Un settore finora “immune” alla crisi congiunturale politico-economica ed energetica e con prospettive ottimistiche anche per il quarto trimestre: è questo in sintesi il quadro delineato dal centro studi di Acimga, l’Associazione dei costruttori italiani di macchine per il printing ed il converting.
Sia i dati relativi ai primi 9 mesi del 2022 e soprattutto quelli relativi al terzo trimestre parlano infatti di un settore in crescita rispetto allo scorso anno.
Più nel dettaglio, nel periodo gennaio-settembre 2022, il fatturato del settore si è attestato sui 2.208 milioni di euro, in crescita del 9% rispetto allo stesso periodo del 2021.
Gli ordini sono aumentati del 10,9% trainati da una solida crescita della domanda estera (+12%) e da una dinamica positiva per il mercato interno (+4%).
Dinamica che è proseguita e si è accentuata nel periodo giugno-settembre 2022, quando le vendite estere hanno segnato un aumento del 43,8% rispetto al terzo trimestre del 2021.
Più contenuta la crescita della domanda interna, che ha registrato un aumento del 5,8%. Tendenze che hanno portato il fatturato del terzo trimestre ad attestarsi a 808 milioni di euro, in crescita del 30,3% rispetto al terzo trimestre 2021.
Per quanto riguarda il quarto trimestre, le previsioni congiunturali sull’andamento del fatturato indicano stabilità per il 57,2% dei rispondenti.
Nel periodo luglio-settembre 2022 le previsioni relative alla quota percentuale di export sul fatturato per il quarto trimestre 2022 sono, per la maggior parte dei rispondenti, di stabilità (76,9%).
Le previsioni sull’andamento degli ordini acquisiti sul mercato interno indicano stabilità per il 71,4% dei rispondenti rispetto al terzo trimestre 2022.
“La filiera delle aziende costruttrici di macchine per la stampa e la grafica sta vivendo un esercizio nel segno della crescita, con una previsione di ordini che testimonia la valenza delle tecnologie italiane nei mercati internazionali”, comenta Enrico Barboglio, Direttore Generale di Acimga.
“I nostri associati si dicono ottimisti anche per il quarto trimestre, nel quale non prevedono impatti rilevanti né dalla crisi energetica né dall’andamento dell’inflazione”, aggiunge.