dei clienti e gli
investimenti in nuovi prodotti.
Lo scenario dell’Eurozona
Come annunciato in apertura, il settore manifatturiero continua il suo declino anche nel resto dell’Eurozona.
La contrazione rimane prettamente concentrata ad agosto nei sotto settori dei beni intermedi e di investimento, con forti diminuzioni in entrambi i casi.
Resta in controtendenza soltanto il settore dei beni di consumo, che aumenta a un tasso elevato ed estende l’attuale periodo di crescita a quasi sei anni.
Il miglioramento dell’indice PMI è stato evidente in tutta la zona euro, con la sola Irlanda che con il valore più basso in 76 mesi ad agosto, ha registrato un crollo.
Ciò nonostante, sono molti i casi in cui il PMI è rimasto a livelli storicamente bassi. Tale risultato è stato specialmente visibile in Germania, dove le condizioni operative hanno continuato a peggiorare notevolmente. Anche Austria, Irlanda, Italia e Spagna hanno registrato ad agosto valori inferiori al 50.0.
Per contro, Francia e Paesi Bassi hanno continuato a riportare crescite manifatturiere modeste, mentre la Grecia è rimasta di gran lunga la nazione a riportare i risultati migliori, con un’espansione migliorata al livello più alto in quattro mesi.
“Il peggioramento delle condizioni manifatturiere significa che il settore probabilmente agirà sempre di più da freno per la crescita economica dell’Eurozona durante il terzo trimestre. Allo stato attuale, l’indagine è coerente con una contrazione manifatturiera al tasso trimestrale dell’1%“, ha dichiarato Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit.
Contrazione degli ordini
I livelli degli ordini continuano a peggiorare ad agosto e ancora una volta il tasso di contrazione è stato tra i
peggiori osservati duranti gli ultimi sei anni. Solo Francia, Grecia e Paesi Bassi hanno registrato ordini maggiori, mentre la Germania ha continuato a registrare il crollo mensile maggiore.
Diminuzione delle esportazioni
Le esportazioni, incluso il commercio intra-eurozona, rimangono la nota dolente, con un tasso di contrazione segnalato dall’indagine ancora una volta elevato nonostante sia migliorato dal valore record negativo in
quasi otto anni di luglio.
Riduzione dei livelli occupazionali
Ad agosto è stato di nuovo evidente un eccesso di capacità produttiva, infatti le aziende hanno ridotto ulteriormente il lavoro inevaso e i livelli occupazionali. Il personale ha ormai riportato contrazioni per quattro mesi consecutivi, con l’ultima riduzione che è risultata simile al valore record in 74 mesi di luglio.
I tagli del personale riportati dalla Germania sono stati i maggiori in appena più di otto anni. In risposta alla debole tendenza della produzione e dei nuovi ordini, i manifatturieri hanno ancora una volta preferito ridurre la loro attività di acquisto, utilizzando per la produzione, qualora possibile, le giacenze esistenti.
Tali attività, così come evidenziato dalla sesta riduzione su base mensile dei tempi medi di consegna, hanno aiutato a
ridurre ulteriormente qualsiasi pressione presso i fornitori.
Diminuzione del prezzo delle materie prime
A causa dei pochi vincoli dal punto di vista della fornitura, continuano a diminuire ad agosto il prezzo delle materie
prime e dei semi lavorati. Gli ultimi dati hanno segnato il terzo mese consecutivo di contrazione, con un tasso di diminuzione solo leggermente più debole del valore record in 39 mesi di luglio.
Le aziende hanno risposto a ciò riducendo, anche se di poco, i loro prezzi di vendita.
Ottimismo ai livelli più bassi
Per concludere, le preoccupazioni su un possibile peggioramento della recente contrazione a livello globale, in parte causata dall’attuale guerra commerciale tra USA e Cina, ha spinto l’ottimismo tra le aziende ai livelli più bassi da novembre 2012. Pessimismo netto per il futuro è stato osservato in Austria e Germania, con le aziende tedesche che hanno riportato il pessimismo maggiore mai registrato in più di otto anni di raccolta dati.