Torna finalmente sopra quota 50 – lo spartiacque tra l’attesa di una contrazione e quella di un’espansione, tra una visione pessimistica e una ottimistica sul futuro – l’indice PMI per il settore manifatturiero. Dopo aver fatto segnare 47,5 a giugno, a luglio il Purchasing Managers’ Index elaborato da IHS Markit si è attestato a quota 51,9.
I 51,9 punti di luglio 2020 rappresentano la prima indicazione di un miglioramento dello stato di salute del settore manifatturiero italiano negli ultimi due anni. Era infatti da metà 2018 che l’indice restava inesorabilmente sotto quota 50, indicando una contrazione del settore.
Il Purchasing Managers’ Index (PMI) del settore manifatturiero è un indice che prende in esame nuovi ordini, produzione, livello d’impiego, tempi di consegna dei fornitori, giacenze degli acquisti e tempi di consegna e dà quindi in un numero la fotografia dello stato di salute del settore manifatturiero. Per come è elaborato l’indice, calcolato su dati raccolti tramite indagini svolte su un campione rappresentativo di circa 3000 aziende manifatturiere, i 50 punti indicano stazionarietà, valori inferiori indicano una contrazione e valori superiori un’espansione.
A causare il miglioramento dell’indice a luglio 2020 sono stati principalmente i maggiori livelli di produzione e nuovi ordini. La produzione è aumentata per il secondo mese consecutivo e al tasso più veloce da marzo 2018. Le aziende campione hanno collegato tale incremento alle migliori condizioni della domanda causata dall’allentamento delle misure restrittive. Inoltre per la prima volta in due anni aumenta, nel complesso, il volume dei nuovi ordini ricevuti, anche se la domanda estera resta fonte di preoccupazione, dal momento che i nuovi ordini dall’estero sono diminuiti per il quindicesimo mese consecutivo.
Il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli ha commentato: “Il dato PMI manifatturiero che sale al 51,9 per l’Italia è molto importante, perché certifica il massimo su 25 mesi e il passaggio da una fase recessiva a una espansiva. È superiore alle attese degli analisti e ci colloca sopra la media europea. Più in particolare, sopra Germania e Olanda. Con l’entrata a regime del Superbonus al 110% e dell’Ecobonus legato all’automotive contiamo di dare un’ulteriore spinta alla manifattura e ai settori produttivi del Paese.
Buone notizie anche per l’Eurozona
L’indice PMI torna a sorridere anche per il settore manifatturiero dell’area euro, che ha registrato a luglio la prima crescita in un anno e mezzo. Anche in questo caso, si tratta delle conseguenze della ripresa della produzione e della domanda a seguito dell’allentamento delle restrizioni legate alla pandemia da coronavirus.
L’Indice IHS Markit PMI del Settore Manifatturiero dell’Eurozona ha registrato a luglio un punteggio di 51,8, facendo parecchio meglio di giugno, quando aveva fatto segnare 47,4.
Solo due nazioni, la Grecia e i Paesi Bassi, hanno riportato indici inferiori al 50. La Spagna è stata la nazione che ha registrato i risultati migliori, toccando il valore massimo dell’indice da oltre due anni. Crescite più lente, ma pur sempre forti, sono state osservate in Francia e Austria, mentre in Germania sono state riportate espansioni modeste.