Un calo del 42% rispetto all’anno precedente con un crollo della produzione in tutti i comparti. Un crollo che, nelle industrie automobilistiche e tessili, raggiunge un picco negativo da record, tra il 74% e l’80%. Il blocco di molte imprese a causa del lockdown nel mese di aprile ha avuto, come era ampiamente prevedibile, un influsso fortemente negativo negativo sull’industria italiana. A fare la fotografia della situazione l’Istat, che ha pubblicato il proprio report mensile. Un documento che stima una diminuzione dell’indice destagionalizzato della produzione industriale del 19,1% rispetto a marzo.
Nella media del periodo febbraio-aprile, il livello della produzione cala del 23,2% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice destagionalizzato mensile mostra un aumento congiunturale solo per l’energia (+0,7%), mentre ampie diminuzioni si registrano per i beni intermedi (-24,6%), i beni strumentali (-21,8%) e, in misura meno intensa, i beni di consumo (-14,0%).
Indice degli argomenti
Produzione industriale quasi dimezzata rispetto all’anno precedente
Corretto per gli effetti di calendario, ad aprile 2020, spiega l’Istat, l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 42,5% (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 20 di aprile 2019). Forti flessioni tendenziali caratterizzano quasi tutti i principali comparti; il calo è infatti meno pronunciato solo per l’energia (-14,0%), mentre risulta molto rilevante per i beni strumentali (-51,5%), i beni intermedi (-46,0%) e quelli di consumo (-39,8%).
Tutti i principali settori di attività economica registrano diminuzioni tendenziali. Le più accentuate sono quelle delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori -80,5%, della fabbricazione di mezzi di trasporto – 74,0%), delle altre industrie (-57,0%) e della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (-56,3%); i cali minori, invece, si osservano nella produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-6,7%) e nelle industrie alimentari, bevande e tabacco (-8,1%).
Cresce solo il farmaceutico, resta stabile l’industria alimentare
“Ad aprile le misure di contenimento dell’epidemia di Covid-19 hanno determinato la forzata chiusura dell’attività di molti settori per l’intero mese – spiega l’Istat nel commento alla nota – con effetti negativi rilevanti sui livelli produttivi. Su base congiunturale, al netto della stagionalità, si osserva una nuova, marcata flessione (-19,1%), seppure meno ampia di quella di marzo (-28,4%); l’unico comparto in leggera crescita è quello farmaceutico (+2,0%), mentre rimane sostanzialmente stabile quello alimentare (-0,1%)”.
“In termini tendenziali, l’indice corretto per gli effetti di calendario diminuisce in modo ancor più accentuato di quanto osservato il mese precedente – conclude – con una flessione del 42,5%. Tutti i settori sono in calo. Le industrie tessili, dell’abbigliamento, pelli e accessori e quelle della fabbricazione di mezzi di trasporto sono le più colpite, con riduzioni della produzione senza precedenti e rispettivamente pari all’80,5% e al 74,0%”.