Il comparto delle macchine utensili chiuderà il 2019 a quota 6.440 milioni di euro, facendo registrare un calo del 4,9% sull’anno precedente. “Un calo che appare comunque moderato e che ci aspettavamo – spiega Massimo Carboniero, presidente di Ucimu – Sistemi Per Produrre – che dipende in buona parte dalla congiuntura internazionale, dalla guerra dei dazi tra USA e Cina, che coinvolge anche l’Europa, ma soprattutto dall’andamento del settore Automotive, che è uno dei nostri principali settori clienti”.
Una situazione, insomma, che non preoccupa particolarmente le imprese: “Bisogna ricordarsi, comunque, che veniamo da anni particolarmente positivi: siamo ancora su valori vicini a quelli del 2017 e superiori a quelli del 2016, l’ultimo anno che possiamo considerare normale prima dell’avvento dirompente degli incentivi per Industria 4.0”. Una normalizzazione, quindi, più che un ripiegamento, anche perché gli ordinativi del quarto trimestre 2019 non sembrano indicare negatività particolarmente gravi.
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Export e consumo interno
Il calo del valore della produzione riguarda sia il mercato estero (-2,3%) sia le consegne sul mercato interno (-8,1%). Calano anche le importazioni (-5,9%) e quindi nel complesso il consumo delle aziende italiane (-7,2%). Il rapporto export/produzione sale al 55,6%.
L’utilizzo della capacità produttiva si attesta sull’82,5%, “un valore comunque positivo”, commenta Carboniero.
Non positive le prospettive per il 2020
Per il 2020, sempre a causa degli stessi fattori che hanno determinato i numeri del 2019, l’andamento non dovrebbe cambiare. Si prevede un calo del valore della produzione dell’8,4%, più accentuato sul mercato interno (-12,2%) e meno su quello estero (-5,3%). Il consumo nazionale di macchinari dovrebbe calare del 10,1%.
Proprio per fronteggiare il rallentamento sul fronte internazionale Ucimu chiede “interventi mirati a facilitare l’internazionalizzazione delle nostre PMI, specie nei paesi più lontani”.
In particolare – dice Carboniero – “auspichiamo che siano destinate risorse adeguate al progetto ICE – Agenzia di Incoming di buyer esteri alle fiere internazionali che si svolgono in Italia”.
Il nuovo piano di incentivi è “accettabile”
Carboniero ricorda che “solo il 50% delle aziende manifatturiere meccaniche italiane hanno investito in industria 4.0. E’ quindi importante che la nuova configurazione del piano di incentivi emersi dal tavolo Transizione 4.o parta subito e bene perché ci giochiamo la competitività del sistema paese”.
Il suo giudizio complessivo sul nuovo piano di incentivi per gli investimenti in beni strumentali è complessivamente positivo. “Avremmo preferito un rinnovo del piano attuale per un anno, per poi ridiscutere tutto nel 2020. Non è stato così, ma tutto sommato il piano è accettabile”, commenta Carboniero. “L’ultima versione dell’emendamento governativo ha accolto molte delle istanze che Confindustria aveva sollevato. Peccato non aver dato un effettivo respiro triennale al piano, che avrebbe dato una risposta più adeguata all’esigenza delle PMI di avere un quadro chiaro e definito delle misure a medio-lungo termine a loro disposizione. Apprezziamo, comunque, l’intenzione dichiarata, almeno sulla carta, di dare al piano un respiro pluriennale. Peccato anche aver un po’ depotenziato e appesantito il superammortamento. Comunque quello che serve adesso è un’opera informazione chiara ed efficacia nei confronti delle imprese sui nuovi strumenti, per evitare che si crei confusione e rallentino di conseguenza gli investimenti. Ci vorrebbe inoltre un segnale più chiaro da parte del Governo sulla centralità dell’industria nel programma di governo”.
Positivo anche il giudizio per il rifinanziamento del credito d’imposta per la formazione 4.0 e, naturalmente, della Nuova Sabatini.