Macchine utensili, in Europa crescita dell’8% e buone prospettive anche per il prossimo futuro

Il fatturato dei produttori europei di macchine utensili ha raggiunto quota 26 miliardi di euro (+8%), portandoli a conquistare una quota di mercato globale del 33%. Buone prospettive anche per i prossimi anni. Grande attenzione al tema dell’intelligenza artificiale e ai suoi effetti sull’occupazione.

Pubblicato il 07 Giu 2018

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Nel corso della recente Assemblea Generale tenutasi a Magonza in Germania, Cecimo, l’associazione europea dei costruttori di macchine utensili, ha comunicato che la produzione di macchine utensili ha registrato nel 2017 una crescita dell’8%. Il fatturato dei produttori Cecimo ha raggiunto quota 26 miliardi di euro, segnando una straordinaria ripresa rispetto alla flessione dello scorso anno e conquistando una quota di mercato globale del 33%.

Per il 2018 le prospettive sono molto ottimistiche: sulla base dell’andamento degli ordinativi i principali produttori prevedono un aumento compreso tra il 7% e il 9%. Sul piano politico, l’Assemblea generale ha discusso l’ultimo pacchetto della Commissione europea sull’intelligenza artificiale, che definisce un triplice approccio: investimenti, preparativi per i cambiamenti socioeconomici e un framework che inquadri anche problematiche di carattere etico.

La produzione

L’elevato livello di fiducia economica – spiega Cecimo – si sta gradualmente trasferendo sul consumo e sulla produzione industriale. La domanda di beni strumentali è a livelli record e all’inizio del 2018 ci sono stati chiari segnali di una dinamica produttiva globale sostenuta. Le previsioni indicano un aumento della produzione industriale globale del 3,9% nel 2018 e del 3,7% nel 2019.

L’export

Anche il commercio mondiale ha accelerato la sua crescita e dovrebbe crescere ulteriormente, ma a un ritmo più lento. Nel 2017  i costruttori di macchine utensili che fanno riferimento a Cecimo hanno esportato macchine utensili per un valore di circa 20 miliardi di euro, con un incremento del 9,1% rispetto al 2016. Le principali destinazioni al di fuori dei paesi Cecimo sono state la Cina (15,4%), gli Stati Uniti (10,6%), la Polonia (4,2%) e il Messico (3,4%). L’aumento degli ordini dall’estero fa prevedere un ulteriore miglioramento delle esportazioni di macchine utensili nel 2018. Di fatto, la domanda di macchine utensili è prevista in ulteriore aumento nel 2018, secondo l’indicatore di fiducia delle imprese per l’Europa.

Il consumo

Nel 2017, il consumo di macchine utensili ha raggiunto i 16,5 miliardi di euro (il 5% in più rispetto al 2016) e si prevede un aumento dell’8,2% nel 2018 e del 4,9% nel 2019. Resta tuttavia la questione dei rischi geopolitici. “Gli Stati Uniti sono una grande fonte di incertezza nella politica estera e nel commercio internazionale, con un potenziale impatto significativo sulle nostre imprese, ma i mercati non hanno ancora reagito. La Brexit comporta inoltre rischi supplementari per gli esportatori”, spiega l’associazione.

Marcus Burton, presidente del Comitato economico e sociale europeo, afferma che “il mantenimento della competitività delle imprese europee dovrebbe essere una priorità per i responsabili politici dell’UE nell’affrontare queste sfide. Dobbiamo garantire relazioni commerciali e di investimento positive per l’Europa”.

La Cina, il principale motore del consumo di macchine utensili, beneficerà della ripresa del commercio e aumenterà ulteriormente il consumo di macchine utensili, anche se gli investimenti sembrano in via di esaurimento. La riforma fiscale statunitense dovrebbe rafforzare le prospettive commerciali e avvantaggiare le nostre imprese. Pertanto, le previsioni sul consumo globale di macchine utensili sono state riviste al 6,1% nel 2018 e al 4,4% nel 2019. L’aumento della domanda di macchine utensili e i vecchi acquisti di macchine utensili che giungono al termine del loro ciclo di vita stanno creando notevoli limitazioni di capacità e rendono più importanti nuovi investimenti.

Intelligenza artificiale e occupazione

L’intelligenza artificiale “ha un enorme potenziale per liberare notevoli benefici per le imprese”. Allo stesso tempo, l’applicazione di queste tecnologie dell’intelligenza artificiale potrebbe comportare un cambiamenti delle tipologie di lavoro e delle competenze richieste con una possibile perdita di posti di lavoro per chi ha competenze scarse dal punto di vista dell’alfabetizzazione e delle conoscenze matematiche di base.

Ecco perché gli Incontri di Primavera del Cecimo a Magonza si sono concentrati sull’AI e sul futuro del lavoro. “Industriali, funzionari dell’UE, parti interessate ed esperti ci hanno fornito informazioni sull’impatto dell’AI su vari settori dell’economia e dell’occupazione”.

Il dibattito – spiega l’associazione – è in linea con la recente comunicazione della Commissione europea “L’intelligenza artificiale per l’Europa”, che viene considerato un passo positivo verso la creazione di un ambiente aperto per stimolare gli investimenti nell’intelligenza artificiale e mantenere l’UE all’avanguardia. “L’Europa ha bisogno di un approccio comune dell’UE se vuole competere a livello globale, pertanto accogliamo con favore l’iniziativa dell’UE di aumentare gli investimenti nella ricerca e nell’innovazione in materia di intelligenza artificiale di almeno 20 miliardi di euro entro la fine del 2020. Occorre un approccio sistematico all’innovazione, alla politica di ricerca e agli investimenti nell’intelligenza artificiale, al fine di rafforzare la capacità tecnologica e industriale dell’UE in tutti i settori dell’economia”.

Ogni fase dell’industrializzazione ha avuto un impatto enorme sull’occupazione e sulla forza lavoro, per questo motivo Cecimo chiede una maggiore cooperazione tra i governi e l’industria. Nuovi tipi di lavoro in futuro richiederanno nuove competenze: “dobbiamo creare un ambiente positivo che garantisca che la nostra forza lavoro sia pronta a cogliere i benefici del cambiamento. Per soddisfare la domanda delle industrie, è necessario investire nella riqualificazione e nell’apprendimento permanente”.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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