L’aggiornamento flash di marzo 2019 del Purchasing Managers Index (PMI) dell’Eurozona, l’indice composito dell’attività manifatturiera elaborato da Markit Group che riflette la capacità di un’area economica di acquistare beni e servizi tenendo conto di nuovi ordini, produzione, occupazione, consegne e scorte nel settore manifatturiero, non porta buone notizie.
Tutti gli indici fanno segnare un ribasso rispetto a febbraio: quello della Produzione è a 51,3 punti (51,9 a febbraio), il PMI delle Attività Terziarie a 52,7 (52,8 a febbraio), il PMI della Produzione Manifatturiera a 47,7 (49,4 a febbraio), il PMI del Manifatturiero a 47,6 (49,3 a febbraio).
Gli ultimi due valori, in particolare, fanno segnare il valore minimo in 71 mesi, dall’aprile del 2013. Ricordiamo che per l’indice PMI un valore inferiore al 50% indica una contrazione del settore, mentre un valore superiore al 50% indica un’espansione.
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Accelera la contrazione del Manifatturiero
“Con l’aggravamento della crisi della produzione industriale e dei nuovi ordini, l’indice PMI principale è sceso al valore minimo da aprile 2013“, spiega Markit in una nota. “Se il crollo della produzione manifatturiera è stato il peggiore in poco meno di sei anni, la contrazione dei nuovi ordini è stata più acuta, indicando il valore peggiore da dicembre 2012. Quest’ultima è stata alimentata dal più grande calo dei nuovi ordini esteri da agosto 2012. E’ il secondo mese consecutivo che la produzione industriale indica un calo, mentre la sequenza di contrazione dei nuovi ordini sale a sei mesi consecutivi. Se i nuovi ordini diminuiscono ad un ritmo maggiore della produzione, il lavoro inevaso segna la maggiore contrazione da dicembre 2012. Ne consegue che l’occupazione delle fabbriche ristagna, indicando l’aumento più debole in più di quattro anni. Anche l’attività di acquisto è diminuita, toccando il valore minimo in sei anni”.
Solo la crescita del settore terziario si è mostrata più resistente, diminuendo solo marginalmente rispetto a febbraio e indicando valori superiori ai minimi di fine e inizio anno. Tuttavia, il tasso di espansione si è mantenuto notevolmente inferiore rispetto a quello di marzo dell’anno scorso, segnando inoltre un valore contenuto rispetto alla media registrata nel 2018.
Il rallentamento investe anche Germania e Francia
In Germania l’attività ha indicato il più lento tasso di crescita da giugno 2013 con un calo dei nuovi ordini per il terzo mese consecutivo. Anche se la crescita dei servizi è rimasta forte, la produzione manifatturiera ha segnato la peggiore contrazione da agosto 2012. Il calo degli ordini manifatturieri ha toccato il valore peggiore dai livelli record avutisi durante la crisi globale di aprile 2009.
In Francia, l’attività è diminuita in tre mesi su quattro. Se a febbraio si è avuta una ripresa dai disagi causati dalle proteste dei ‘gilet gialli’, a marzo l’attività ha segnato un calo del flusso di nuovi ordini per il quarto mese consecutivo.