I dati di Federazione Anie

Elettronica ed elettrotecnica, il fatturato 2022 sfiora i 60 miliardi

L’industria elettrotecnica ed elettronica italiana vale 60 miliardi ed è cresciuta del +19,3%. L’aggregato che include il fatturato delle filiere tecnologiche made in Italy del building, dell’energia, delle infrastrutture e mobilità e dell’industria ha raggiunto invece 92,6 miliardi di euro nel 2022, con un aumento del 20,8% rispetto all’anno precedente. I dati diffusi dalla Federazione Anie

Pubblicato il 24 Lug 2023

elettronica

Il comparto dell’Elettronica ed Elettrotecnica è arrivato a sfiorare, a fine 2022, il valore di 60 miliardi, registrando una crescita significativa (+19,3%) a dimostrazione della resilienza e competitività delle aziende del settore.

Secondo i dati di consuntivo sul 2022 diffusi dalla Federazione Anie, l’aggregato che include il fatturato delle filiere tecnologiche made in Italy del building, dell’energia, delle infrastrutture e mobilità e dell’industria ha raggiunto invece 92,6 miliardi di euro nel 2022, con un aumento del 20,8% rispetto all’anno precedente.

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Tornando ai numeri di Elettronica ed Elettrotecnica, alla crescita ha contribuito il trend positivo registrato sia dal mercato interno che dall’export. Il mercato interno delle imprese dell’elettronica e dell’elettrotecnica, ha infatti superato i 53 miliardi di fatturato, con una crescita del 27,3% sul 2021.

Per quanto concerne l’export delle tecnologie della Federazione, nel 2022 ha superato quota 26 miliardi di euro, con una crescita annua del 16,9% rispetto al 2021.

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Le opportunità dalla transizione digitale e green

“La sostenibilità non è più una scelta, una prospettiva a cui guardare per il futuro, ma una urgenza che, come tale, va approcciata. Perciò, è fondamentale costruire su nuove basi il confronto tra le imprese e le istituzioni nazionali ed europee, aprendosi ad un dialogo costruttivo, non basato su posizioni di principio”, commenta Filippo Girardi, Presidente della Federazione.

“Abbiamo bisogno di processi amministrativi snelli, di una burocrazia rigorosa e capace di risolvere problemi anziché crearne. Occorre un quadro regolatorio stabile, realistico, efficace, dove il conseguimento dei target di sostenibilità non può prescindere dal salvaguardare la competitività dell’industria europea”, aggiunge.

Nuovi mercati: le opportunità ancora non sfruttate dalle aziende del comparto

I dati di consuntivo, che la Federazione Anie ha presentato nel corso dell’ultima riunione degli associati, sono stati accompagnati da un approfondimento sui mutamenti dei mercati internazionali realizzato da EY.

L’export sta infatti rapidamente cambiando sulla scorta delle tensioni geopolitiche e dei riposizionamenti delle aree emergenti del mondo, con un potenziale ancora inespresso di attrattività dell’Italia per gli investitori esteri.

“Nonostante il contesto geopolitico ed economico internazionale che stiamo vivendo sia estremamente complesso, l’Italia continua a essere attrattiva confermando il trend di crescita degli investimenti diretti esteri avviato dopo il 2020, e crescendo più di altre economie europee, posizionandosi al settimo posto in Europa per numero di progetti. Tuttavia, la quota di mercato detenuta dall’Italia resta pressoché stabile al 4%, questo denota un potenziale di crescita ancora rilevante, considerato che l’Italia è la quarta economia europea”, spiega Marco Daviddi, Strategy & Transactions Markets Leader Europe West, EY Strategy & Transactions Leader Italy.

Sono quattro i fattori su cui puntare individuati dagli analisti di EY per aiutare incrementare ulteriormente la competitività del Paese: Ricerca e Sviluppo, Sostenibilità, Competenze, PNRR.

“I fondi del Piano possono essere un potente strumento di accelerazione dei progetti funzionali alla trasformazione del Paese, ma solo attraverso l’attivazione di investimenti privati, e il coinvolgimento più esteso e diretto di aziende e fondi di investimento, magari utilizzando gli strumenti di incentivazione fiscale”, aggiunge Daviddi.

La transizione sostenibile ha profondamente mutato le costruzioni

Un altro approfondimento, questo realizzato da Cresme, ha evidenziato come nel dopo-pandemia sia profondamente cambiato l’approccio al mercato della compravendita immobiliare, sotto la spinta di una maggiore attenzione agli standard di abitabilità e di efficienza energetica e tecnologica che la casa di proprietà ha oggi per gli italiani.

“Le costruzioni sono caratterizzate da un lato da una frenata della domanda di riqualificazione, condizionata dall’esaurirsi degli effetti dei superbonus, e da una significativa frenata del mercato immobiliare, per via dell’innalzamento dei tassi di interesse e dell’inflazione senza che ci siano miglioramenti sul piano dei redditi, e dall’altro da una forte crescita della domanda di opere pubbliche che pone il paese di fronte alla sfida della capacità realizzativa”, spiega Lorenzo Bellicini, direttore di Cresme.

“I prossimi dieci anni saranno caratterizzati da un radicale cambiamento all’interno delle filiere delle costruzioni determinato dai driver dell’efficientamento energetico, della digitalizzazione e dall’aumento della produttività”, aggiunge.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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