L’ultimo trimestre del 2022 fa ben sperare i costruttori di macchine utensili italiani: secondo i dati resi noti dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu – Sistemi per Produrre nel periodo compreso tra ottobre e dicembre 2022 l’indice relativo agli ordini acquisiti fa segnare una crescita del 3,5% sullo stesso periodo dell’anno precedente. Un risultato che non basta però a raddrizzare l’annata, che chiude con un complessivo -7,8% sul 2021.
Si tratta però di un calo che non preoccupa gli industriali: “Se la fiammata del quarto trimestre non è riuscita a risollevare il calo registrato nei trimestri precedenti”, osserva Barbara Colombo, presidente Ucimu – Sistemi per Produrre, è per via del “ridimensionamento della raccolta ordinativi dei costruttori sul mercato italiano che si confronta però con il boom registrato nei 4 trimestri del 2021”, spiega.
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La crescita del quarto trimestre spinta dall’esaurimento degli incentivi
In dettaglio nel quarto trimestre 2022 l’indice degli ordini di macchine utensili si è attestato a 133,6 segnando il nuovo valore record per il trimestre di riferimento.
Il risultato è stato determinato sia dal positivo andamento degli ordinativi raccolti sul mercato estero, sia – soprattutto – dagli ottimi riscontri del mercato interno.
In particolare, gli ordinativi raccolti all’estero sono cresciuti del 2,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, portando l’indica a quota 103,9. Sul fronte interno, gli ordini raccolti hanno registrato un incremento del 5,4%, per un valore assoluto dell’indice pari a 257, nuovo record storico.
Una “performance davvero soddisfacente – sottolinea Colombo – perché si confronta con il risultato del quarto trimestre 2021 già eccezionale”. Il motivo – spiega – è da ricercare nell'”accelerazione delle decisioni di acquisto da parte degli utilizzatori che hanno voluto chiudere gli investimenti entro l’anno 2022 per poter godere del credito di imposta al 40%, consapevoli – visti gli annunci governativi – che, a partire da gennaio 2023, l’aliquota sarebbe stata dimezzata”.
Per il 2022 “calo fisiologico”
Su base annua, invece, l’indice degli ordini segna un calo del 7,8%, per un valore assoluto di 120,1. Il calo è da attribuirsi esclusivamente alla riduzione della raccolta ordini sul mercato italiano (-20,8%) per un valore assoluto di 144,7. In crescita, invece, gli ordini dall’estero (+2,8%), per un valore assoluto di 115,9.
Un calo che Colombo definisce “fisiologico” perché non possiamo pensare che il mercato italiano continui a crescere ai ritmi registrati nell’ultimo biennio”, dice Colombo, che considera comunque “vivace” la domanda poiché “il processo di trasformazione digitale è in pieno dispiegamento”.
Serve il ripristino delle aliquote 2022 e un bonus per la sostenibilità
E proprio per questo – è convinta la presidente di Ucimu – Sistemi per Produrre “occorre assicurare continuità alle misure 4.0 che, in vigore da oltre un quinquennio, devono proseguire e, se possibile, devono essere potenziate. Pur comprendendo la scelta del governo di dare priorità alle misure volte a ridurre l’impatto del caro energia sull’intera popolazione, imprese e privati, ribadiamo la necessità di confermare l’operatività dei provvedimenti 4.0 alle condizioni previste fino al 2022”.
Che cosa chiedono in particolare gli industriali? Tre interventi.
In primis il mantenimento dell’aliquota del 40% per il credito di imposta per l’acquisto di beni materiali Industria 4.0. Da gennaio infatti l’aliquota è stata dimezzata. “Ciò non farà altro che raffreddare la propensione agli investimenti in nuove tecnologie di produzione degli utilizzatori italiani”, commenta Colombo. “Un rischio che non possiamo correre perché l’aggiornamento dell’Officina Italia è certamente iniziato ma molto resta da fare”.
Inoltre l’associazione chiede la proroga di altri tre mesi – dal 30 settembre al 31 dicembre 2023 – dei tempi di consegna dei macchinari ordinati entro il 31 dicembre 2022 (per i quali è stato dato acconto del 20%), così da assorbire i ritardi nelle consegne delle componenti elettriche e elettroniche subite dai costruttori in fase di produzione. Sul tema, come è noto, c’è stato un intervento con la legge di bilancio che ha prolungato i tempi di consegna dal 30 giugno al 30 settembre 2023, un tempo considerato insuffuciente.
Da ultimo, Colombo chiede un intervento nel medio lungo periodo in aggiunta al credito di imposta per i nuovi investimenti in tecnologie digitali e interconnesse: un credito di imposta per la sostenibilità. “Questo provvedimento, nella nostra visione, dovrebbe supportare le azioni in grado di portare allo sviluppo integrato di nuove generazioni di prodotti, tenendo conto anche dell’impatto in termini di footprint ambientale”, dice.